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I veri numeri del turismo 2015 PDF Stampa E-mail
Scritto da administrator   
martedì, 11 agosto 2015 11:09
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vacanzieri in Calabria
“NONOSTANTE i gravissimi disagi provocati dal crollo del viadotto dell’A3 e nonostante una perdurante disattenzione della classe dirigente calabrese, non sarà un’estate da buttare per il Sud, ma non sappiamo al momento se non lo sarà anche per gli albergatori calabresi, che ancora registrano cali di prenotazioni”.
Ad affermarlo è Vittorio Caminiti, presidente calabrese della Federalberghi, alla luce dei dati sulla stagione turistica appena diffusi dalla struttura nazionale dell’associazione di categoria. Nel 2015, infatti, aumentano di circa 2 milioni di italiani che andranno in vacanza, trascorrendo almeno una notte fuori di casa.

Sono circa 30,4 milioni le persone tra maggiorenni e minorenni, pari al 50% degli italiani, che andranno in vacanza, costituendo un netto recupero di posizioni rispetto all’ultimo biennio, quando registrammo 26,8 milioni nel 2013 e 28 milioni nel 2014 di italiani in vacanza.  La nota positiva,speriamo tocchi  pure la Calabria, è che il 48% dei turisti interni ha scelto le regioni del Sud come meta del proprio relax.  Oltre il 48%, infatti, di chi rimane nei confini del Bel Paese si sta recando in Sicilia (18% della domanda), in Sardegna (10,4%), in Puglia (10,1%) ed in Calabria (10%).
“Si tratta – spiega Caminiti – di un risultato importante, soprattutto se rapportato ai problemi strutturali con cui da decenni ci misuriamo noi operatori turistici e alle ultime emergenze scoppiate nella nostra regione nel corso dell’inverno. Mi riferisco in particolar modo al blocco prolungato della Salerno-Reggio Calabria, che ha provocato sull’economia turistica un danno per molti di noi incalcolabile. Questo 10% di presenze ci conforta ed è una buona notizia, anche alla luce della recente indagine della Svimez, che ha drammaticamente indicato nella Calabria la regione più povera d’Italia. Naturalmente, c’è da sottolineare il fatto che i turisti tra le loro mete scelganoanche la Calabria, ma tutto ciò non vuol dire che si tramuti il tutto in reddito per gli operatori, anzi, considerando il sommerso ed il calo di pernottamenti negli hotel, infatti scelgono strutture alberghiere Il 24,5% nel 2015 rispetto al 27% del 2014, a favore dei B&B e delle case in nero”.
“La scelta della Calabria– aggiunge - è, infatti, anche grazie alla rinuncia di guadagni da parte degli imprenditori, e al fatto che offriamo la più bassa spesa per le vacanze, rispetto alle altre regioni Italiane”.
Secondo il presidente degli albergatori calabresi, dunque, l’aumento delle presenze merita una doppia lettura: “Da una parte – afferma – tiriamo un sospiro di sollievo, ringraziando la nostra buona stella che ci ha consentito di reggere in totale la solitudine l’organizzazione della stagione estiva. L’aumento delle presenze – spiega Caminiti – è un fatto assolutamente casuale, frutto semmai del lavoro solitario e certosino degli imprenditori turistici e non certo merito della classe politica locale, che da anni ha dimenticato il settore del turismo, abbandonandolo a un cammino irto di difficoltà e privo di necessari riferimenti da parte della mano pubblica. Testimonianza è data dal fatto che la Regione Calabria non abbia ancora un assessore al ramo, nonostante la legislatura sia iniziata da nove mesi. Per cui non accettiamo inni di gioia da parte di chi non ha mosso un dito per sostenere la crescita complessiva del nostro mondo”.
C’è anche per Caminiti un altro verso della medaglia: “Questo 10% - aggiunge – ci dice anche quanto il turismo, se organizzato, ristrutturato e adeguatamente valorizzato, possa realmente rappresentare una forza motrice per la povera e fragile economia calabrese. Un comparto che, grazie alla bellezza della nostra terra e a un proporzionato rapporto qualità-prezzo, cammina in sostanza da solo. E’ facile immaginare quali e quante potrebbero essere le ripercussioni positive se solo chi occupa postazioni di responsabilità politica avesse la lungimiranza di rimboccarsi le maniche e iniziare un lavoro serio e ragionato con gli operatori di settore, attraverso un piano di investimenti e una robusta e imponente campagna promozionale. L’augurio allora – afferma infine il presidente di Federalberghi Calabria – è che questi dati possano suonare la sveglia a chi finora ha dormito sonni tranquilli sulle nostre spalle”.

 

 

LE VACANZE ESTIVE DEGLI ITALIANI


LA METODOLOGIA DELL’INDAGINE – L’indagine è stata realizzata dalla Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions ed effettuata dal 22 al 29 luglio con il sistema C.A.T.I. (interviste telefoniche) ad un campione di 1.201 italiani maggiorenni rappresentativo degli oltre 60 milioni di connazionali maggiorenni e minorenni.

    QUANTI IN VACANZA – Crescono nel quadrimestre estivo (giugno-settembre) gli italiani che hanno trascorso o trascorreranno una breve vacanza fuori dalle proprie mura domestiche, dormendo almeno 1 notte fuori casa.

    Sono infatti circa il 50%, pari a 30,4 milioni le persone tra maggiorenni e minorenni che hanno già fatto o si apprestano a fare vacanze (+8,6% su 2014).

    La durata media quest’anno è di 8 notti rispetto alle 9 notti del 2014 e nell’81% dei casi (quasi 25 milioni) gli italiani rimarranno in Italia, mentre nel 19% dei casi (oltre 5 milioni) andranno all’estero.

    Il giro d’affari si attesta sui 18,3 miliardi di Euro rispetto ai 17 miliardi di Euro del 2014 (+7,7%).

Per quanto riguarda la clientela straniera, dai dati dell'Osservatorio Federalberghi emerge un incremento tendenziale del +2,5%.


    LA VACANZA IN ITALIA – Nella generalità dei casi la vacanza estiva degli italiani è ‘consumata’ in località marine con le Regioni del Sud ad attrarre la clientela.

    Oltre il 48% di chi rimane nei confini del Bel Paese si sta recando in Sicilia (18% della domanda), in Sardegna (10,4%), in Puglia (10,1%) ed in Calabria (10%).

    Il 79% rispetto al 70% del 2014 preferisce la spiaggia, con il dettaglio che vede il 59% scegliere il mare della Penisola o delle due isole maggiori (rispetto al 48% del 2014), mentre il 20% (rispetto al 22% del 2014) riversarsi nelle isole minori.

Segue in classifica generale la montagna con il 7,8% delle preferenze (rispetto al 15,1% del 2014), le località d’arte maggiori e minori con il 4,2% (rispetto al 5% del 2014), le località termali e del benessere con il 2,7% della domanda (rispetto al 2,4% del 2014) ed in leggera risalita le località lacuali dove si attesta il 2% della domanda complessiva italiana (rispetto all’1,6% del 2014).


LA VACANZA ALL’ESTERO – Per chi sceglie di “espatriare” e, quest’anno, come detto, sono oltre 5 milioni (rispetto ai 5 milioni del 2014) i connazionali che si sposteranno oltre confine, la scelta ricade essenzialmente sulle grandi capitali europee e sui mari tropicali.
Le grandi capitali europee raccolgono infatti il 43% della domanda (come nel 2014), seguite dai mari tropicali/località esotiche che salgono al 17,7% dal 15,2% del 2014.


LA SPESA MEDIA – La spesa stimata per le vacanze estive (comprensive di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) è di 786 Euro (rispetto ai 790 Euro del 2014).

Il giro d’affari complessivamente prodotto è di 18,3 miliardi di Euro, in aumento del 7,7% rispetto all’estate 2014.

    DOVE DORMIRE – Tra le tipologie di soggiorno, scelte dagli italiani per trascorrere le proprie vacanze estive, l’albergo rimane il leader incontrastato.

    Il 24,5% lo sceglie rispetto al 27% del 2014.

    Seguono, nell’ordine, la casa di parenti o amici con il 21,7% rispetto al 20,1% del 2014, l’appartamento in affitto con il 12,1% (10,2% nel 2014), la casa di proprietà con il 10,6% rispetto al 16,9% del 2014, il villaggio turistico col 7,6% (7,2% nel 2014).

Crescono i residence col 7,1% (6,5% nel 2014), i bed&breakfast con il 4,3% (2,9% nel 2014) ed i campeggi con il 4,3% (2,5% nel 2014).


I MESI PIÙ GETTONATI – È Agosto, anche quest’anno, il mese più gettonato in assoluto, per giunta in ulteriore consolidamento.

Il 62,5% (rispetto al 59,3% del 2014) di chi è in vacanza lo ha scelto per il proprio periodo di ferie estive.

Segue Luglio col 16,7% (rispetto al 22,1% del 2014).

Giugno ha raccolto il 14,7% della domanda (rispetto al 19,4% del 2014) e Settembre vedrà il 13,3% della domanda (rispetto al 10,7% del 2014).

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