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Referendum: Attenzione ai facili trionfalismi PDF Stampa E-mail
Scritto da A.M.Cavallaro   
lunedì, 05 dicembre 2016 04:51
ImageHa vinto il NO! Tutti si chiedono: Cosa succederà ora? Matteo Renzi ha annunciato che in mattinata salirà al Quirinale per depositare le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Matterella. (Nella foto: Matteo Renzi, commosso, lascia Palazzo Chigi insieme alla mogle Agnese dopo la Conferenza Stampa, a botta calda, alle telecamere della RAI)

Ma potrebbero anche essere respinte, eventualità non certamente peregrina, se si considerano le tantissime volte che le dimissioni di presidenti del consiglio democristiani sono state respinte nel corso del cammino repubblicano del nostro paese. Respinte sì, con l’incarico al trombato Renzi,  di lavorare magari alla elaborazione di una più decente legge elettorale ed andare poi alle elezioni reclamate da tanti.  Si permetterebbe così ai parlamentari di “bivaccare” nelle aule della camera e del senato in attesa di maturare il diritto al tanto agognato vitalizio. Quindi cerchiamo di stare con i piedi per terra e di non abbandonarci a facili trionfalismi.

Subito dopo la diffusione dei risultati, ogni fautore del NO si dice vincente, da Salvini, alla Meloni, a Brunetta, mentre prudenzialmente ancora non hanno diffuso grandi proclami Grillo e Berlusconi. E’ da ritenere che determinante per il risultato finale sia stata quella importante schiera di elettori che nelle ultime competizioni elettorali e referendarie si era defilata.

Su questo dato occorre riflettere, ed  ha avuto  ragione Renzi, quando nel suo intervento di questa notte ha detto che la massiccia affluenza alle urne è stata una vittoria della democrazia (anche se non è stata a suo favore) ed è la conferma che tanti italiani avevano preso le distanze dalla politica non per disaffezione alla partecipazione, ma per sfiducia nelle persone che  quella politica hanno condotto, e conducono ancora, in modo scriteriato e, spesso, personalistico. Quando si è trattato, però, di dare il proprio parere su una proposta che avrebbe stravolto la Costituzione fondatrice della nostra democrazia si sono rotti gli indugi e si è deciso di dare un segnale forte, a chi pretendeva di poter fare e disfare a proprio piacimento, con un secco e deciso NO.

Che Renzi ritorni dietro le quinte o no, è poco importante, importante è che la cosiddetta “accozzaglia” che ha bloccato il suo iter si renda conto che non si tratta di una vittoria, ma dell’affermazione di un popolo che ha deciso di CONTARE, ed è questo il dato importantissimo di cui devono  tener conto tutti, sia i fautori del SI che quelli del NO.
A livello locale, ci riferiamo soprattutto a Cassano, ma non solo, ci sono ben più dure gatte da pelare per la situazione di stallo in cui versa non solo la politica ma anche l’economia, vie d’uscita se ne intravedono pochine e se qualcuno nutriva speranze sulle promesse fatue di Renzi, cominci a farci una croce sopra. 

Nessuno, sia in televisione che sui giornali on-line,  ha pensato che la percentuale di affluenza alle urne in Calabria è stata bassa anche per i tantissimi che si trovano in altre zone in Italia e all’estero per studio o per lavoro e non hanno potuto rientrare per votare, si tratta di numeri non trascurabili se pensate che molti hanno sempre la residenza nei loro luoghi d’origine perché impegnati in attività provvisorie e quindi non inseriti nei registri A.I.R.E. (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero).

Interessante nel nostro territorio è confrontare l’affluenza al voto dei due ultimi referendum, ci riferiamo al referendum contro le trivellazioni che ha visto una partecipazione bassissima e a quello di ieri. I nostri politici locali, pur dichiarando tutti di essere contro le trivellazioni, hanno fatto ben poco per spingere i cittadini alle urne, mentre nell’ultima campagna referendaria hanno speso fior di energie e di soldoni per stampare manifesti, organizzare convegni e incontri per compiacere il “padrone” che li incalzava da Roma per il SI. A questo punto, per essere coerenti, dovrebbero agire come il loro “patron” mollare la nave e cercare di allontanarsi con qualche scialuppa di salvataggio, tanto più alla deriva di così non si potrebbe andare, altro che “prendere il largo”. Per navigare al largo, bisogna essere nocchieri esperti e saper scegliere bene i propri marinai, badando che siano, innanzitutto “liberi” da qualsivoglia  “dovere” di “famiglia” e che sappiano stare sulla coffa ed avere una vista d’aquila per individuare in tempo scogli affioranti ed iceberg vaganti.

Queste considerazioni mi sono saltate in mente alle 3 del mattino dopo la lettura dei risultati ed aver passato in rapida rassegna esultanze e mugugni. Buon lunedì e che Dio ci benedica tutti, credenti e non e …. che ce la mandi buona.

Antonio Michele Cavallaro

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