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Sibari

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Bertolone
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Maria, Madre e testimone di Cristo - 2009/05/10 18:43 Maggio è il mese dedicato a Maria e quindi a tutte le madri, testimoni viventi dell’amore di Dio.
In ogni mamma, in effetti, c’è qualcosa di Maria, di quel mistero gratuito che riesce a leggere l’alfabeto della vita e della Bibbia. Per questo Dio ha voluto che accanto alla croce, nel momento del più grande e sublime atto di amore, ci fosse una madre. Per questo la Diocesi di Cassano, stanotte, si è ritrovata in pellegrinaggio, riunita in preghiera nel nome di Maria, nel cammino da Castrovillari a Cassano, dal santuario della Madonna del Castello a quello della Madonna della Catena.
È, in tutto ciò, il riconoscimento del ruolo che la Vergine e le mamme hanno nel destino dell’umanità: se la loro figura si offusca, e diventano così più labili ed incerti i contorni della maternità, il mondo precipita nell’inciviltà. Un grande statista francese, tra l’altro non frequentatore di chiese, Georges Clémenceau, ebbe a dire che «i popoli vengono educati sulle ginocchia delle madri», il cui sorriso è un passaggio necessario per sapere che solo con gli altri si è e si hanno la vita, la felicità, l’amore.
Oggi più che mai, allora, è importante ricostruire il volto di Maria ed offrirlo quale costante e luminoso punto di riferimento alle giovani generazioni, che potranno scorgere in lei il tratto della Serva del Signore, dedita al primato di Dio, e quello della povertà, fiduciosa nell’opera di liberazione degli ultimi della terra. Soprattutto, si potrà ammirarne e farne propria la dimensione della fede, evidenziata dalla condivisione del sacrificio di Cristo per il bene dell’uomo. Ma il volto di Maria, specie quello materno, è pure nella storia dell’arte, della cultura e della spiritualità, perché in lei si incrociano l’eterno e il tempo, l’infinito e il finito, il divino e l’umano: attraverso il figlio suo, che è ad un tempo il Verbo di Dio e la nostra carne, Maria Madre è, alla fine, anche il principio della storia della salvezza cristiana.
Non desti stupore, in tale contesto, il richiamo ad una celebre frase di papa Giovanni Paolo I, poi ripresa dal suo successore, Giovanni Paolo II: «Dio è anche madre». Da sempre, il credente consapevole della sua fede sa che il Datore di ogni vita è prima e oltre ogni distinzione terrena: dunque, è tanto Padre quanto Madre, «chioccia che riunisce i pulcini sotto le ali» (Mt. 23, 37), perché, per usare proprio le parole pronunciate da Papa Luciani all’Angelus del 10 settembre 1978, «noi siamo oggetti da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È papà; più ancora, è madre. Non vuol farci del male; vuol farci solo del bene, a tutti. I figlioli, se per caso sono malati, hanno un titolo di più per essere amati dalla mamma. E anche noi, se per caso siamo malati di cattiveria, abbiamo un titolo di più per essere amati dal Signore».
Riecheggiano, in queste righe, le parole pronunciate dalla Madonna alle nozze di Cana: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 3-5). Rivolte ai servi della mensa, esse in realtà riguardano tutti noi e suonano come conferma della certezza che Maria ci regala: l’uomo gode dell’infinito amore del Suo Creatore, ma spesso se ne dimentica o lo rifiuta. Paradossalmente, un motivo in più, per la Chiesa e per i cristiani, per continuare l’opera di evangelizzazione ed amare con rinnovato ardore Dio, che ci è Padre e Madre, ed il prossimo.
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