Iacobini, Papasso, Tufaro, Rusciani Non m’intendo molto di pesca, ma da quel poco che ho imparato da alcuni amici appassionati, occorrono lenze ed esche speciali se si vogliono catturare tipi particolari di pesci più o meno pregiati, mentre, invece, i “bracconieri” del mare con le reti a strascico ramazzano tutto quel che c’è sul fondale marino, tirando a bordo dei pescherecci anche parecchi rifiuti. Mi sembra che il sistema usato per la preparazione delle liste elettorali oggigiorno assomigli molto a questa tipologia di pesca.
Certo la legge elettorale, con la preferenza unica, è fatta apposta per spingere i candidati a sindaco ad approntare più liste possibili per poter “ramazzare” voti da qualsiasi parte e di qualsiasi “risma”, così vediamo che a Rossano sono state presentate 21 liste per ben sette candidati a sindaco e circa 350 candidati consiglieri, mentre a Cassano le liste sono 16 per 4 candidati a sindaco e con ben 252 candidati consiglieri. Ora è chiaro che chiunque può avere la giusta aspirazione a dare il proprio contributo alla politica locale, e bello sarebbe se tutta questa massa di “aspiranti” politici, continuassero ad occuparsi della cosa pubblica anche dopo le elezioni, ma, ahimé, questo non accade e la politica del cosiddetto, da tutti decantato, “rinnovamento” muore di morte repentina all’indomani della notifica dei risultati elettorali. E’ accaduto in tutte le più recenti tornate e la politica hanno continuato a farla sempre i soliti personaggi più o meno noti. Tutte le chiacchiere che vengono pronunciate durante la campagna “promozionale” elettorale non sono altro che parole al vento e si finisce per amministrare come sempre, badando molto al problemino piccolo piccolo che accontenta però l’amico portatore di voti e tralasciando una qualsivoglia programmazione a medio termine che potrebbe risollevare le sorti dei territori amministrati. A Cassano questo accade ormai da alcuni decenni. A parole sono tutti bravi. Vogliamo riflettere, per esempio, su cosa faceva l’opposizione durante la sindacatura Gallo? Papasso, ora candidato a sindaco, eletto consigliere pensò bene di dimettersi, e non operò nessuna azione di contrasto alle attività di quella maggioranza, che di cose a dir poco sconce ne fece parecchie; ma esattamente allo stesso modo si comportarono i cosiddetti “moderati” quando toccò a loro di passare all’opposizione durante la recente sindacatura Papasso che, seppur in meno tempo, di cose sconce ne fece anch’essa. Quando era il momento di fare politica tutti tacquero, i 250 e passa candidati a consiglieri svanirono nel nulla, i giovani che sembravano così vogliosi di scendere nell’agone politico, a parte qualche mugugno sui socials, divennero muti e rientrarono nei ranghi. Sono sicuro che la stessa cosa avverrà dei tanti candidati di questa tornata elettorale, chi avrà appoggiato il vincitore, dopo un giusto tempo di gaudio, si renderà conto che “non c’è trippa per gatti” e ,ovviamente incazzato, rientrerà nei ranghi; esattamente lo stesso faranno coloro che hanno sostenuto i perdenti, lasciando solo ai pochi che faranno parte del consiglio comunale il compito di “far politica” o, almeno, di tentare di farla. Mi auguro di aver torto e spero ardentemente che soprattutto i giovani che fanno bella mostra di sé nelle svariate liste elettorali, continuino ad occuparsi di politica, in modo attivo senza accettare supinamente quello che altri decidono. Da una parte o dall’altra devono restare vigili e attenti affinché il territorio non venga deturpato e devastato da assurdi progetti non utili alla crescita economica, sociale e culturale della nostra bella sibaritide. I quattro candidati a sindaco del Comune di Cassano Ionio sono Giovanni Papasso con 8 liste, Ivan Iacobini con 6 liste, Franco Tufaro con una lista e Alessandro Rusciani con una lista. Dopo la presentazione delle liste sono accaduti un paio di fatterelli che definire “incresciosi” sarebbe molto educato. Due delle liste del raggruppamento in appoggio a Papasso sono state ritenute non rispondenti ai dettami della legge per non aver rispettato quanto previsto per le quote rosa. La legge prevede che un terzo dei candidati deve essere di sesso femminile, quindi se i candidati sono 16 il numero delle donne dovrebbe essere di 6 e non 5. Il qui pro quo è stato ingenerato dal fatto che un terzo di 16 risulta essere 5,33, quindi chi ha approntato le liste ha pensato di arrotondare la cifra per difetto, mentre la legge dice chiaramente che bisogna arrotondare per eccesso, quindi su 16 candidati occorreva che 6 fossero le donne e non 5. Tutto ciò è chiaramente espresso nella nota del Ministero dell’Interno che si può consultare al seguente link: Cliccare quì
La parte che a noi interessa recita testualmente:” NEI COMUNI CON POPOLAZIONE SUPERIORE A 15. 000 ABITANTI nelle liste dei candidati nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura inferiore ad un terzo dei candidati, con arrotondamento all’unità superiore in caso di cifra decimale del numero dei candidati corrispondente a detto terzo..”
Ma anche tra le liste in appoggio a Iacobini vi sono stati dei problemi, pare per l’autenticazione di una firma, anche in questo caso non sono state rispettate le norme della legge elettorale. Da questi disgraziati accadimenti si può evincere la scarsa efficienza organizzativa, possibile che fra i tanti giovani (alcuni plurilaureati) nessuno si è peritato di andare a cercare sul web le regole per la presentazione delle liste? Se ci sono riuscito io che da vecchietto utilizzo il web con minore facilità, a maggior ragione avrebbero dovuto farlo i giovani ansiosi di entrare in politica. Tutto ciò si riallaccia a quanto scritto in precedenza sulla raccolta di candidature col sistema della rete a strascico……
Se questi sono i presupposti, che Dio ce la mandi buona, e ci benedica tutti. |