 Mario Specchio MATTINATA FIORENTINA
Come una primavera che ritarda il tuo sorriso si disperde in ombra e invano cercheresti di fuggire tra le colonne invase dalla luce. Quanto ti ho attesa! questa era la strada da cui sentivo che saresti nata con una voglia nuova di cantare e attraversare, libera, la piazza nel primo sole, tra i piccioni in festa.
FRAMMENTO
Ecco la primavera, questa sete Struggente di varcare ogni confine Di maturare in fretta la stagione Ultima: E più non essere che nomi.
VOLTI CHE SCOMPARITE NELLE STRADE
Volti che scomparite nelle strade senza lasciare un segno che permetta di ritrovare in noi la vostra traccia. E ce ne andiamo con nel cuore i canti di questa interminabile stagione fatta di sguardi e di parole nuove . Chi fu che chiese a noi di cominciare a vivere ogni sera che fu data senza guardare mai la riva opposta? Non indugiamo più, se il firmamento a volte cede un po’ del suo splendore noi lo raccoglieremo, a piene mani.
AD A.
Verrai e passerai senza un addio. sarai lontana prima ch’io ti possa gridare un solo cenno di saluto e sulla spiaggia l’orma si ripete di me, di te, di quelli che verranno. Se noi ti cercheremo, nelle sere calde d’estate, tra le pietre antiche di quelle strade, non sarà per gioco ma solo per non cedere al rimpianto. Lontano, più lontano della vita ti sei già tramutata in altre forme… Dimentica chi sei, per un momento raccogli la memoria nelle mani ed entra come noi n ella bufera. Lascia che si scompiglino i capelli, soffri, dilania il seno in n abb raccio limpido, stringi i denti,ma resisti! Ecco, sei già passata, già lontana ci stai guardando dal tuo muro d’ombra.
1966 Da: A piene mani, Vallecchi, Firenze, 1979.
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