Skip to content

Sibari

Narrow screen resolution Wide screen resolution Increase font size Decrease font size Default font size    Default color brown color green color red color blue color
Advertisement
Vi Trovate: Home arrow l'Opinione arrow I migranti capro espiatorio
Skip to content
I migranti capro espiatorio PDF Stampa E-mail
Scritto da A.Niger   
lunedì, 22 giugno 2015 19:29
ImageFINALMENTE, dopo tante, affannose e svariate ricerche, abbiamo scoperto la causa di tutti i nostri mali.
Inganni, menzogne, ruberie, corruzioni, abusi: ora ne conosciamo il motivo preciso, la base fondante del nostro paese da tempo disastrato. Strano non averci pensato prima, fino a quando pensatori raffinati, politici di alto livello e uomini seri e responsabili  (come Salvini e Maroni, per citare i migliori, e, ultimo arrivato, l'acuto e sorridente Toti) ci hanno svelato il mistero: i migranti.  Il velo che oscurava le nostre analisi storiche, sociologiche, psicologiche ... è stato strappato e conosciamo la causa profonda, la vera realtà dei nostri disagi odierni: i migranti. I migranti non sono i poveri disperati che fuggono dalla miseria, dalla guerra, dalla violenza, alla ricerca di un po' di pane, di un po' di pace, di un po' di speranza.

Vengono a rubarci l'anima e le cose. E se, non pochi, nell'agitato, stretto e angoscioso viaggio che affrontano, sprofondano nel mare Mediterraneo, lasciandoci l'unica, breve e maledetta vita che hanno vissuto, a noi che importa?
Perché non sono rimasti a casa loro? Perché vengono a minacciare le nostre certezze e le nostre abitudini? E poi, sono uomini come noi? Cosa ne sappiamo di loro?

Tuttavia siamo convinti che questi straccioni scuri e sofferenti sono i veri nemici: mettono in discussione la nostra identità (identità?), minacciano la sicurezza della vita quotidiana, minano la compattezza della nostra società. Circa dieci anni fa, A. Dal Lago (in Non-persone, Feltrinelli) aveva sottolineato “un impressionante coro di luoghi comuni, di dati orecchiati se non inventati, di banalità spacciate per realismo, di pregiudizi da trivio, ha infatti caratterizzato, ieri come oggi, il discorso pubblico sull'emigrazione". E, soprattutto, oggi continuiamo a pensare che loro, con la loro pelle costituiscono l'inferno della nostra paura, o meglio la fonte delle nostre paure e, quindi, delle nostre insicurezze. E su queste paure, alcuni politicanti, italiani ed europei, continuano a costruire le fortune elettorali, dimentichi del loro passato remoto e prossimo.

Abbiamo trovato il capro espiatorio: i migranti.
La scuola dequalificata e quasi ultima nelle classifiche internazionali? E' colpa dei migranti. La malasanità e la negazione del diritto alla salute? E' colpa dei migranti. E la corruzione, la disoccupazione e la non occupazione, il dissesto idro­geologico, le varie mafie imperanti e tanti altri problemi? E' sempre colpa dei migranti.
Tutta la classe dirigente(?), politica e non, sta giocando, in modo spregiudicato, la carta migranti. Il presupposto che accomuna è la considerazione di dover fronteggiare quelli che, sempre Dal Lago, chiama non-persone, da dover respingere, espellere, magari abbandonare in mare aperto o, addirittura, sparare. Un fenomeno, purtroppo, esiste ed è, probabilmente, destinato ad assumere proporzioni sempre più ampie.   Da qui la necessità di un piano intelligente teso alla regolamentazione e all'integrazione. Rattrista, amareggia, addolora vedere, soprattutto, povera e brava gente accanirsi contro poveri cristi. Brava gente che si lascia manipolare da feroci e incolti demagoghi (gli imprenditori della paura) e da mezzi di informazione (i diffusori di panico) che amplificano o inventano in modo spietato la realtà esistente.
Noi italiani, popolo di migranti, noi cristiani, noi cittadini, spesso privati di diritti fondamentali, mostriamo rifiuto, ostilità, disprezzo, verso chi vive nel dolore e nella tragedia. Per fortuna, altri continuano nell'accoglienza, nella comprensione, nella solidarietà. Persone per bene interessate ad aprire e non a chiudere, a costruire ponti e non ad erigere muri, interni ed esterni. Se non altro, come ripeteva don Andrea Gallo, cerchiamo di restare umani.

Alessia Niger

Sprar di Cerchiara di Calabria

(SPRAR: Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati)

< Precedente   Prossimo >