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Consorzio di Bonifica, Stato nello stato PDF Stampa E-mail
Scritto da A.M.Cavallaro   
domenica, 14 febbraio 2016 08:08
ImageIl Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino negli ultimi anni è diventato un autentico "Monstrum", come si evince dal sito istituzionale "ha inglobato il vecchio Consorzio Ferro-Sparviero, estendendolo su altri 23  comuni della provincia di Cosenza, per complessivi 91.877 ettari provenienti dalla soppressione del Consorzio Sibari-Crati e, definendo così un perimetro complessivo di 112.984 ettari.", praticamente l'intera Piana di Sibari con l'aggiunta di tutti i  comuni pedemontani.

I Consorzi di Bonifica hanno espletato un ruolo importantissimo negli anni successivi  alla famosa distribuzione delle terre ai contadini che non ne avevano, praticamente in tutto il sud peninsulare, laddove era necessario recuperare terreni per l'agricoltura ed eseguire lavori per il prosciugamento di aree paludose o di zone pedemontane afflitte da fenomeni franosi o dalla mancanza di acque per l'irrigazione. Lo Stato prima e le Regioni, dopo la loro istituzione, hanno largamente finanziato questi enti che svolgevano sui territori interessati opere certamente meritorie. Erano i tempi delle "vacche grasse" e i  dirigenti che si sono succeduti negli anni hanno certamente "largheggiato" (per usare un eufemismo) nell'assegnazione di stipendi e prebende e, come era molto "di moda" fino a qualche decina di anni fa, nelle assunzioni pilotate dalla politica.

Oggi la caduta della "manna" è cessata, non vi sono più le grasse e grosse distribuzioni di soldoni né dallo Stato, né dalla Regione, ma non si vuole recedere dal mantenere a galla le vecchie abitudini dei ricchi stipendi. Così per mantenere i vecchi privilegi non c'é rimasto che spremere i proprietari delle terre ricadenti nel perimetro consortile.

La parola "Consorzio" cosa significa? Diciamo che può intendere un gruppo di persone o di aziende che, avendo alcuni problemi comuni decidono di unirsi per risolverli insieme distribuendo i costi fra di loro in modo equo. Sotto il profilo giuridico potremmo dire che si tratta di un istituto che "disciplina un'aggregazione volontaria legalmente riconosciuta che coordina e regola le iniziative comuni per lo svolgimento di determinate attività" che possono coinvolgere sia enti privati che pubblici.


Ora senza dilungarci troppo in tematiche giuridiche, salta subito all'occhio la partecipazione "volontaria" ad un qualsivoglia consorzio. Esistono però dei consorzi dei quali è obbligatorio essere soci per legge.  E' il caso dei consorzi di bonifica, ne consegue che tutto l'ambaradam amministrativo, finanziariamente molto oneroso, deve ricadere per legge sui consorziati, che, non dimentichiamolo, sono obbligati ad esserlo.

Dal sito web del Consorzio che ci interessa citiamo: "

Il contributo di bonifica é un contributo annuale dovuto per legge da tutti i proprietari di terreni e di fabbricati che si  trovano nel territorio gestito da un Consorzio di Bonifica.
I contributi di Bonifica sono oneri reali sulla proprietà  che sono esigibili con le norme per l'esazione dei tributi. (art.21 del R.D. n.215/ 1933)."...... "I Consorzi di Bonifica quindi, per l'adempimento dei loro fini istituzionali (manutenzione ed esercizio degli impianti e delle opere) nonché per la copertura delle spese di funzionamento del Consorzio, hanno il potere d'imporre i contributi di Bonifica ai proprietari di beni immobili (terreni e fabbricati) che ricadono all'interno del Comprensorio di Bonifica, compresi lo Stato, le Regioni, le Province ed i Comuni per i beni di loro pertinenza (artt.10, 17 e 59 del R.D. n.215/1933 e art.860 c.c.). I contributi di Bonifica sono emessi annualmente in relazione al beneficio ricevuto, individuato secondo i relativi  Piani di Classifica, approvati dai Consorzi, e sottoposti al controllo della Regione di appartenenza  nella misura stabilite dai Piani annuale di riparto della Contribuenza (approvati dai Consorzi e sottoposti al controllo delle  Regioni). I contributi di bonifica sono oneri reali sulla proprietà , annui, non divisibili per dodicesimi e sono dovuti dal soggetto passivo che risulta proprietario alla data del 01.01."


C'è da trasecolare leggendo i paragrafi sopracitati, praticamente un gruppo di privati eletto più o meno democraticamente che nulla ha a che vedere con l'organizzazione dello Stato ha la facoltà di esigere quelle che possiamo tranquillamente definire vere e proprie "tassazioni" (altro che contributo) sulle proprietà immobiliari di chiunque compreso lo stesso Stato.

Roba da ridere se non fosse vero.Ma ciò che veramente fa saltare i nervi è che questi Enti spesso sono dei veri e propri centri di potere e, in taluni casi, determinano anche i risultati elettorali favorendo questo o quel candidato, questo o quel partito, utilizzando come potente
mezzo di "convincimento" la promessa di assunzioni e favori in termini di servizi. Il candidato e il partito che vengono "spalleggiati" sono sempre quelli che possono poi essere utili al mantenimento dello "status quo". Con presidenti e membri del C.D.A. che diventano inamovibili e incollati alle loro poltrone.
A questo stato di cose non si è mai tentato di porre rimedio, ma, ultimamente, a causa delle cartelle esose che il Consorzio ha inviato senza tener conto del  "beneficio ricevuto, individuato secondo i relativi  Piani di Classifica", un notevole numero di consorziati si sono ribellati ed hanno iniziato una battaglia legale che certamente dovrebbe far riflettere gli amministratori di questo Ente.
Quello che molti propritari d'immobili lamentano è l’illegittimità delle pretese contributive per assenza di benefici derivanti ai propri immobili dall’attività di bonifica svolta dal Consorzio, anche perchè quest'ultimo non ha provveduto ad approntare un piano di classifica e quindi non può rivendicare la presunzione dei benefici arrecati dalle opere di bonifica. tutto ciò in  violazione dell’art. 24 della Legge Regionale 23 luglio 2003 n. 11.
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Secondo i principi del nostro ordinamento, della legislazione vigente in materia e , alla luce di una consolidata giurisprudenza, l’ente impositore è “esonerato dalla prova del beneficio tutte le volte che vi sia un piano di classifica – approvato dalla competente autorità regionale – recante i criteri di riparto della contribuenza degli immobili compresi sia nel perimetro consortile, sia nel comprensorio di bonifica”.
Il perimetro di contribuenza o piano di classificazione  rileva, dunque, l’ammontare  del beneficio e solo così il Consorzio può fruire di una presunzione probatoria circa l’esistenza del beneficio.
L'onere di  provare l’esistenza del beneficio spetta, ovviamente al Consorzio stesso,  sull’argomento la giurisprudenza ha fugato ogni dubbio:
Ex multis :
“ In tema  di  contributi  di  bonifica,  l'acquisizione  della  qualità  di consorziato, e quindi di soggetto passivo del tributo, segue  all'inclusione del fondo del singolo proprietario entro il perimetro  del  comprensorio,  a norma dell'art. 860 cod. civ., e, però, a norma dell'art. 11,  primo  comma,del r.d. 13 febbraio 1933, n. 215, l'entità del  contributo  è  modulata  in relazione ai benefici conseguiti o  conseguibili,  e  presuppone  perciò  un vantaggio diretto  e  specifico  per  il  bene  medesimo.  Ne  consegue  che l'approvazione del perimetro di contribuenza  -  definito  da  alcune  leggi regionali come piano di classificazione degli immobili o piano di classifica del   territorio   -   ha   esclusivamente   la   funzione   di    esonerare l'Amministrazione  dall'onere  di  provare  il  beneficio  in  favore  degli immobili in esso  compresi,  e  determina  l'insorgenza  dell'onere  per  il consorziato di contestare  specificamente  il  vantaggio  che  il  piano  di riparto della contribuenza afferma esistere tra  il  fondo  e  le  opere  di bonifica, deducendo l'illegittimità o l'incongruità del piano di classifica.”

Inoltre il CdA del Consorzio ha pensato bene di assegnare l'incarico di riscossione dei tributi ad una società di CUNEO senza aver espletato alcuna gara d'appalto come  dovrebbe avvenire per legge.  Si può facilmente immaginare anche il disagio  cui si dovrà andare incontro per poter difendere i propri legittimi interessi  (soprattutto dei piccoli proprietari) davanti alle commissioni tributarie, visto che la sede della Società di Riscossione è a Cuneo, a più di mille kilometri dalle nostre contrade. Insomma una serie di comportamenti che potremmo definire anche vessatori da parte di chi dovrebbe operare in favore dell'economia agricola locale, già pesantemente penalizzata da altre gravi problematiche.

Ci pare ovvio, quindi, che il Consorzio stia agendo in piena autonomia, non tenendo conto , in parte, della legislazione vigente e trattando i proprietari ricadenti nel perimetro consortile come una specie di vassalli, anzi valvassorri o, addirittura, valvassini di medievale memoria.
Il tempo del feudalesimo è finito da un pezzo, ma sui nostri territori vigono ancora diverse specie di vassallaggi e alla 'ndrangheta e alla politica bisogna aggiungere anche alcuni enti divenuti pesanti carrozzoni funzionali, talvolta, sia alla prima che alla seconda.

Il Comitato dei consorziati che si è costituito dal nome molto esplicativo "Niente Servizi Niente Tributi", di concerto col Codacons (Coordinamento delle Associazione per la difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori) sede di Corigliano hanno inviato un esposto all'ANAC . Autorità Nazionale Anti Corruzione, al Prefetto di Cosenza e al Presidente della nostra Regione Mario Oliverio, che pubblichiamo in formato PDF in coda alla seguente nota.

 Antonio Michele Cavallaro

 Cliccare quì per l'esposto del Comitato

 

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