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L’interrogazione parlamentare di Morra e c. PDF Stampa E-mail
Scritto da A.M.Cavallaro   
lunedì, 21 novembre 2016 11:08
ImageQualche giorno fa, la “tranquilla” vita politica di Cassano Ionio è stata scombussolata dalla notizia, piombata come fulmine a ciel sereno, della presentazione di un’interrogazione parlamentare indirizzata al min. dell’Interno Alfano, dal pentastellato sen. Morra e dai parlamentari  Gaetti, Cappelletti, Giarrusso, Santangelo, Serra, Endrizzi, Crimi, Moronese, Puglia e Pagnini. Secondo quanto appreso dalla stampa e poi verificato sull'originale, nell’interrogazione viene chiesto al ministro di valutare la sussistenza dei presupposti per la rimozione del sindaco e lo scioglimento del Consiglio comunale di Cassano All'Ionio per infiltrazioni mafiose”.

Certamente non si tratta di una notiziola di poco conto ed è ovvio e giustificato lo scalpore e, diciamo la verità, lo sconforto della cittadinanza onesta di Cassano nel vedere il proprio paese ancora una volta tacciato di mafia, tanto più che l’accusa questa volta è indirizzata alla classe dirigente della città sibarita.
Perché scriviamo “ancora una volta”, perché appena tre anni fa avvenne la stessa cosa con una notizia apparsa sulla stampa a carattere nazionale, quando con toni e termini estremamente esagerati il quotidiano “La Stampa” di Torino a firma Niccolò Zancan,  stigmatizzò il tragico episodio di sangue, che vide vittima tra gli altri il piccolo Cocò, scrivendo: ”Cassano allo Ionio è un posto spaventoso. Perché la paura è un contagio. E se tu entri dentro un ristorante armato di una domanda e il ristoratore corre in cucina imprecando e supplicando, per favore, di non nominare il suo locale e neppure il nome di quel bambino, è ovvio che alla fine ti spagni. Tutti ci spagniamo qui…….”    
Chiunque abbia letto quell’articolo in qualsiasi parte del mondo non ha potuto fare a meno di pensare che Cassano fosse un covo di malavitosi ‘ndranghetisti e che il malaffare pervadesse l’intera comunità. Nessun accenno alle positività del territorio, che sono tantissime, ma, quel che lasciò sbigottite moltissime persone oneste, laboriose e per niente compromesse con delinquenza o similia, non ci fu NESSUNA presa di posizione ferma e decisa nei confronti di quel giornale né da parte della politica locale (fatta eccezione per un blando comunicato del sindaco) e neanche da parte della curia.
Non trovate strano che ora si gridi allo scandalo?
Inizialmente, non avendo ancora letto interamente il testo dell’interrogazione, non siamo riusciti a decifrare bene la portata di questa azione politica. Dopo aver letto l’intero testo diciamo che la prima parte, quella riguardante i “sospetti” di conduzione non proprio adamantina della cosa pubblica, potrebbe essere anche oggetto di una “controllatina” un po’ più approfondita, quello che ci ha lasciati perplessi è invece la parte terminale quando si citano persone, alcune delle quali sono state vittime “incaute” del malaffare, pagandone le  conseguenze,  pretendendo di coinvolgere anche figli e parenti a vario titolo, che nulla probabilmente hanno avuto a che fare con le tristi vicende di parenti o affini.
Non ci sembra che gli attuali ordinamenti legislativi vietino a persone incensurate di partecipare alla vita pubblica, quand’anche fossero parenti, anche stretti, di delinquenti o mafiosi.
Crediamo che  i cittadini onesti, laboriosi e rispettosi delle regole, che sono la maggior parte degli abitanti del nostro comune, non abbiano nulla da temere, anzi, se sospetti ci sono, ben venga un controllo da parte di chi di dovere per fare eventuale e definitiva pulizia o, al contrario, come ci auspichiamo, vengano spazzate via le accuse calunniose e permettere a chi gestisce la cosa pubblica di continuare a svolgere il ruolo che il mandato elettorale gli ha assegnato.
Niente scalpori quindi e fiducia nella giustizia.
Tutti gli interrogativi riguardanti le motivazioni che hanno spinto i parlamentari a inviare l’interrogazione ed eventualmente sui presunti “mandanti” locali, riteniamo non siano importanti. Importante è invece poter dimostrare che non ci sia NULLA di vero in quel che è paventato nella loro richiesta.

Antonio Michele Cavallaro

Chi desidera leggere il testo dell'interrogazione clicchi QUI'

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