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I poveri sono raddoppiati PDF Stampa E-mail
Scritto da F.Garofalo   
giovedì, 17 settembre 2015 07:56
ImageDall’inizio della crisi ad oggi (2007-2014) la povertà assoluta in Italia è raddoppiata, passando da 1,8 a 4,1 milioni di poveri. In punti percentuali si è passati dal 3,1% al 6,8% della popolazione. Ma non solo. Sono cambiati i volti della povertà: prima della crisi era toccato solo il Meridione, ora anche il Nord. Prima solo gli anziani, ora anche i giovani. Prima riguardava le famiglie con almeno tre figli, adesso anche con due. Prima si era poveri perché senza lavoro, ora si è poveri anche con il lavoro. E a pagare il prezzo più alto, durante la crisi, sono stati i più poveri: il 10% delle persone in povertà assoluta ha sperimentato una contrazione maggiore del proprio reddito (-27%) superiore a quella del 90% della popolazione.  È quanto emerge dal Rapporto 2015 sulle politiche contro la povertà in Italia della Caritas italiana, in collaborazione con l’Università Cattolica, presentato a Roma.
In questi anni, rivela il Rapporto intitolato “Dopo la crisi, costruire il welfare”, sono cambiati i governi, ma le politiche sociali non hanno contribuito a risolvere la situazione, che rischia di diventare strutturale se non viene messo in piedi un sistema di welfare pubblico. Caritas italiana chiede di nuovo l’introduzione del Reis, il Reddito di inclusione sociale proposto dall’Alleanza contro la povertà.
Il Rapporto Caritas sulle politiche sociali presentato a Roma analizza anche le misure prese e annunciate dall’esecutivo Renzi - tra cui il bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti, il bonus bebè per famiglie con figli entro i 3 anni, l’assegno di disoccupazione (Asdi) e il bonus per le famiglie numerose -. Risulta molto scarso l’impatto sui più poveri: solo il 22% dei nuclei in povertà ottiene una delle prime tre misure e solo il 5,5% esce dalla povertà assoluta per effetto delle stesse.
Inoltre l’idea che la ripresa economica e quella occupazionale possano rendere “superflue” le politiche contro l’indigenza è “una infondata illusione”, senza un vero welfare per i più deboli. Sugli interventi annunciati per il prossimo triennio: l’impatto dell’abolizione della Tasi sui poveri sarà “estremamente contenuto” poiché solo il 35% delle famiglie in povertà assoluta la paga. Anche la riduzione dell’Irpef non aiuterà gli incapienti, mentre Ires e Irap riguardano solo le imprese. Le misure annunciate impatteranno dunque molto poco sui poveri assoluti, visto che non hanno abbastanza soldi o proprietà per pagare queste tasse.

Francesco Garofalo
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