Vangelo del Battesimo di Gesù |
Scritto da don M.Munno | |||||||||||||||||
sabato, 09 gennaio 2016 07:44 | |||||||||||||||||
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 3,15-16.21-22. - Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».
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“in-formati” Foglio settimanale parrocchiale di formazione e informazione
10 – 17 gennaio 2016
camminando insieme
Dopo l’intenso periodo delle festività natalizie, sgorga incessante dal mio cuore una parola semplice e, al tempo stesso, complessa: GRAZIE! Grazie a tutti e a ciascuno per quanto insieme abbiamo organizzato e vissuto! Questi giorni sono stati un banco di prova di quanto “spirito di comunità” c’è e di quanto ancora e senza stancarsi occorre lavorare in questa direzione! Ci farebbe molto bene rileggere, personalmente e comunitariamente, quanto l’Apostolo Paolo scrive alla Comunità cristiana di Corinto, soprattutto nella prima lettera. Quella di Corinto era, come la nostra di Sibari, una Comunità straordinariamente ricca di doni e di carismi, ma se doni e carismi non sono utilizzati per edificare l’unica Comunità essi diventano pesanti e accecanti macigni, utili solo ad amplificare l’ego personale, a discapito di tutti gli altri! Se non impariamo a lavorare insieme e a lavorare per il bene di tutti, anche la più nobile delle iniziative rischia di trasformarsi in un palcoscenico, sul quale si alternano diverse maschere, caricature di una realtà da cui, di fatto, si fugge. È necessario imparare ad abitare responsabilmente il proprio territorio facendo i conti con i volti-rivolti degli altri, che non ci siamo messi noi accanto, che non abbiamo scelto e che, proprio per questo, ci sfidano nella fraternità! Perché gli “amici” si scelgono, i “fratelli” no! E una Comunità cristiana non è un club di amici, non è una élite di persone a cui piace stare insieme, ma è la comunione di fratelli – scelti dall’unico Padre – che giorno dopo giorno sperimenta la gioia faticosa e la fatica gioiosa di andare al di là delle apparenze, di guardare oltre i limiti e i difetti umani – che abbiamo tutti! – di scoprire doni e talenti nascosti che, messi insieme ed investiti per il bene di tutti, costituiscono la vera ricchezza di un territorio e della stessa Comunità che lo abita! Nella capacità di essere e fare Comunità ci giochiamo il nostro futuro e quello dei nostri figli, ci giochiamo il futuro del nostro territorio già violato e violentato dall’ingordigia di pochi, che per arricchirsi e accumulare per il giorno del Giudizio, hanno permesso che la nostra terra fosse avvelenata e deturpata. E noi tutti sappiamo bene che stiamo continuando a piangere le giovani vittime di tanto accecante egoismo! Il nostro territorio, perciò, sarà riscattato solo quando alla tracotanza di tanto esasperato individualismo saremo capaci di opporre non uno sterile e rinunciatario vittimismo – che spesso contraddistingue il nostro ferito Sud – ma la ferma volontà di imparare a lavorare insieme per il bene di tutti! Non basta, lo ripeto, l’iniziativa di un singolo, di un gruppo, di una parte … per quanto buone possano esserne le intenzioni! È necessario fare di più: diventare Comunità! Per lasciarci stimolare da questa assoluta necessità, invito me e ciascuno di voi a leggere i capitoli 12, 13 e 14 della Prima Lettera ai Corinzi, vero inno alla “sinfonia della verità” che solo per Cristo, con Cristo ed in Cristo è possibile realizzare … poiché, da soli, senza la Sua Grazia, non possiamo far nulla!
Custodiamoci nella preghiera reciproca! Buona domenica a tutti! don Michele
Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica 10 Gennaio 2016 Battesimo del Signore (Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22)
La festa del Battesimo del Signore segna la conclusione del Tempo di Natale e l’inizio della prima parte del Tempo Ordinario. Nella pagina del Vangelo Gesù non ci viene più presentato come il bambino, nato a Betlemme e adorato dai pastori e dai Magi, ma ormai come un uomo adulto. Eppure, la pagina del Vangelo è ancora un testo “natalizio” e di “epifania”; la voce dal cielo, infatti, dichiara esattamente l’identità di Gesù: Egli è il figlio prediletto nel quale il Padre si compiace! Per quanti hanno poca o nessuna conoscenza della Bibbia probabilmente tali parole dicono poco o nulla, ma chi la conosce almeno un po’ troverà l’eco di alcune pagine dell’Antico Testamento, che aiutano a comprendere l’identità di Gesù di Nazaret. Il riferimento è, in particolare, all’episodio di Isacco, figlio prediletto/amato di Abramo, che viene sacrificato dal padre sul monte e alla profezia del servo sofferente di YHWH, descritto dal profeta Isaia nei seguenti termini: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità” (Is 42, 1-3). Dal momento del battesimo, Gesù si manifesterà al mondo, con le sue parole, con i suoi gesti, con le sue scelte, come il figlio amato, nel quale il Padre si è compiaciuto. Allo stesso tempo Gesù, con le sue parole, con i suoi gesti, con le sue scelte, rivelerà al mondo anche il Volto del Padre, il Volto della Misericordia! Ancora, Gesù – “figlio prediletto nel quale il Padre si compiace” – con le sue parole, con i suoi gesti, con le sue scelte, rivelerà l’uomo all’uomo, seguendolo, vivendo secondo i suoi insegnamenti, ponendo gesti e facendo scelte ispirati ai gesti e alle scelte di Gesù l’uomo diventa pienamente umano! In Gesù il cielo finalmente si apre, si realizza cioè quella profonda comunione tra cielo e terra invocata dai profeti, che la Chiesa ripete in particolare durante il Tempo d’Avvento: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi”! Per l’Evangelista Luca il cielo si apre quando Gesù “stava in preghiera”! Dalla preghiera autentica, infatti, derivano gesti e scelte che mettono “in comunione” il cielo e la terra, gesti e scelte capaci di orientare il mondo secondo la volontà di Dio. Così, anche i nostri gesti e le nostre scelte rivelano l’autenticità della nostra preghiera! Se vogliamo “verificare” la qualità della nostra preghiera proviamo ad esaminare le nostre parole, i nostri gesti e le nostre scelte per riscontrare se in esse è possibile trovare eco delle parole, dei gesti e delle scelte di Gesù! Ancora una volta, contemplando in Gesù la manifestazione della bontà di Dio e il suo amore per noi uomini, siamo invitati a lasciarci contagiare dalla sua misericordia, rinnegando l’empietà e i desideri mondani e vivendo con sobrietà, giustizia e pietà! Nel nostro battesimo siamo stati immersi nell’oceano sconfinato dell’amore e della misericordia di Dio e siamo chiamati a diventarne l’irradiazione in questo nostro tempo! In Gesù il cielo si è aperto, la comunione di Dio con gli uomini si è pienamente realizzata: oggi per ciascuno di noi il Padre torna a ripetere le parole che manifestano l’identità di Gesù: siamo chiamati a diventare ciò che siamo, figli amati nei quali Dio si compiace, facendo germogliare in questo nostro mondo sobrietà, giustizia e pietà. Amen AVVISI
- MARTEDÌ 12 GENNAIO, nel salone della chiesa “San Giuseppe”, dopo la S. Messa, si terrà L’INCONTRO PER LE CATECHISTE.
- MERCOLEDÌ 13 GENNAIO, presso i locali della chiesa “Sant’Eusebio”, dopo la S. Messa, si terrà L’INCONTRO DEL CPP e DEL CAEP.
- OGNI GIOVEDÌ, dalle ore 15:30 in poi, presso la chiesa “San Giuseppe”, il PARROCO è disponibile per le CONFESSIONI.
- OGNI GIOVEDÌ, nella chiesa “San Giuseppe”, alla celebrazione della S. Messa segue l’ADORAZIONE EUCARISTICA.
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