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Vangelo della Pasqua PDF Stampa E-mail
Scritto da don Michele   
giovedì, 24 marzo 2016 12:36
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,1-9. Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 
Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. 
Parrocchia “S. Giuseppe”
Sibari

Viale magna grecia, 1 – 87011 Cassano all’Ionio (CS) – Tel. 098174014

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“in-formati”
Foglio settimanale parrocchiale
di formazione e informazione

27 MARZO – 3 APRILE 2016
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camminando insieme

 Intendo formularvi i miei auguri per questa Pasqua commentando la Liturgia della Solenne Veglia Pasquale.
Essa è caratterizzata da quattro realtà simboliche, che descrivono il mistero della Resurrezione di Cristo … mistero che deve afferrarci, avvolgerci, travolgerci: la Luce; la Parola; l’Acqua; l’Eucaristia.
Nell’oscurità della notte una Luce – quella del Cero – prima flebile, poi sempre più folgorante – poiché si moltiplica dividendosi in numerose fiammelle – annuncia che le tenebre, l’oscurità, il peccato, il male, la morte non sono affatto l’ultima parola: la Luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo!
Se ci lasciamo contagiare dalla Luce del Risorto, con Lui continueremo ad arginare le tenebre del peccato e proclameremo con la testimonianza luminosa della nostra vita la gioia della Resurrezione!
Questa Resurrezione accade continuamente nella nostra vita quando ci mettiamo in serio ascolto della Parola di Dio.
L’abbondante Parola, che ci viene proposta in questa notte, ricordandoci la creazione, la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, e la nostra redenzione, operata da Cristo nel mistero pasquale, tende al compimento nella vita personale di ciascuno.
La Parola continuamente di crea, ci libera, ci redime, ci salva!
Nell’acqua del Battesimo noi siamo stati ricreati e - sacramentalmente - siamo già risorti in Cristo! Non dovremmo mai dimenticare la novità straordinaria che per ciascuno di noi è il Battesimo: siamo già stati associati alla morte e alla resurrezione di Cristo!
I fratelli e le sorelle che in questa santissima notte riceveranno il Battesimo saranno associati alla nostra famiglia - la Chiesa - al “popolo dei Risorti”, alla “gente di Pasqua”!
Il culmine della grande veglia, il culmine del cammino di iniziazione cristiana - avviato con il Battesimo - è l’Eucaristia!
L’Eucaristia dice comunione profonda di vita tra noi e il Risorto!
Noi ci nutriamo del Corpo del Risorto per essere il suo Corpo Risorto nella storia. In questa nostra storia!
E cosa deve fare il Corpo del Risorto che è la Chiesa nella storia? In questa nostra storia?
Deve dare una risposta chiara a chi ci domanda: “chi ci farà rotolare la pietra dall’ingresso del sepolcro?”.
È una domanda che ci deve trovare pronti ... pronti ad essere srotolatori di pietre, srotolatori di macigni! I sepolcri tappati da macigni ... le pietre poste a sigillare situazioni di morte e di putrefazione non possono lasciarci indifferenti!
Non saremmo “gente di Pasqua”, non saremmo il Corpo del Risorto, se tollerassimo nella nostra vita e in quella degli altri le pietre che chiudono la speranza!
Dobbiamo essere srotolatori di macigni ed annunciatori franchi e credibili del “Non è qui”!
Il Risorto, infatti, non è qui! Non è nei sepolcri putrefatti dall’odio, dalla discordia, dall’egoismo esasperato, dall’interesse personale smodato, dall’ingiustizia, dalla sopraffazione, dalla malavita organizzata e non, dalla criminalità micro e macro, dall’indifferenza più o meno globalizzata! No, in queste situazioni putrefatte e puzzolenti il Risorto non c’è!
Perciò, coraggio! Lasciamo che il Risorto rotoli via il macigno che sbarra la nostra vita e diventiamo con Lui srotolatori dei macigni degli altri fratelli e delle altre sorelle ... e la Luce sfolgorante della Pasqua tornerà a vincere le nostre tenebre e le tenebre del mondo intero!
Auguri di cuore! Il Signore vi benedica e la Vergine Maria vi accompagni sempre!
    don Michele


Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica
27 Marzo 2016
Domenica di Pasqua
(At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9)

A tutti e a ciascuno giunga l’augurio più sincero per questo santo giorno di Pasqua: Cristòs anèsti! Alithòs anèsti! Cristo è Risorto! È veramente Risorto!
Queste parole, che prendiamo in prestito dai fratelli orientali, sono molto più che il nostro semplice “auguri”: esprimono, infatti, il motivo profondo della festa di questa festa: il Signore è veramente risorto!
Oggi non ci scambiamo solo convenevoli felicitazioni, non ci auguriamo semplicemente un certo benessere! Oggi auguriamo l’uno all’altro di lasciarsi afferrare, di lasciarsi inondare dalla gioia straripante della Risurrezione!
Dio, il Padre, ha risuscitato Gesù al terzo giorno. L’amore spinto fino alla morte, per amore, ha sconfitto la morte! Questo è l’annuncio di gioia che abbiamo ascoltato nella prima lettura e che la Chiesa ininterrottamente continua ad annunciare: “chi crede in Lui, il Vivente, ottiene la vittoria sul peccato nel Suo Nome”!
Questo è il fondamento della nostra fede! Se togliessimo questo fondamento non avrebbe alcun senso il nostro radunarci insieme oggi, non avrebbe senso la predicazione, non avrebbe senso la Chiesa, non avrebbe senso la vita morale cristiana!
È chiaro che credere non è semplice! La fede è un dono che riceviamo e che dobbiamo alimentare. La fede è un cammino che dobbiamo percorrere, così come lo hanno percorso i cristiani di tutti i tempi. Così come hanno fatto gli stessi discepoli di Gesù.
Il Vangelo che ascoltiamo ci aiuta a comprendere che la nostra fatica nel cammino della fede è simile alla fatica degli stessi discepoli. Un cammino che comporta le prove, la notte del dubbio, la pietra rotolata, che fa cadere nella desolazione.
Proviamo al cammino percorso dai discepoli. Oggi siamo invitati a compiere lo stesso itinerario di fede compiuto da Maria di Magdala, da Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava.
Maria, pur provando affetto per Gesù, rimane “nella notte”: la morte resta per lei qualcosa di insuperabile, di invalicabile. Va alla tomba e trovandola inspiegabilmente vuota pensa subito che il corpo di Gesù sia stato trafugato: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto”. 
Maria di Magdala rappresenta tutti noi quando ci arrendiamo facilmente e diamo soluzioni affrettate, quando ci lasciamo afferrare dalla disillusione e pensiamo di non poter andare oltre l’apparente sconfitta: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto”!
C’è poi Pietro. Egli corre, vede il sepolcro vuoto e le bende a terra, ma non riesce ad andare oltre. Egli è paralizzato dal suo peccato, dalla coscienza della sua infedeltà, dal suo tradimento.
Anche noi come lui corriamo il rischio di rimanere prigionieri della nostra fragilità e riteniamo che sia impossibile un superamento! Egli “entrò nel sepolcro e vide le bende per terra e il sudario che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende ma piegato in un luogo a parte” e si fermò lì.
C’è infine l’altro discepolo, quello che Gesù amava. Egli giunse per primo, entra per ultimo “e vide e credette”.
In questo discepolo c’è un inizio di fede che manca in Maria e in Pietro! Perché per giungere ad un inizio di fede è decisivo il sentirsi raggiunti dall’amore di Gesù e abbandonarsi a questo amore teneramente sconfinato e misericordioso.
Anche questo discepolo, come Pietro, “vede” i segni che sono collegati alla morte di Gesù ma, a differenza di lui, spinto dall’amore che porta nel cuore, intuisce la “novità di Dio”: se l’Amore può giungere a morire per amore, allora è possibile che questo amore stesso superi ogni attesa e ogni possibilità umana!
Credere significa lasciarsi raggiungere dall’Amore di Dio che ci è stato rivelato nel mistero della Pasqua di Gesù.
E in questo amore sconfinato noi siamo stati immersi nel giorno del nostro battesimo: sacramentalmente noi siamo già morti e risorti in Cristo!
Perciò dobbiamo “cercare le cose di lassù” ed essere “pasta nuova”, “lievito” in un mondo che attende da noi cristiani un annuncio credibile della risurrezione.
Se crediamo che Cristo è risorto, se con lui nel battesimo siamo risorti, la nostra vita non può essere mondana! Non possiamo più pensare secondo le logiche che portano alla morte!
Oggi siamo stati riportarti in quel giardino – che richiama quello dell’Eden – dove Gesù, il nuovo Adamo, ha vinto con la sua obbedienza, spinta fino all’estremo, il peccato, causato dalla disobbedienza dell’uomo, perché vogliamo fare nostro il sogno di Dio!
Dobbiamo cercare le cose di lassù! E cercare le cose di lassù non significa disinteressarsi delle cose di questo mondo! Tutt’altro! Cercare le cose di lassù, vivere cioè da risorti, significa impegnarsi per rendere questo nostro mondo sempre più simile a “quello di lassù”, impegnarsi perché “venga il Regno” di Dio! Impegnarsi, cioè, per vincere con la fraternità e con la disponibilità l’egoismo; vincere con la gratuità l’interesse e il tornaconto personale; vincere con la pace le contese; vincere con l’amore l’odio; vincere con il perdono la vendetta!
Lasciamo che l’Amore di Cristo ci renda poveri in spirito, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace.... questa è la Pasqua!
Senza mai dire “basta”! Ma impegnandosi e lottando contro il nostro egoismo “fino all’estremo”, “fino alla fine” ... perché Gesù ci ha amati e ci ama “senza misura”, “fino a consumare se stesso”!
Ed è proprio questo Amore che vince il peccato e la morte! Chi ama non muore!
Questa è la nostra Pasqua! Amen! Alleluia!
DOMENICA 27 MARZO bianco

 DOMENICA DI PASQUA
Liturgia delle ore propria

At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci ed esultiamoOre 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA
Def. Marianna

ORE 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA
Pro populo 

ORE 17,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA
In onore di San Giuseppe
LUNEDI’ 28 MARZO bianco

OTTAVA DI PASQUA
Liturgia delle ore propria
At 2,14.22-32; Sal 15; Mt 28,8-15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugioOre 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA
Def. Teresa, MariaCarmela
MARTEDI’ 29 MARZO bianco

OTTAVA DI PASQUA
Liturgia delle ore propria
At 2,36-41; Sal 32; Gv 20,11-18
Dell'amore del Signore è piena la terraOre 16,00 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA
Def. Rita (trigesimo)

Ore 17,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA
Def. Moreno (trigesimo)
MERCOLEDI’ 30 MARZO bianco

OTTAVA DI PASQUA
Liturgia delle ore propria
At 3,1-10; Sal 104; Lc 24,13-35
Gioisca il cuore di chi cerca il SignoreOre 16,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA
Def. Giorgietta (trigesimo)

Ore 17,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA
Def. Famiglie Cacciola e PenniniGIOVEDI’ 31 MARZO bianco

OTTAVA DI PASQUA
Liturgia delle ore propria
At 3,11-26; Sal 8; Lc 24,35-48
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

Ore 17,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA
Def. LeonardoFrancesco
Ore 18,00 – Chiesa “S. Giuseppe”:
ADORAZIONE EUCARISTICAVENERDI’ 1° APRILE bianco

OTTAVA DI PASQUA
Liturgia delle ore propria
At 4,1-12; Sal 117; Gv 21,1-14
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d'angolo1° VENERDI’
Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

ORE 17,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA
Def. Gianni, Mirella

SABATO 2 APRILE bianco

OTTAVA DI PASQUA
Liturgia delle ore propria
At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15
Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai risposto1° SABATO
Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA
Def. Francesco

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO
Ore 17,30 in poi – “S. Giuseppe”:
GIOVANISSIMI E GIOVANIDOMENICA 3 APRILE bianco

 II DOMENICA DI PASQUA
Liturgia delle ore propria
At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31
Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempreOre 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA
Def. Caterina, Luigi

ORE 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA
Pro populo

ORE 17,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA
Def. Emilio, Rosina
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