Dorina Bianchi e le fesserie su Cossa |
Scritto da A.M.Cavallaro | |
giovedì, 11 agosto 2016 16:17 | |
Mi è stato riferito che durante la presentazione di nuovi percorsi delle Grotte di Sant’Angelo, alla presenza delle autorità locali e della eminentissima (sic) on. Dorina Bianchi, (che ha cambiato ben otto volte partito) è stato detto che Cassano sarebbe stata fondata 1000 anni prima di Sibari dagli Enotri. Ultimamente mi sto dedicando, guarda caso, proprio allo studio di alcune note bibliografiche che mi sono state gentilmente segnalate da eminenti esperti di storia della Magna Graecia per accertare su basi documentali e non di fantasia l’esistenza di quel villaggio o, se vogliamo città, denominato Kossa Aenotria. Da quel che è stato proclamato durante la visita alle grotte appare chiaro che, dal momento che Sibari venne fondata dagli Achei intorno al 720 a. C., Cassano (o Kossa) sarebbe stata fondata nel 1720 a. C., vale a dire nel XVIII secolo. Sarebbe interessante conoscere la fonte di questa informazione, visto che gli storici fanno fatica persino a considerare Kossa nel nostro territorio. Dai documenti consultati risulta che su questo argomento è stato, ed è in corso un acceso dibattito tra gli storici, filologi ed archeologi che presentano tesi alternative a quelle del territorio di Cassano. A riferirci la presenza di Kossa, nei frammenti 72-80, è Ecateo, che parla di città degli Enotri, “Polis Oin-Otron”, la cui caratteristica era quella di trovarsi “in mezzo alla terra”, “en mesogheio”. Le cittadine non enotre vengono, invece, denominate da Ecateo “poleisItalias”. Questo significa che tutti i territori enotri citati erano situati nell’ “entroterra”, non erano, cioè luoghi marittimi, o abitati da altri popoli. Di questi centri, Ecateo, menziona Arinte, Artemision, Erimon, Ixias, Menekine, Kossa, Kitèrion, Malànios, Ninaia. Molto presumibilmente, i viaggi compiuti da Ecateo sono avvenuti intorno al 520 a.C. e riportati da Stefano Bizantino. Le fonti storiche, non mitiche, fanno risalire la presenza degli Enotri in Calabria a partire dai primi anni dell’età del ferro, XI secolo a.C., fino al VI secolo a.C. quando sopraffatti dall’espansionismo ellenico e dall’arrivo dei lucani e dei Brettii, furono sopraffatti e scomparvero dalla regione. Non si hanno certezze sulle loro origini, poiché le fonti sono spesso contrastanti, ma molti concordano che siano stati i primi colonizzatori dell’Italia meridionale di provenienza greca. Alcuni studiosi li identificano con gli Itali, e asseriscono che mutarono il nome da Enotri in Itali, dal nome di uno dei loro re di nome Italo. Dionigi di Alicarnasso, nel suo Ethnos scrisse: "Primi tra i Greci questi [gli Arcadi], traversando il golfo Ionio si stabilirono in Italia, sotto la guida di Enotro figlio di Licaone... diciassette generazioni prima della spedizione contro Troia. Enotro lasciò la Grecia non essendo soddisfatto dell'eredità paterna: avendo infatti Licaone ventidue figli, era stato necessario dividere in altrettante parti la terra degli Arcadi. Lasciato per questi motivi il Peloponneso e preparata una flotta, Enotro traversò lo Ionio, e insieme a lui anche Peucezio, uno dei suoi fratelli. Enotro, invece, con la maggior parte della spedizione giunse all'altro golfo... Trovando molta terra adatta al pascolo, ma anche molta idonea per l'agricoltura, per lo più inoltre deserta o poco densamente abitata, dopo aver scacciato i barbari da alcune zone, fondò numerose piccole città sulle montagne, secondo quello che era l'abituale modello insediativo degli antichi. E chiamò tutta la terra che aveva occupato, e che era assai ricca, Enotria”. Giusto per dare un’ulteriore indicazione, pare che secondo alcune recenti indagini, la famosa Kossa fosse situata non a Cassano ma in quella dolce vallata che si trova alle spalle della vecchia stazione ferroviaria di Civita, vallata che bagnata dall’Ejano era l’ideale per le coltivazioni predilette dagli Enotri (i vigneti) e il pascolo delle greggi nell’area oggi del Monte di Cassano e nella valle alta dove ora sorge Castrovillari, zone lontane dal mare e vicine alla montagna per pascoli freschi e ricchi di erbe aromatiche anche nei periodi caldi dell’estate. Prima di sparare fantasiose panzane, che oltretutto non è che portino chissà quale prestigio al territorio, sarebbe bene informarsi bene e sulla base di documenti probanti. Antonio Michele Cavallaro Mi permetto di segnalare un mio articolo sull’argomento Kossa pubblicato il 6 giugno del 2013 – cliccare qui per aprirlo |
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