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Vangelo del 3 Gennaio,II dopo Natale PDF Stampa E-mail
Scritto da don M.Munno   
sabato, 02 gennaio 2016 17:40
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 1,1-18. - In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

 

 II DOMENICA DOPO NATALE - C
3 gennaio 2016
In questa seconda domenica dopo Natale la liturgia della Chiesa ci invita ancora a tenere fisso lo sguardo sul mistero dell'incarnazione del Verbo, riproponendoci la pagina intensa del Prologo del Vangelo secondo Giovanni che abbiamo ascoltato anche nel giorno di Natale.
Il perno attorno a cui si sviluppa tutto il testo, l'affermazione centrale, è l'espressione: "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi"!
In queste poche parole è racchiuso tutto il mistero di Dio e tutto il mistero dell'uomo!
Il Concilio Vaticano II affermerà: "nel mistero del Verbo incarnato trova piena luce il mistero dell'uomo".
I due testi che accompagnano il Prologo del Vangelo giovanneo, tratti dal Libro del Siracide e dalla Lettera di san Paolo agli Efesini, ci aiutano ad entrare più profondamente nel mistero del Natale.
Accostando la pagina tratta dal Libro del Siracide al Prologo, la liturgia ci chiede di riconoscere nel Verbo incarnato la Sapienza di Dio. "La Sapienza ha piantato la tenda ... il Verbo è venuto ad abitare in mezzo a noi"!
Accogliendo il Verbo, imparandone la "logica", vivendo come Gesù ha detto e ha fatto, l'uomo diventa "sapiente"!
San Paolo, nel testo della Lettera agli Efesini che abbiamo ascoltato, implora il "Padre della gloria" che ci dia "uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza" di Dio.
È interessantissima e provocatoria questa richiesta di san Paolo: l'Apostolo ha fatto esperienza della "stoltezza", della "follia" della sapienza di Dio!
Quella del Verbo di Dio nella nostra carne, infatti, è una "logica illogica", è una "sapienza folle", è una "sapienza stolta" agli occhi del mondo!

La "logica illogica", la "sapienza stolta" del Verbo di Dio ci viene rivelata in ogni parola e in ogni gesto di Gesù, dal primo istante del suo concepimento fino al suo ultimo respiro sulla croce!
E in ogni parola e in ogni gesto di Gesù c'è tutta la "sapienza di Dio", poiché quel Dio che nessuno aveva mai visto lo ha rivelato proprio il Verbo incarnato!

Ma in ogni parola e in ogni gesto di Gesù c'è anche tutta la "sapienza", tutto il "sapore", tutto il "gusto" di una vita veramente e pienamente umana!
Nel Vangelo abbiamo l'alfabeto, la grammatica, la logica di cui noi abbiamo bisogno per umanizzarci e, contemporaneamente, lasciarci "divinizzare"!

Questa seconda domenica dopo Natale ci riconsegna idealmente il Vangelo per avere una "profonda conoscenza" di Dio e "uno spirito di sapienza e di rivelazione": nella misura in cui ci lasceremo provocare e interpellare dalle parole e dai gesti di Gesù cercando di tradurli in pensieri, parole, scelte, in gesti personali, comunitari e sociali continueremo ad attuare il mistero dell'incarnazione del Verbo, permetteremo alla Sapienza di piantare ancora la tenda in questa nostra umanità!

don Michele Munno

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