Lettera alla Madre di A.Gramsci |
Scritto da A.M.Cavallaro | |
martedì, 22 dicembre 2015 08:07 | |
Fra tre giorni sarà Natale, viene voglia di esternare solo pensieri belli, sereni e pacifici. Mi sovviene una delle lettere dal carcere di Antonio Gramsci (come sapete sardo di nascita, ma italo-calabro-albanese di origini - di Plataci per l'esattezza) che scrisse alla mamma in prossimità del Natale. Una lettera semplice di una persona costretta in prigione solo per le sue idee,ma pregna di affetto, di sentimenti veri estrinsecati col cuore ma per niente scontati. Ve la propongo pregandovi, in questi giorni di festa, di pensare a coloro che subiscono ingiustamente persecuzioni e violenze.BUON NATALE. "Carissima mamma, ecco il quinto natale che passo in privazione di libertà e il quarto che passo in carcere. Veramente la condizione di coatto in cui passai il natale del 26 ad Ustica era ancora una specie di paradiso della libertà personale in confronto alla condizione di carcerato. Ma non credere che la mia serenità sia venuta meno. Sono invecchiato di quattro anni, ho molti capelli bianchi, ho perduto i denti, non rido più di gusto come una volta, ma credo di essere diventato più saggio e di avere arricchito la mia esperienza degli uomini e delle cose. Del resto non ho perduto il gusto della vita; Dunque non sono diventato vecchio, ti pare? Si diventa vecchi quando si incomincia a temere la morte e quando si prova dispiacere a vedere gli altri fare ciò che noi non possiamo più fare. In questo senso sono sicuro che neanche tu sei diventata vecchia nonostante la tua età. Sono sicuro che sei decisa a vivere a lungo, per poterci rivedere tutti insieme e per poter conoscere tutti i tuoi nipotini: finché si vuol vivere, finché si sente il gusto della vita e si vuole raggiungere ancora qualche scopo, si resiste a tutti gli acciacchi e a tutte le malattie." 15 Dicembre 1930
Antonio Gramsci |
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