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Toto Cuffaro riacquista la libertà PDF Stampa E-mail
Scritto da Staff.redazione   
martedì, 15 dicembre 2015 22:50
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Toto Cuffaro e Achille della Ragione a Rebibbia
L'ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro dopo aver scontato la condanna a sette anni per concorso esterno nel favoreggiamento alla mafia, oggi torna un uomo libero, lasciandosi alle spalle il carcere romano di Rebibbia. Finalmente finisce un doloroso calvario, percorso con cristiana rassegnazione e comincia una nuova vita tutta dedicata al prossimo.

Infatti è sua ferma intenzione, subito dopo il periodo natalizio trascorso in famiglia, di partire per il Burundi e lì prestare la sua opera di medico in favore della derelitta popolazione africana, facendo tesoro della preziosa esperienza maturata a contatto con ergastolani senza speranza e con gli ultimi della terra, da tutti dimenticati, spesso anche dai propri cari.  Una decisione che merita rispetto ed ammirazione.

(Fino ad ora abbiamo riportato il testo di una lettera inviata a tutti i principali quotidiani del Paese, ora per i lettori di questo portale  aggiungiamo un ricordo intimo e personale, di Achille della Ragione, dell’amico col quale per tre anni ha trascorso assieme tutte le giornate, ricevendo ministri e rettori, pontefici e politici e soprattutto studiando giurisprudenza, che per lui costituiva la terza laurea, per Achille la quinta.)

"Quando il mio amico Totò Cuffaro mi ha chiesto di inquadrare la sua figura nel clima di Rebibbia per il suo nuovo libro, sono stato incerto sul titolo. Avrei voluto intitolarlo Il Messia di Rebibbia ma poi ho ripiegato su quello di Uomo buono perché la bontà è la caratteristica che maggiormente lo contraddistingue.

Ricordo, sono ormai due anni, quando, dopo una breve permanenza al G12, fui trasferito al G8, il reparto modello.

A ricevermi, nell’aula universitaria, Sergio Boeri e Totò che faticai a riconoscere perché ricordavo le immagini televisive di un  soggetto paffuto dal volto rubicondo mentre davanti a me vi era un uomo che, in pochi mesi, per il dolore più che per le corse mattutine, aveva perso 28 chili.

Da allora ogni giorno, mattina e pomeriggio, trascorriamo, spesso soli, lunghe ore in quell’aula a studiare, a scrivere i nostri libri (a giorni uscirà la sua seconda fatica letteraria dopo il successo del Candore delle cornacchie) a scambiarci commenti sulle notizie lette sui giornali, sensazioni, ma soprattutto leggiamo, l’uno negli occhi dell’altro, una profonda tristezza per l’essere stati strappati dal nostro lavoro e dai nostri affetti perché, quando il Calvario sarà finito, nessuno potrà restituirci gli anni di vita che sono stati rubati a noi ed alle nostre famiglie.

Totò ha la fortuna di essere sorretto da una fede incrollabile (mentre la mia vacilla) e di riuscire ad interpretare questo penoso percorso come una preziosa esperienza a contatto con ergastolani senza speranza e gli ultimi della terra, da tutti dimenticati, spesso anche dai propri cari.

E’ sempre pronto a mettere a disposizione di tutti la sua preparazione ma, principalmente, è esempio di sopportazione e di speranza, una bussola di comportamento per i suoi compagni di sventura.

Senza far torto a Giuseppe Buonomo, lo considero il mio migliore amico.

Spero, quando oltre alla Dignità ci verrà restituita la Libertà, di rivederci fuori: in ogni caso, se le nostre strade si divideranno, lo porterò sempre nel cuore."

Achille della Ragione

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