Skip to content

Sibari

Narrow screen resolution Wide screen resolution Increase font size Decrease font size Default font size    Default color brown color green color red color blue color
Advertisement
Vi Trovate: Home arrow Letteratura arrow LIBRI arrow Parliamo del libro contestato del generale Vannacci
Skip to content
Parliamo del libro contestato del generale Vannacci PDF Stampa E-mail
Scritto da A.M.Cavallaro   
domenica, 27 agosto 2023 08:32
Image Ho ricevuto giorni fa il tanto contestato  libro del generale Roberto VANNACCI, "Il mondo al contrario", tramite Amazon. Ho cercato sul web per sapere chi ne fosse l'editore, ma non mi è stato possibile. Il libro ricevuto è stato stampato e inviato da Amazon, così come altri libri che, non essendo più reperibili, sono ristampati dal colosso mondiale delle vendite dal web. Come mia consuetudine, dei libri che mi danno stimoli particolari ne faccio dapprima una lettura veloce, alla quale segue dopo qualche giorno una seconda più meditata.

E' difficile che mi attardi con un seconda lettura su testi di autori "moderni", soprattutto se si tratta di romanzi, di solito lo faccio per i classici che non mi è stato possibile leggere prima o per testi di storia e saggistica su argomenti vari che abbisognano di una maggiore concentrazione da parte mia. Il libro di Vannacci, non ha bisogno di una rilettura, é scritto in modo molto chiaro e semplice, se vogliamo, come si usa nell'esercito, comprensibile e diretto.

In un articolo su "Repubblica", Corrado Augias lo bolla come “Un disegno di odio pieno di ombre” ... e continua, “Ho avuto finalmente modo di leggere buona parte del discusso libro del generale Vannacci restando diviso tra due ipotesi entrambe verosimili ma lontane. La prima è che si tratti di un’operazione studiata con cura nei tempi e nel metodo; l’autore che ha il nome in copertina può essere stato sorretto dal consiglio di altri colleghi. Un gruppo di lavoro animato da precise finalità in un momento considerato favorevole.”

Mentre il “Corriere della sera” fa balenare più chiaramente una manovra politica: “Il caso Vannacci apre un tema nuovo nella maggioranza. Comunque vada a finire. Sì perché, con FdI saldamente primo partito e Giorgia Meloni impegnata a guidare il Paese dovendolo rappresentare non solo come esponente di parte, sia in patria che in Europa, ci si chiede: esiste uno spazio a destra della destra, quello che prima occupava il partito della premier dall’opposizione o anche la Lega di un Salvini meno «istituzionalizzato»? A giudicare dal successo non solo del libro dell’ex capo della Folgore, ma anche dall’entusiasmo con cui le sue uscite politicamente (e volutamente) scorrette vengono accolte sui social, si direbbe di sì.”

A seguire, raccolgo dalla rete: “Siamo infatti di fronte ad un paradosso: la Sinistra progressista difende il ministro Crosetto per i suoi attacchi al generale, che però ha espresso molte idee che sono proprie della destra sociale, quindi di parte dell’elettorato del ministro della difesa”.  (Radio Radio)

“Alcuni hanno visto, con acume, un’operazione tesa a mettere in difficoltà la premier cambiare qualcosa, un’operazione che favorisce un’aggregazione di destra-destra, magari filo putiniana, mentre lei è pro Nato”. (articolo21)

Torniamo ad Augias (e capirete così che mi sta un po’ sui tintinnabula, pur apprezzando il suo sapere), “Dalle colonne di Repubblica, il giornalista ha sottolineato come l’affermazione di Vannacci sull’“italiano che da 8mila anni si identifica con la pelle bianca” sia inesatta perché “c’è il bianco e il bianco”. Ad esempio, spiega Augias, «il Nord Europa ha un’idea diversa di ‘bianco’ rispetto all’Europa mediterranea di cui facciamo parte. In particolare, dall’Italia centrale, compresa Roma, in giù la tonalità di colore prevalente dell’incarnato ha poco in comune con quella di uno scandinavo». Poi l’esempio, ovvero un episodio avvenuto nel 1922 in Alabama «quando si svolse un processo d’appello intitolato “Rollins contro l’Alabama“”. Jim Rollins, nero, è stato condannato “in primo grado per aver avuto rapporti sessuali con una donna bianca”. Tuttavia, «in secondo grado – prosegue lo scrittore – Rollins riuscì a farsi assolvere dimostrando che la ragazza era italiana, siciliana per la precisione. Pertanto, ha sostenuto l’avvocato «non si poteva dedurre che fosse bianca» e il giudice gli ha dato ragione». Tirando fuori questa storia di un secolo fa, Augias conferma il super-razzismo degli americani e dimentica che non c’era bisogno di andare così lontano, anche per i torinesi, già subito dopo la forzata Unità d’Italia, i meridionali erano considerati “africani del nord”, Quindi sia le considerazioni di Vannacci che quelle di Augias sull’argomento, “più bianco non si può” sono da prendere con le pinze.

In definitiva il libro contiene “semplicemente” (e non è un eufemismo) delle idee e dei concetti estremamente diffusi ed in parte condivisi da una gran parte della popolazione italiana del Nord, del Sud, di destra e di sinistra. Voler dare una connotazione politica alle sue affermazioni non è corretto, anzi è dannoso. Le tesi espresse  riguardanti cosa è normale e cosa non lo è, non sono campate in aria, per esempio tutto il chiasso mediatico su omosessualità, semi-gay, lesbiche, travestiti, semplici culatoni ecc. ecc, è uno schifo. Ognuno faccia col suo corpo quel che gli pare, e su questo principio non c’è da discutere, ma lasciamo perdere tutte le pretese di voler mettere sullo stesso piano il rapporto tra due omosessuali ed una coppia “normale” formata da uomo e donna. Mi fanno ridere i gay quando parlano del compagno/a come di “mio marito” o di “mia moglie”. Un rapporto di convivenza tra persone anche dello stesso sesso, deve essere anche legalmente codificato, ma non come matrimonio, ma come un “contratto di convivenza” (o chiamatelo come vi pare, altrimenti)  in cui vengono sanciti i diritti e i doveri dell’uno verso l’altro individuo, con tutto quello che ne consegue, finché non decideranno di lasciarsi.

Matrimonio dal “latino matrimonium, da mater madre, intendendolo quale ufficio femminile riguardo la creazione e cura della famiglia - su modello di patrimonium, che invece si collega all’ufficio del padre di provvedere al sostentamento”. E’ chiaro mi sembra  il concetto della procreazione, e questo è possibile solo a persone di sesso opposto. Questo pensiero vi sembra “razzista” o omofobo?  A me non pare. Ho diversi amici gay, con i quali vado molto d’accordo, perché rispettiamo vicendevolmente le nostre diverse tendenze in materia di sesso. Anzi, mi capita di osservare e di apprezzare spesso, la loro particolare sensibilità umana e artistica, sicuramente più accentuata in alcuni. Oggi fare un’affermazione come questa è già considerata quanto meno “sessista”, perché comunque è implicita una differenza tra chi è gay e chi non lo è. Ma la differenza c’è, come esiste tra un bianco, un nero, un giallo o un rosso, oppure di colpo siamo o dobbiamo diventare daltonici?

Oggi si sta esagerando su tutto, nel desiderio di cancellare ogni cosa del passato. Emblematica la nota dell’autore all’inizio del libro:

Quest’opera rappresenta una forma di libera manifestazione del pensiero ed espressione delle personali opinioni dell’autore e non interpreta posizioni istituzionali o attribuibili ad altre organizzazioni statali e governative. Se ne consiglia la lettura ad un pubblico adulto e maturo in grado di comprendere gli argomenti proposti senza denaturarli, interpretarli parzialmente o faziosamente compromettendone, così, la corretta espressione e l’originale significato. L’autore declina ogni responsabilità in merito a eventuali. interpretazioni erronee dei contenuti del testo e si dissocia, sin d’ora, da qualsiasi tipo di atti illeciti possano da esse derivare.

Ho preso in grande considerazione questa nota ed ho letto il libro tenendone ben conto. Chi lo demonizza dimostra di averne paura e quindi prova chiaramente che certe convinzioni che si vogliono inculcare nei cittadini del mondo intero, non sono del tutto corrette.

(Antonio M.Cavallaro)

Presentiamo di seguito un articolo pubblicato sulla Gazzetta di Viareggio, che ci sembra un po' più equidistante di tanti altri.

Ci è costata una notte senza sonno, ma ne valeva la pena. Eccome se ne valeva la pena. Esattamente come per quasi tutte le cose, prima di poter emettere un giudizio è necessario anzi, indispensabile, conoscere ciò di cui si parla. Avevamo letto critiche offensive nei confronti del generale Roberto Vannacci e del suo libro di oltre 300 pagine Il mondo al contrario, un pamphlet che ha suscitato aspre polemiche, in particolare, nei giornali del Pensiero Unico Dominante, tra giornalisti e intellettuali ideologizzati e incapaci di guardare alle cose con oggettività e onestà intellettuale, tra politici privi di senso e di assoluta inutilità come quelli che hanno sparato ad alzo zero senza nemmeno aver letto una sola pagina, ma aver solo spulciato i dispacci di agenzia scritti e redatti dai soliti giornalisti inculturati e superficiali. Così abbiamo voluto leggerlo e seppure lo abbiamo comprato subito, dai nostri conoscenti nell'universo militare, ci è giunto in esclusiva-anteprima il testo completo in versione pdf. Lo abbiamo fatto, paradossalmente, per tutti quei lettori della Gazzetta che, come noi, non si accontentano della superficie delle cose, che non sono nati né cresciuti ideologizzati, che amano le proprie radici e la storia del proprio paese, che mai si sognerebbero di distruggere quello che altre generazioni hanno, a fatica, conquistato. E in queste pagine, scritte, lo diciamo da scrittori a tutto tondo e di libri pubblicati dalle più grandi case editrici italiane - non dagli editori sconosciuti e pagati pur di vedere stampate le proprie elucubrazioni mentali - abbiamo riscontrato uno stile di scrittura chiaro, accessibile a tutti, ispirato dal buonsenso e dalla voglia di dialogare costruttivamente, non di offendere né, tantomeno, di emarginare e discriminare qualcuno. Il libro si legge bene, scorre, è piacevole, ma, in particolare, sorprende chi, non noi a dirla tutta, a queste tematiche non è avvezzo un po' per ignoranza e un po' per colpevole superficialità. Sorprende perché, semplicemente, rivela pensieri e deduzioni che sono non soltanto dell'autore, ma di tutti coloro che, in un mondo che va, oggettivamente, alla rovescia, sentono e avvertono il bisogno di comprenderne le ragioni.

Un autore che, nell'incipit del libro, pubblica una citazione di Benedetto Croce, merita attenzione e considerazione anche se si tratta di un generale di divisione, Anzi, soprattutto, per questo. Qui non siamo di fronte ad un militarista convinto e accecato dalla gloria delle armi. No, qui siamo davanti ad un uomo dotato di vasta cultura, ma e lo diciamo con ammirazione, arricchito da esperienze umane che lo hanno portato a girare il mondo e a conoscere i popoli osservandoli dalla parte opposta a quella cui noi siamo abituati e che, quindi, ha visto con i propri occhi dove e quando la consuetudine secolare e l'antropologia se ne sbattono altamente del très bien vivre ensemble d'Oltralpe o del politicamente corretto nostrano.

Gli imbecilli, i dementi, gli idioti, i raccattati per strada, i senza spina dorsale ancor più che senza palle, i fluidi del pensiero ancor più che dell'identità, gli intellettuali e i giornalisti verniciati di rosso - e di tutti gli altri colori - che bazzicano e appestano le ultime redazioni degli ultimi giornali, dovrebbero chiedere scusa e ricordarsi di aprire la bocca e impugnare, metaforicamente, la penna, non soltanto per darle fiato e inchiostro. Questa razza, che prolifera sul web insieme ai tanti tuttologi che vivono di luce riflessa o anche senza alcuna luce, è l'unica forma di razzismo che condividiamo e anche la più pericolosa tra tutte perché subdola, viscida, ipocrita, senza radici, che ragiona per pregiudizi e preconcetti pur considerandosi progressista.

Un esempio? Nei dispacci di agenzia i soliti giornalisti, infetti e in malafede oltreché inconsapevolmente pericolosi per il danno che esercitano travisando la verità con la loro supponenza e la loro inutile e  stupida ironia, hanno scritto che il generale si crede Giulio Cesare facendolo passare per un fuori di testa e un megalomane. Invece non è così, Nel testo Vannacci si prende, quasi, volutamente in giro per quel suo ritenersi, coltivando una consapevole illusione, erede, come in realtà è e come lo siamo, in un certo senso, anche tutti noi, di quel Giulio Cesare che tanto diede alla storia universale e che proveniva proprio da queste latitudini. Una perdonabile leggerezza, un gesto affettuoso verso i libri di storia e verso la lingua latina che Vannacci, evidentemente viste le sue citazioni nel testo, padroneggia bene.

Dateci retta: se volete capire perché questo mondo va alla rovescia - o al contrario - e perché dovremmo, tutti insieme, fermarlo prima che ci conduca al disastro ormai non più rinviabile, leggetelo e lasciate perdere i padroni del web, gli imbecilli a un tanto al chilo che non sanno e parlano (e scrivono) a vanvera.

E soprattutto, che il libro lo leggano il ministro Guido Crosetto, l'inutile presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che soltanto a leggere quello che dice o vederlo quando si muove rischiamo l'itterizia per non dire peggio, i tanti giornalisti e intellettuali la cui ignoranza e presunzione sono direttamente proporzionali alla loro presupponenza. Che lo leggano e, se ne sono capaci, dopo averlo fatto che infilino la testa nel cesso tirando lo sciacquone. Chissà che il farlo non li aiuti a schiarirsi le idee.

(Aldo Grandi - Gazzetta di Viareggio)

 

< Precedente   Prossimo >