Poesia: Sentinelle al Pollino |
Scritto da M.Miani | |
domenica, 08 marzo 2009 20:56 | |
Lo girai in lungo e largo scoprendo sempre nuove meraviglie. I pini Loricati mi son rimasti nella fantasia così come le vette delle serre, il cielo azzurro color dello Zaffiro, le aspre bastionate rocciose, i bellissimi canyons a strapiombo nella roccia. Ogni angolo del Pollino parla del creatore, sa d’infinito. Speriamo che nessuno nel tempo faccia scempio di questa natura. Sentinelle al Pollino Dalla corteccia scagliata, vetusti esemplari. figure irreali i pini loricati, relegati su aspre cime rocciose, curvi sotto il vento, hanno ascoltato le cadenze del tempo che mutava, visto ghiacciai modificare, creste di rocce affioranti dal fondo di Tedite, osservato l’uomo paleolitico, muoversi nella grotta del Romito, cacciare nella valle del Lao, sorgere cozzi, toppi, timpe, conghe da circhi glaciali, posarsi sul piano d’Acquafredda erratici massi calcari, fantasmi materializzati dal nulla, udito nel silenzio rotolare sassi dalle murge verso le valli, crescere, enorme ventaglio, le petrosa ai piedi delle serre. Disturbati dagli ululati dei lupi, dai barriti di elefanti preistorici; minacciati dai fulmini delle procelle, dal gelo della galaverna, composti hanno sfidato il logorio dei secoli, mentre d’intorno naturale un gioco grandioso dell’acqua, del vento scavava, erodeva appiattiva profili sagomava, formava,creava dei canyon, le gole profonde del Raganello, del Sarmento, l’abisso immane del Bifurto. ho visto i pini loricati verdi alberi solenni gelosi custodi della natura di serra del prete, di timpa di san Lorenzo, di serra Dolcedorme, di timpa Falconara, di serra delle Ciavole, sull’aspro carsico parco del Pollino. Ho visto, guardiani solitari controllori inquietanti della montagna, i morti Pini loricati, ieratici bianchi scheletri dalle lunghe bracce protese verso il cielo, Impassibili siluette stagliate, su nevi incontaminate. guardare immobili le valli, le timpe, le serre del Pollino. Arroccati, su immensa bastionata rocciosa, in scenario affascinante, multiforme, si cullano e dormono al mormorio delle acque, che scivolano tra i fianchi di serre e di timpe, e uscendo torrenti impetuosi, dalle croste tagliate dei monti, corrono al mare, ampie, argentine spumose fiumare, ancora oggi i pini loricati, appaiono improvvisi spiriti arcani nelle nebbie, danzano al soffio del vento, sicuri baluardi del paradiso “Pollino”. |
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