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Poesia: Sentinelle al Pollino PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Miani   
domenica, 08 marzo 2009 20:56

pini loricati
Pini loricati
Durante l’estate del 1980 ero stato a fare una scampagnata con la famiglia, mio fratello ed altri sul Pollino.

Lo girai in lungo e largo scoprendo sempre nuove meraviglie.

I pini Loricati mi son rimasti nella fantasia così come le vette delle serre, il cielo azzurro color dello Zaffiro, le aspre bastionate rocciose, i bellissimi canyons a strapiombo nella roccia.

Ogni angolo del Pollino parla del creatore, sa d’infinito.

Speriamo che nessuno nel tempo faccia scempio di questa natura.

Sentinelle al Pollino  

Dalla corteccia scagliata,

vetusti esemplari. figure irreali

i pini loricati, relegati su aspre cime rocciose,

curvi sotto il vento,

hanno ascoltato le cadenze del tempo che mutava,

visto ghiacciai modificare,

creste di rocce affioranti dal fondo di Tedite,

osservato l’uomo paleolitico,

muoversi nella grotta del Romito,

cacciare nella valle del Lao,

sorgere cozzi, toppi, timpe, conghe da circhi glaciali,

posarsi sul piano d’Acquafredda

erratici massi calcari, fantasmi materializzati dal nulla,

udito nel silenzio rotolare sassi

dalle murge verso le valli,

crescere, enorme ventaglio, le petrosa ai piedi delle serre.

Disturbati dagli ululati dei lupi,

dai barriti di elefanti preistorici;

minacciati dai fulmini delle procelle,

dal gelo della galaverna,

composti hanno sfidato il logorio dei secoli,

mentre d’intorno naturale

un gioco grandioso dell’acqua,

del vento scavava, erodeva appiattiva profili

sagomava, formava,creava dei canyon,

le gole profonde del Raganello, del Sarmento,

l’abisso immane del Bifurto. 

ho visto i pini loricati

verdi alberi solenni

gelosi custodi della natura di serra del prete,

di timpa di san Lorenzo,

di serra Dolcedorme,

di timpa Falconara,

di serra delle Ciavole,

sull’aspro carsico parco del Pollino. 

Ho visto, guardiani solitari

controllori inquietanti della montagna,

i morti Pini loricati,

ieratici bianchi scheletri

dalle lunghe bracce protese verso il cielo,

Impassibili siluette stagliate,

su nevi incontaminate.

guardare immobili

le valli, le timpe, le serre del Pollino. 

Arroccati, su immensa bastionata rocciosa,

in scenario affascinante, multiforme,

si cullano e dormono al mormorio delle acque,

che scivolano tra i fianchi di serre e di timpe,

e uscendo torrenti impetuosi,

dalle croste tagliate dei monti, corrono

al mare, ampie, argentine spumose fiumare,

ancora oggi i pini loricati,

appaiono improvvisi spiriti arcani nelle nebbie,

danzano al soffio del vento,

sicuri baluardi del paradiso “Pollino”.

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