Vangelo di Domenica 23 Ottobre 2016 |
Scritto da don M.Munno | |||||||||||||||||
giovedì, 20 ottobre 2016 06:43 | |||||||||||||||||
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 18,9-14. - In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».
Viale magna grecia, 1 – 87011 Cassano all’Ionio (CS) – Tel. 098174014
“in-formati” Foglio settimanale parrocchiale di formazione e informazione 23 – 30 OTTOBRE 2016 camminando insieme
Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica 23 Ottobre 2016 XXX Domenica del Tempo Ordinario – C (Sir 35,15b-17.20-22a; Sal 33; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14)
La preghiera “autentica” non è solo strettamente legata alla “fede”, ma è strettamente radicata anche in una virtù squisitamente “umana”, che si chiama umiltà. È quanto possiamo comprendere illuminati dalla Parola che il Signore ci dona, attraverso la liturgia della Chiesa, in questa XXX domenica del tempo ordinario. Gesù, dopo la parabola “sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”, racconta una parabola “per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri”. I due personaggi di questa parabola ci possono aiutare ad esaminare la “qualità” della nostra preghiera: il nostro modo di pregare condiziona il nostro sguardo su noi stessi e sugli altri! Chi prega male – o meglio rischia di dire tante formule, ma di non pregare affatto! – anestetizza la propria coscienza, auto-ritenendosi “giusto”, ha uno sguardo distorto verso se stesso e, contemporaneamente, guarda con “disprezzo” chi non è come lui, è portato ad auto-assolvere se stesso e a condannare sempre gli altri! I due personaggi, uno fariseo – cioè uno che osservava la legge, un “credente praticante” – e uno pubblicano – uno cioè che era ritenuto pubblicamente “peccatore”, “non osservante”, “non praticante” – salgono, entrambi, al tempio per pregare. Nonostante l’apparenza dell’azione della preghiera, uno solo di essi prega veramente! Il fariseo sta in piedi, come previsto per la preghiera, ma prega “tra sè”, prega davanti al proprio “io”! La sua preghiera non è un dialogo con Dio, ma un monologo! La sua preghiera in realtà non è un ringraziamento a Dio, ma una lode di se stesso ... un’auto-esaltazione che scade nel giudizio verso gli altri: ladri, ingiusti, adulteri ... neppure come questo pubblicano! Questo fariseo, poiché non fa determinate cose sbagliate e fa altre cose che crede buone, pensa di essere senza peccato! Profondamente diversa è la preghiera “umile” del pubblicano! Egli sa di essere peccatore: si ferma a distanza, non riesce neppure ad alzare lo sguardo, si batte il petto, invoca Dio ed implora pietà! Il pubblicano non si pone il problema se lui sia migliore di altri pubblicani o se altri pubblicani siano più peccatori di lui ... questo pubblicano, umilmente, si pone di fronte a Dio e chiede perdono! Il pubblicano nel tempio richiama il povero che grida al Signore e che il Signore ascolta, come ascoltiamo nella prima lettura, tratta dal libro del Siracide, e nelle parole del Salmo responsoriale. La preghiera autentica di chi, pur avendo tanto peccato, si presenta umilmente al cospetto di Dio, è più gradita di quel rivestimento di preghiera di chi, forse, formalmente non pecca, perché osserva le formalità, ma cova nel cuore disprezzo e giudizi verso gli altri! Anche San Paolo era un “fariseo quanto alla legge”, ma dopo aver incontrato seriamente Gesù, che perseguitava nei fratelli, acquista la ferma consapevolezza di essere “peccatore”, l’ “infimo”, un aborto! E questa consapevolezza lo porta poi a vivere tutta la sua vita come una lotta, una corsa, perché a tutti possa giungere l’annuncio del Vangelo, che è Gesù, il Solo che “ci libererà da ogni male e ci porterà in salvo nei cieli, nel suo regno”! A lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
AVVISI
- Oggi, DOMENICA 23 OTTOBRE, si celebra la GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE. Tutte le OFFERTE raccolte durante le celebrazioni saranno destinate alle MISSIONI.
- Ogni LUNEDÌ E GIOVEDÌ, dalle ore 19:00 alle ore 20:00, si tengono, presso il salone della chiesa “Sant’Eusebio” le CATECHESI per GIOVANI E FAMIGLIE. - GIOVEDÌ 27 OTTOBRE la catechesi consisterà in una LITURGIA PENITENZIALE. Saranno presenti numerosi sacerdoti e ci sarà la possibilità di confessarsi.
- Com’è ormai tradizione, anche quest’anno, per il 31 ottobre, vigilia della festa di Tutti i Santi, i ragazzi, gli adolescenti e i giovani della Parrocchia proporranno un momento di aggregazione e di festa, in ALTERNATIVA AD HALLOWEEN. I genitori cristiani sono vivamente invitati a non organizzare e a non permettere ai propri figli di partecipare ad eventi legati ad halloween, “festa” completamente estranea alla tradizione cristiana.
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