La minaccia del buio opprimente |
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Scritto da L.Niger | |
martedì, 16 settembre 2014 17:44 | |
![]() Segnali di buio erano già arrivati da anni. Due studiosi francesi (M.Benasayag-G.Schmit) ,nove anni fa, avevano sottolineato l’avvento dell’epoca delle passioni tristi e la presenza, soprattutto nel mondo giovanile, della percezione del futuro vissuto non più come promessa ma come minaccia. E poi il dilagare della condizione della solitudine. Non la solitudine come scelta, cantata da E.Dickinson , e da altri : forse sarei più sola/senza la mia solitudine; ma la solitudine come necessità, e,quindi, isolamento, abbandono, insignificanza. Aumentano gli anziani, angosciati dalla vecchiaia e dalla paura della morte, offesi dal mito della giovinezza perenne, dimenticati dai parenti, dalla società e dallo stato. Spadroneggia, in tutti i luoghi, quella che M.Recalcati chiama la violenza erratica, cioè una violenza separata dal senso, una violenza pura sganciata da ogni ideale, da ogni Causa. Il catalogo dei segnali di buio è lungo, anzi sterminato, come i bambini che continuano a morire nei vari mari, come i malati non curati, i giovani e i non giovani senza lavoro…E come dimenticare l’angoscia dell’imprevedibile che attanaglia tutti, trasversalmente? E il male oscuro della depressione che, prima o poi, invade le mente e l’anima degli uomini, lasciando ferite ,spesso, insanabili? Disagio esistenziale, male di vivere, sole che ogni giorno si presenta più nero, cuori straziati, desiderio di farla finita… Papa Francesco, che in questa fase sciagurata e dolorosa, forse, è uno dei pochi che coglie i pericoli, e lo smarrimento e l’angoscia dell’uomo del nostro tempo, sempre a Redipuglia, ha detto: “l’umanità ha bisogno di piangere, e questa è l’ora del pianto”. Sarebbe ora di ridimensionare i divertimenti forzosi e pacchiani, l’ostentazione delle ricchezze e del lusso, la dimostrazione di una finta allegria, la predicazione di un ottimismo becero e irreale, il trionfo della superficialità e dell’ignoranza e scoprire i valori della misura, della serietà, della sobrietà, della pensosità. Scoprire la capacità di piangere potrebbe essere un’occasione di consapevolezza, di pudore e di liberazione dagli inutili e disgustosi orpelli. Ovviamente, scoprendo e facendosi carico di chi piange, da sempre.
Luigi NIGER |
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