Consorzi di bonifica: Carrozzoni da ridimensionare |
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Scritto da A.M.Cavallaro | |
martedì, 09 giugno 2015 06:31 | |
![]() Il numero degli impiegati nei vari consorzi di bonifica, pur se ridotto negli ultimi tempi, annovera un esubero di personale d'ufficio rispetto al numero degli operai e degli addetti ai lavori manuali. E' chiaro che i costi per "mantenere" una simile situazione siano ormai quasi insostenibili e quindi il peso finanziario di questi enti viene scaricato letteralmente sui magri introiti degli agricoltori. Si tratta di autentici balzelli che nulla hanno a che vedere con il dare e avere. Di norma si pagano determinati tipi di tasse in funzione di altrettanti ben definiti servizi che si ricevono, in assenza di servizi la pretesa di un contributo qualsiasi è assurda, ma in Calabria accade anche questo. Ma c'è di più. Non contenti di infastidire chi duramente e con sacrifici enormi produce in agricoltura, per esigere le loro pretese, alcuni consorzi, come quello dei bacini dello Ionio cosentino, affidano l'incarico a società residenti in regioni lontanissime, rendendo oltremodo difficili le legittime azioni di ricorso o comunque di confronto con i tassati. A tal proposito un comitato spontaneo nato a Terranova da Sibari ha inviato al presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, una lettera di vibrata protesta, perchè venga rivista e reimpostata la legge regionale sui Consorzi di Bonifica, iniqua e per certi versi illegittima. Ci auguriamo che il nostro presidente non faccia "orecchie da mercante" e metta in moto in tempi brevi le giuste azioni per meglio e difinitivamente regolamentare l'esistenza di questi enti. Antonio Michele Cavallaro (Per la lettera degli agricoltori cliccare quì) |
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