E' Renzi che vuole trivellare lo Ionio |
Scritto da Staff.redazione | |
sabato, 04 luglio 2015 06:47 | |
Trivellazioni nello Jonio, il Governo Renzi ignora le chiare istanze e le giuste preoccupazioni dei territori ionici. Sembrerebbe esserci un tacito, pericoloso e sottaciuto accordo tra le Istituzioni nazionali e le multinazionali del petrolio mirato a distruggere questo territorio. Il quale, almeno nel versante calabrese, quello più martoriato per l’assenza di servizi e altre fonti di sviluppo, basa la sua economia su turismo, agricoltura e pesca. Tre settori che, con l’ormai prossimo avvio della campagna di ricerca di idrocarburi, non solo in mare ma anche su terra, rischiano praticamente di estinguersi. Serve, dunque, proseguire le azioni di protesta civile per contrastare il vergognoso processo di colonizzazione che ha il dichiarato scopo di depredare totalmente quest’area del Meridione. Ma è fermamente necessario che ci sia un sussulto da parte della politica regionale affinché incalzi il Premier Renzi e lo metta alle strette fino a quando non ritirerà le concessioni rilasciate alle compagnie petrolifere.
Non ha sortito gli effetti sperati l’incontro tenutosi lo scorso mercoledì 1 luglio 2015 a Roma nella sede del Ministero dell’Ambiente, tra i rappresentanti istituzionali dei territori ionici calabresi, lucani e pugliesi ed il sottosegretario On. Silvia Velo. Alla riunione, insieme all’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata Aldo Berlinguer, all’assessore del Comune di Taranto Gionatan Scasciamacchia e al sindaco di Policoro Rocco Leone, ha preso parte, come unico rappresentante calabrese, l’assessore agli Affari generali Rodolfo Alfieri. Tutti sanno, anche a Roma, perché i collaboratori del Ministero Ambiente lo hanno confermato tra i denti, la dannosità derivante dall’utilizzo dell’Air-Gun. Una tecnica di penetrazione del suolo ad aria compressa che annienta la fauna marina e mette a rischio gli equilibri, già di per se delicati, del sottosuolo. Ne conoscono i pericoli e nonostante tutto vanno avanti. Perché? Forse, così come denunciato dal sindaco di Policoro, esistono interessi e commistioni tali da avere priorità sulle esigenze delle comunità che subiranno questo scempio ambientale? A nome e per conto del Sindaco Antoniotti, ho ribadito al sottosegretario Velo che nessuna ragion di Stato potrà giustificare un disastro di tale portata e soprattutto non sarà accettata dai cittadini di un territorio che ha subito la chiusura di un Tribunale, per essere accorpato poi ad uno più piccolo. O ancora, che sta pagando il pesante dazio di una sanità malata appesa a due nosocomi, che non riescono a supportare un’utenza di oltre 200mila abitanti, con la promessa di un nuovo grande ospedale di cui al momento non c’è traccia. Di un territorio che continua a muoversi lungo una strada, la Statale 106, che è la più pericolosa d’Europa e che risulta essere l’unica “alternativa” all’inesistenza delle Ferrovie dello Stato. Dal Sottosegretario, al contrario, - precisa amaramente l’Assessore - abbiamo ricevuto solo sorrisi di commiserazione e pacche sulle spalle. Che non fanno altro che irritarci e mettere alla prova il grande rispetto che da amministratori nutriamo verso le Istituzioni statali. Le stesse che continuano ad investire risorse sul Nord, riservando al Mezzogiorno solo una disastrosa manovra di sfruttamento. Come è la campagna di trivellazioni autorizzata nello Jonio. L’Amministrazione Antoniotti non si tirerà indietro. Adotteremo tutti i poteri giuridici per fermare questo atto di tracotanza e non ultimo, insieme agli Enti territoriali interessati a questa vicenda, apriremo – annuncia in conclusione Alfieri - da subito un contenzioso politico con il Governo e con gli amministratori regionali affinché si rendano conto ufficialmente dei rischi di questa operazione e ne blocchino le attività. Ufficio Stampa Comune di Rossano |
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