Vangelo della 3.a Domenica d'Avvento |
Scritto da don M.Munno | |||||||||||||||||
giovedì, 08 dicembre 2016 18:50 | |||||||||||||||||
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 11,2-11. - Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me». Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te. In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
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“in-formati” Foglio settimanale parrocchiale di formazione e informazione
4 – 11 DICEMBRE 2016
camminando insieme
Continuo a proporre, in questa rubrica, il “Progetto Pastorale” che il nostro vescovo Francesco ha consegnato alle Comunità cristiane della Diocesi di Cassano all’Jonio per i prossimi quattro anni. LA GIOIA DEL VANGELO (4)
L’episcopato calabrese ha indicato i problemi sociali che condizionano il nostro vissuto. Leggiamo in “Testimoniare la verità del Vangelo”: “La Calabria vive oggi in un contesto culturale e umano, sociale e politico di crisi profonda, che investe - per certi versi – anche la vita morale e religiosa dei calabresi. Resistono, ancora, in Calabria alcuni grandi valori che sono fortemente incisi nel tessuto della vita del nostro popolo: lo stile dell’accoglienza, l’attenzione per i più deboli, il sentimento religioso che permette di guardare in alto, la stima per la Chiesa della quale ci si sente parte, il desiderio di costruirsi una famiglia (...). La Calabria, nondimeno, si trova, per altri versi, dentro un “vuoto” che appare profondo. Un vuoto di certezze, di presenze, di fiducia, di impegno, di speranza, di prospettive, di esempi: un vuoto di “fatti”. Questo vuoto, che tocca le stesse Istituzioni, lacera il tessuto della politica, coinvolge a tutto campo il mondo del lavoro, induce la gente a chiudersi nel “privato”, diffonde sfiducia, riduce la speranza dei giovani, favorisce spesso la fuga da questa terra dalle intelligenze più vive. Un vuoto che altera anche la capacità di discernimento, con la conseguenza che ora, anche in Calabria, sta diventando difficile difendere alcuni dei valori più grandi...”.
A queste annotazioni della CEC, aggiungo che intravedo, non di rado, una sorta di rassegnazione che blocca ogni fermento di cambiamento. Lo scoraggiamento è frutto anche di una spiritualità cristiana “impoverita”. Il Vangelo è scandalo e potenza; luce nelle tenebre e fuoco che brucia il male. E chi “vive in Cristo” vive di speranza, di ottimismo realista e di realismo ottimista. Noi crediamo nella forza onnipotente del Mistero Pasquale di Cristo.
Occorre “pensare” di più la pastorale e favorire processi di inculturazione dell’annuncio evangelico, incoraggiare segnali di superamento dell’individualismo e degli interessi di parte che consenta una partecipazione responsabile alla vita civile e politica spesso bloccata da logiche clientelari.
La sfida è grande ed entusiasmante. Essa richiede la santità dei presbiteri e di tutti gli uomini di buona volontà. L’evangelizzazione inizia con la conversione dei soggetti dell’evangelizzazione: sacerdoti, religiosi e laici che cerchino insieme di essere comunità profetiche. Meno culto e più gioia dell’annuncio nella Carità.
“Abbiamo creduto all’amore di Dio – così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. Queste parole di Benedetto XVI costituiscono l’orizzonte entro cui ci muoviamo per il nostro progetto.
Custodiamoci nella preghiera reciproca! Buona domenica e buon cammino d’Avvento a tutti! don Michele
Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica 11 Dicembre 2016 III Domenica di Avvento – A (Is 35,1-6a.8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11)
Agli inviti che stanno tracciando il nostro cammino d’Avvento (“svegliarsi/vegliate”, “convertitevi”) se ne aggiunge oggi uno ulteriore, “gioite”, per aiutarci a comprendere che Colui che viene e che noi attendiamo non è il “ladro” che potrebbe scassinarci la casa e privarci di tutto, ma lo “sposo” che viene a trasformare ogni nostra tristezza, ogni lacrima, ogni sofferenza in gioia, Egli è colui che realmente e pienamente si prende cura di noi!
Questa liturgia si apre con la profezia di Isaia che descrive il ritorno a “casa” degli esuli e lo fa invitando a rallegrarsi, descrivendo il ritorno come un tempo in cui ritrovare coraggio, rimboccarsi le maniche, darsi da fare! Il Signore viene, il Signore salva, il Signore libera, ma viene facendo appello alla responsabilità di quanti si lasciano interpellare dalla sua Parola: “irrobustite, rendete salde, dite”! Perché la gioia del Signore irrompa nella storia c’è bisogno di uomini e donne che si lascino interpellare dalla sua Parola e, allo stesso tempo, dalle necessità e dalle sofferenze dei fratelli: ciechi, sordi, zoppi muti.
Tale impegno richiede costanza e pazienza, capacità di “soffrire per amore”, come ricorda san Giacomo nella seconda lettura: “Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina”.
Il Signore viene per “guarire” le nostre infermità, il Signore – come ci fa ripetere il Salmo – “viene a salvarci”! Egli solo è capace di aprirci gli occhi, schiuderci gli orecchi, farci saltare come cervi e far gridare la nostra lingua! Egli soltanto! Ma quanto ne siamo persuasi? Quanto ci crediamo? Quante volte, forse, anche noi Gli abbiamo chiesto: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Noi, ciechi, sordi, zoppi e muti, crediamo davvero che Gesù può salvarci oppure ricerchiamo e ci aggrappiamo ad altri “salvatori”?
La gioia profonda è la “prova del nove” e la “cartina di tornasole” della nostra personale risposta a questa domanda perché tale gioia può sperimentarla solo chi si è lasciato afferrare dall’Amore di Cristo e ha permesso a Cristo di radicarsi dentro di Lui, nella sua vita, nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti, nella sua volontà!
Se non abbiamo tale gioia siamo ancora vittime delle nostre cecità, sordità, mutismo ... perché forse abbiamo ricercato altrove e non in Lui e nella Sua Parola il Salvatore che viene, guarisce, libera, salva, dona gioia profonda!
L’impegno a gioire e ad essere collaboratori della gioia degli altri, che ci viene consegnato in questa III domenica d’Avvento, si traduca in un impegno serio di cercare il Signore e di lasciarsi trovare da Lui: «I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Amen. Maranatha!
AVVISI
- VENERDÌ 16 DICEMBRE HA INIZIO LA NOVENA DI NATALE. PERTANTO, TUTTE LE CELEBRAZIONI FINO AL GIORNO DI NATALE, AD ECCEZIONE DELLA S. MESSA DOMENICALE DELLE ORE 8:30, che resta nella chiesa “San Giuseppe”, SI TERRANNO NELLA CHIESA “SANT’EUSEBIO.
- DA VENERDÌ 16 DICEMBRE, AL MATTINO (ORE 8:30), IN ACCORDO CON LA DIRIGENZA SCOLASTICA, TUTTI I BAMBINI DELLE SCUOLE ELEMENTARI VIVRANNO ALCUNI MINUTI DI PREGHIERA, PRESSO LA CHIESA “SANT’EUSEBIO”, IN PREPARAZIONE AL NATALE.
- DOMENICA 18 DICEMBRE, AL TERMINE DELLA S. MESSA DELLE ORE 11:00, SARANNO BENEDETTI I BAMBINELLI DEI PRESEPI E SI TERRÀ L’ESTRAZIONE DEI NOMI DEI TRE BIMBI CHE RAPPRESENTERANNO GESÙ BAMBINO DURANTE LE TRE MANIFESTAZIONI DEL PRESEPE VIVENTE.
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