La Fuffa e la Storia, alcune considerazioni sui quesiti del Concorso di Storia per la scuola - Mi ero ripromessa di non scrivere nulla sul Concorsone che sta selezionando una nuova generazione di colleghi da mandare in cattedra perché mi sono tenacemente rifiutata, per scelta, di candidarmi a far parte delle commissioni giudicatrici. Ma oggi quando ho visto i quesiti che sono stati dati per la prova di Storia non ho retto. No, dài, non si può.
I quesiti sono questi:
1) il warfare (cioè l’arte della guerra) nel passaggio da età medievale a età moderna;
2) le migrazioni come fondamento delle società umane dal XII al XXI secolo;
3) la national building tra ‘800 e ‘900 (spiegare il sistema concettuale e analizzare un caso specifico);
4) l’elezione di Barack Obama e la storia degli afroamericani dal XVIII al XXI secolo;
5) la storia dell’Islam dal VII al XXI secolo;
6) a cosa può servire la disciplina storica per l’orientamento lavorativo degli studenti.
Ora, guardate, ha ragione da vendere Ernesto Galli della Loggia (ed è raro che io mi trovi d'accordo con lui, per cui il Concorsone riesce a fare anche questi miracoli): io vorrei davvero conoscere i nomi di chi ha partorito questa roba.
Oltre ai nomi, sarei anche curiosa di sapere che razza di curricolo hanno alle spalle. Perché per credere che in due ore e mezza un candidato possa scrivere qualcosa di sensato rispondendo a questi quesiti ci vuole una dose di fantasia (chiamiamola fantasia, sì, anche se il termine più specifico sarebbe un altro) che non si è mai vista in giro.
Premetto che insegno nella scuola pubblica da 15 anni, alle medie. Sono laureata in Storia greca, ho un dottorato di ricerca in Storia antica, pubblicazioni scientifiche all'attivo, sono stata consulente per manuali di Storia e ho scritto saggi di Storia. Non sono quindi di certo una povera sprovveduta. Be', onestamente, non saprei come diavolo rispondere in maniera non dico puntuale ma forse nemmeno decorosa a questa roba qua.
Esaminiamoli, per favore, i quesiti.
1) Il warfare nel passaggio da età medievale a età moderna.
Cioè, esattamente di cosa dovrei parlare? Nuove tecnologie introdotte? Tattiche militari innovative? Portare esempi di guerre o di battaglie del periodo con puntuale disamina delle differenze rispetto ai conflitti dei periodi precedenti?Onestamente so dire che arrivano le armi da sparo e questo rimescola molto le tattiche di assedio e le tattiche militari in genere, e forse citare qualche caso di nuove fortificazioni militari, tipo Palmanova, ma basta. Per fare una disamina appena appena decente, ci vuole come minimo un esperto di storia militare specializzato in quel periodo di transizione, perché se pigli pure un esperto militare ma della Prima Guerra Mondiale è facile che si incarti. E poi, spiegatemi, perché dovete scrivere "warefare". Cos'è, se lo scrivete in italiano non è abbastanza figo?
2) le migrazioni come fondamento delle società umane dal XII al XXI secolo.
No, davvero, qua cosa dovrei raccontare? Le migrazioni del XII secolo. Io sinceramente se so qualcosa riguarda le migrazioni di secoli prima, tipo quelle dei barbari nell'impero romano. Poi dal XII secolo al XXI. 'Na bazzeccola. In pratica, brevi cenni sull'infinito. Ci sta dentro di tutto, dai Normanni agli Ottomani ai migranti siriani sui gommoni. Non saprei trovare un elemento caratterizzate di fenomeni così disparati, se non il fatto che scappano. Non so, forse vogliono gli esaminatori che si scriva questo: la gente quando migra, scappa, quindi scappare è il fondamento di ogni civiltà. Chissà che voto mi danno.
3) La national building tra ‘800 e ‘900 (spiegare il sistema concettuale e analizzare un caso specifico.
Qui il problema che si pone è lessicale. Analizzerei anche volentieri un caso di national building, ma non ho idea di cosa sia. Forse il nome di un nuovo edificio del Ministero. In Storia al massimo potrei sapere cos'è la nation building, cioè quello che in italiano e nei manuali di storia si chiama, da sempre, "nascita dello Stato nazionale". Sarà questo che vogliono? Boh. Nel dubbio, posso sempre parlare di storia del mattone, che nel building si sa, serve.
4) l’elezione di Barack Obama e la storia degli afroamericani dal XVIII al XXI secolo.
Anche qua, una bazzecolina. Ci sta dentro tutto il problema della schiavitù antica, moderna, la tratta degli schiavi, la discriminazione razziale, la lotta per i diritti civili, e poi ovviamente anche una attenta e accurata disamina dei problemi delle elezioni americane e del loro sistema di governo, le lobbies, gli equilibri nell'opinione pubblica statunitense, nonché la comunicazione politica, lo storytelling elettorale. Se la potrebbe cavare, forse, un esperto di storia americana moderna e contemporanea con un dottorato di ricerca in sociologia della politica, master in diritti civili delle minoranze di colore nell'America del XX secolo e specializzazione in comunicazione politica. Ma anche lui con una certa difficoltà.
5) la storia dell’Islam dal VII al XXI secolo.
Mobilitate un team di analisti specializzati in Medioriente contemporaneo (forse ne hanno di bravini alla CIA) e fateli dialogare con un analogo team di medievalisti specializzati in storia dell'Islam. Unite poi qualche esperto di cultura persiana (medievale, moderna e contemporanea), un paio di medievalisti ferrati sull'Islam in Occidente, altri studiosi del mondo arabo del Nord Africa, dell'Islam in Africa centrale, uniteli a un pool di ricercatori che si occupa dell'Islam asiatico dal Pakistan alle Filippine, senza dimenticare Cina ed Estremo Oriente. Non dimenticate un sociologo che studi l'Islam contemporaneo nelle seconde generazioni di immigrati, in Occidente e Usa, e la radicalizzazione nei gruppi terroristici, nonché la storia del fanatismo islamico contemporaneo, da Hamas all'Isis. Per sicurezza aggiungeteci anche qualche bizantinista, per coprire al meglio i primi secoli, ed un esperto di storia del colonialismo con particolare attenzione alla vicenda di Lawrence d'Arabia. Ecco, quando li avrete riuniti tutti, forse assieme, spremendosi molto, possono scrivere qualcosa di sensato per rispondere a questa domanda qua. Dategli tempo però almeno cinque anni, è appena appena un po' complicato.
6) a cosa può servire la disciplina storica per l’orientamento lavorativo degli studenti.
Qui ci vuole, credo, un pool di sociologi che collaborino a stretto contatto con esperti di marketing e esperti del mondo del lavoro, e citino rapporti Censis e dati precisi di ricaduta sul mondo delle occupazioni, aggiornati e sicurissimi. A meno che uno non voglia il solito vago pistolotto sul fatto che la storia è maestra di vita ed a qualcosa la cultura umanistica serve, e anche se non serve a niente è tanto bella, eh.
Siccome per tutti i quesiti bisognava anche fornire bibliografia e filmografia (sitografia no? Eccheè, vi siete dimenticati il web? Vergogna!), i candidati avrebbero dovuto avere in testa la biblioteca di Alessandria, e un cervello che elabora le informazioni come Google, per reperire nomi di libri e film pertinenti. Se enciclopedici devono essere i candidati, non oso immaginare a che livelli di competenza dovranno posizionarsi i loro giudici, perché sinceramente io se fossi in commissione non sarei in grado di valutare bibliografie su quasi tutti gli argomenti citati, perché non li conosco così approfonditamente.
Non voglio nemmeno immaginare cosa avranno potuto impapocchiare i candidati nelle due ore e mezza di compito. Non voglio indovinare cosa diavolo valuteranno i commissari preposti. Elaborati pieni di fuffa e di citazioni a cavolo, fatte sulla base di vaghi ricordi recuperati in attimi di panico, valutati da gente che, per quanto piena di buona volontà, ne sa quanto e forse meno dei candidati stessi. Chiediamoci: è questo che vogliamo che venga insegnato agli alunni? Ma soprattutto chiediamoci: perché?
Mariangela Galatea Vaglio fonte: Il mondo di Galatea
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