Vangelo di Domenica 17 Luglio |
Scritto da don M.Munno | |||||||||||||||||||||||||||||||||
venerdì, 15 luglio 2016 17:14 | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,38-42. In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
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“in-formati” Foglio settimanale parrocchiale di formazione e informazione
17 LUGLIO – 7 AGOSTO 2016
camminando insieme
Il foglietto che avete tra le mani è diverso dai precedenti, poiché vi mancano le “rubriche” (“Camminando insieme” e “Riflettiamo insieme sulla Parola di Dio della Domenica”), mentre viene proposto il calendario delle prossime tre settimane (dal 17 luglio al 7 agosto). Il foglietto, nel formato consueto, riprenderà a settembre, dopo una breve “pausa estiva”. Chi lo desidera, potrà comunque trovare il “commento” settimanale sulla liturgia domenicale sul profilo facebook del parroco e sul sito www.sibari.info nella sezione Spirito e Fede. Augurando a tutti un fecondo riposo estivo, faccio mie le parole di augurio rivolte ai turisti del nostro vescovo Francesco lo scorso anno: “La vacanza è sempre un tempo per riprendere in mano la vita personale e mettervi ordine. Tempo per fermarsi, per sostare, per verificarsi e verificare le proprie relazioni in famiglia e fuori di essa. Tempo da donare a sé ma anche agli altri. Tempo da vivere con sobrietà e da dedicare alla propria interiorità per custodire lo Spirito che ci abita. Sia un tempo di grazia! Di conversione. Nelle nostre chiese sentitevi a casa vostra. I nostri sacerdoti sono a vostra disposizione per accogliervi e ascoltarvi, anche per celebrare il Sacramento della Riconciliazione, se volete. Permettetemi di richiamarvi al significato della domenica: giorno del Signore Risorto, tempo per “spezzare” il pane della Parola e dell’Eucarestia insieme alla Comunità”. Un caro abbraccio a tutti. Prego per voi. Vi chiedo di pregare, in particolare, per i ragazzi della nostra Parrocchia che, con me, vivranno a Cracovia l’esperienza della GMG dal 20 luglio al 1° agosto p.v.
don Michele
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - C 17 luglio 2016 "Ma di una cosa sola c'è bisogno ... la parte migliore". È particolarmente significativo il fatto che, ad estate inoltrata, in un periodo dell'anno in cui molti sono in "vacanza", la Parola di Dio ci venga incontro per ricordarci cos'è che può dare unità alla nostra vita, spesso agitata e distolta, anche quando vorremmo o penseremmo di poter/dover riposare, ma senza riuscirci. In tanti, infatti, dopo le "vacanze", corrono il rischio di ritrovarsi più stanchi e più svuotati di prima. "Di una cosa sola c'è bisogno ... la parte migliore". Facciamoci attenti ascoltatori, in questa XVI domenica del tempo ordinario, di una Parola capace di restituire unità alla nostra vita affannata, una Parola che ci consegna il "segreto" per una vita realizzata e beata, nonostante le intemperie e le tempeste nelle quali, a volte, possiamo incorrere. L'episodio avvenuto presso le Querce di Mamre, che ci viene presentato nella prima lettura, ci prepara alla buona notizia che ci viene presentata nel Vangelo. L'esempio di Abramo ci aiuta a dilatare gli spazi del cuore, ad allargare i paletti della tenda che è la nostra vita perché Dio vi possa trovare alloggio, vi possa abitare e noi, a nostra volta, possiamo sentirci accolti, abitatori della tenda di Dio. Il volto di Dio, però, porta i tratti comuni del volto dell'altro, al quale sempre dobbiamo andare incontro e dobbiamo ospitare. Gesù stesso, nel capitolo 25 del Vangelo secondo Matteo, dirà "ero straniero e mi avete ospitato ... ogni volta che l'avete fatto ad uno dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". È necessario passare dall'ostilità - dal tenere gli altri oltre la porta della nostra vita - all'ospitalità ... e Dio, accolto, amato e servito, nel "sacramento del fratello", ci farà sperimentare la sua benedizione, la nostra vita diventerà feconda, come l'utero sterile di Sara. Dall'ostilità all'ospitalità! E non solo nei confronti degli immigrati e degli stranieri, ma ad iniziare dai nostri dirimpettai, spesso perfetti sconosciuti ... Dall'ostilità all'ospitalità! L'autore della Lettera agli Ebrei, con un chiaro riferimento all'episodio di Mamre, esorta: "non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo". Il Signore ci chiede di essere accolto e ospitato anche e soprattutto nel "sacramento della Parola". Le notizie di cronaca ci consegnano spesso, purtroppo, degenerazioni inumane dell'accoglienza: è capitato, ad esempio, che anche qualche nobile iniziativa sia stata sporcata dall'interesse economico e immigrati e rifugiati siano diventati, privati del loro volto, merce interessante per traffici sporchi! Questo può accadere quando si mette da parte la "sola cosa di cui c'è bisogno", la "parte migliore". L'esempio di Marta e Maria può aiutarci a mettere ordine nella nostra vita e può preservarla da alcune "patologie" che potrebbero presentarsi. Tutti, come Marta, siamo chiamati ad ospitare Gesù, a fare della nostra vita una Betania, una "casa del povero". La vita di Marta, però, diventa "distolta", "affannata", "agitata"! Quante volte anche noi ci troviamo ad assomigliare proprio a Marta, desiderosi di ospitare Gesù, di fare del bene, ma poi viviamo "distolti", "affannati", "agitati" ... tanto da giudicare gli altri - "mia sorella mi ha lasciata sola a servire"! - tanto da arrivare a dare ordini anche a Gesù perché operi secondo la nostra volontà - "dille dunque che mi aiuti"! Distolti, affannati, agitati, supercritici, insoddisfatti, arroganti e presuntuosi addirittura nei confronti di Dio! Oggi abbiamo bisogno di sentirci, tutti, amorevolmente e decisamente rimproverati da Gesù: "Marta, Marta"! Abbiamo bisogno che Gesù ci ricordi qual è l'atteggiamento interiore fondamentale, capace di dare unità alla nostra vita e di preservarci dagli affanni e dalle sterili agitazioni! Sì, c'è un "prima", c'è la "cosa sola di cui c'è bisogno", c'è una "parte migliore", che deve precedere, accompagnare e seguire il nostro "fare" perché non degeneri in uno sterile attivismo, ed è l'atteggiamento di Maria: seduta ai piedi di Gesù, ascoltava la sua Parola! Che il Signore ci aiuti tutti a ripartire continuamente da qui: seduti ai suoi piedi, ad ascoltarlo ... è la sola cosa necessaria, la parte migliore, ciò che non potrà mai esserci tolto ... perché la sua Parola "ospitata" in noi farà sì che sia Lui a vivere in noi! Amen. don Michele Munno
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