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Il volto di Laura Serra:curiosità appagata PDF Stampa E-mail
Scritto da G.Aloise   
mercoledì, 18 giugno 2014 08:52
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Aloise presso l'archivio Serra
Nell’immaginario collettivo della comunità originaria  di Lauropoli – molto diversa sotto alcuni profili dall’attuale  configurazione -  Laura Serra, ovvero la “Marchesa Laura Serra” fondatrice in epoca non molto lontana della frazione Lauropoli, ha sempre rappresentato il riferimento ed il simbolo di una particolare situazione di “alterità” rispetto al resto della comunità cassanese.  Alterità – è bene precisarlo – intesa non già come diversità o estraneità ma come rifiuto di riconoscersi nell’unicità dell’identità cassanese. Questo originario senso di separatezza trovava in Laura Serra l’elemento di coagulo e di riconoscibilità. Come si è  avuto modo di osservare in un precedente contributo, apparso su questa Rivista (Il Siposio), a Laura Serra è stato assegnato da sempre, almeno a Lauropoli, un ruolo di “parzialità”.

Ed infatti, nelle battaglie autonomistiche di Lauropoli, soprattutto in  quelle più significative degli anni 60, Laura Serra ha sempre rappresentato il riferimento ideale e “culturale”  di quanti con una scelta secessionistica volevano staccarsi da Cassano per inseguire il sogno dell’autonomia e del Comune autonomo.

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Duchessa Laura Serra
La scelta di edificare un nuovo borgo, distinto da Cassano, con l’apporto di una immigrazione variegata veniva interpretata come il primo tentativo di realizzare un insediamento urbano alternativo rispetto al nucleo storico tradizionale di Cassano.

Addirittura si rimproverava alla fondatrice il fatto di avere scelto un’area troppo attigua a Cassano!!!!!

Questa interpretazione distorta era, fra l’altro alimentata, come si è già osservato nel precedente contributo, dalla sostanziale rimozione dei Serra e quindi della loro scarsa se non addirittura inesistente considerazione  in tutti gli  apporti culturali degli ultimi anni che hanno riguardato la storia civile e religiosa del nostro Comune, tranne qualche lodevolissima eccezione.

La rimozione forse nascondeva una sorta di colpevolizzazione dei Serra per il solo fatto di essere stati i titolari del “feudo” e quindi sostanzialmente appartenenti alla demonizzata categoria dei “padroni”.

Ma il peso del Feudo dei Serra, con gli assetti di governo sul territorio, è talmente significativo negli eventi che hanno caratterizzato la storia locale che la rimozione dei Serra, duchi di Cassano, significa inevitabilmente rimuovere gran parte della storia del seicento e del settecento cassanese.

 Ma il ruolo dei Serra nella realtà cassanese è ben diverso da quello che erroneamente avevamo immaginato a Lauropoli sicché una riflessione più attenta sulla storia del seicento e del settecento del nostro territorio, oltre ad evidenziare il ruolo straordinario del Feudo di Cassano nella Calabria citeriore, potrà senz’altro essere un elemento di rafforzamento dell’identità comune della realtà urbana cassanese  così come si è venuta articolando con la creazione dei nuovi nuclei urbani di Doria, Lauropoli  e Sibari.

L’elemento unificante della nostra identità e del nostro territorio, paradossalmente, può essere anche cercata nella scelta che i Serra operarono per valorizzare l’intero territorio che si confondeva con il Feudo, assegnando una sorta di specializzazione funzionale ai nuovi nuclei urbani secondo una logica chiaramente “produttivistica”.

La diversità dei nuclei urbani viene vista, così, non già come disarticolazione delle funzioni residenziali  ma come elemento di novità suscettibile di contribuire al meglio alla valorizzazione delle risorse ambientali  dell’intero territorio.

L’attuale assetto urbano di Cassano, infatti,  per gran parte è frutto proprio delle scelte operate dai Serra per valorizzare il feudo.

Si deve appunto ai Serra la fondazione di due nuclei, ora frazioni : prima Doria e poi Lauropoli.

Ma il riferimento al simbolo ed il richiamo, ben radicato nella tradizione degli abitanti di Lauropoli, alla sua fondatrice hanno sempre registrato  una sorta di anomalia.

Il richiamo ad una storia, anche se inventata o amplificata o addirittura malamente ricostruita  attraverso la narrazione orale, si nutre spesso  di simboli specie quando il riferimento si incarna in un personaggio.

Questa storia, pur sorretta da un riferimento comune nel quale tutti si riconoscevano, mostrava un limite che sembrava per certi aspetti insuperabile.

Nessuno dubitava che il nome di Lauropoli fosse stato imposto dalla “marchesa” Laura Serra. Nella narrazione orale si è conservato il titolo di Marchesa e non quello di Duchessa perché i Serra, prima dell’attribuzione del ducato di Cassano erano Marchesi di Strevi, titolo abbastanza  prestigioso nella corte di Spagna e ben più significativo dell’essere duchi di Cassano.

Lo stesso Palazzo costruito a Lauropoli era ed è il “palazzo della marchesa”, fra l’altro edificato simbolicamente accanto alla Chiesa della Purificazione il cui nome certamente potrebbe ricondurre alla “ Iglesia de Nuestra Senora de la Purificaciòn” che si trova in Almendralejo.

Donna Laura Serra, infatti, non solo e la 3° duchessa di Cassano ma è anche la 4° Marchesa di Amendralexo o Almendralejo.

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Almendralejo-Iglesia de la Purificacion
E’ solo un’ipotesi: il nome della Chiesa di Lauropoli  dedicata alla Purificazione potrebbe richiamare – naturalmente solo per il nome e non per altro  - la Chiesa della Purificazione di questo importante centro che si trova in Spagna nella regione dell’Estremadura.

Ma il volto non c’era: nessun ritratto poteva essere utilizzato per verificare le sembianze di una donna che molti definiscono eccezionale.

Quando, in occasione del 250° anniversario della fondazione di Lauropoli, ci siamo proposti di recuperare qualche frammento della storia dei Serra a Cassano, assieme ad altri amici abbiamo individuato almeno due obiettivi da conseguire: La ricerca di un  ritratto di Laura Serra e un documento dal quale si potesse evincere la data esatta della fondazione di Lauropoli.

Il ricco e variegato archivio documentale esistente presso il Palazzo Serra-Cassano a Napoli, nonostante sia stato da noi osservato con attenzione, pur nella consapevolezza dei nostri limiti di improvvisati raccoglitori di tracce documentali, non ha dato i frutti sperati sia sul primo che sul secondo obiettivo.

Ma la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III in Piazza del Plebiscito a Napoli ci ha riservato una grande sorpresa:  Il ritratto di “D.na Laura Serra. Duchessa di Cassano” aveva proprio li la sua collocazione.

E, dunque, Laura Serra ha un volto: nell’immaginario collettivo il simbolo non è più un riferimento astratto ma ha una sembianza ben definita.

Ma il risultato è stato ancora più sorprendente perché, dopo un’iniziale e non giustificabile distrazione o disattenzione verso il materiale conservato nella Biblioteca di Piazza Plebiscito, abbiamo a distanza di pochi giorni trovato il ritratto di D. Giuseppe Serra - Duca di Cassano, marito di Laura Serra. (Nota 1)

A parte la ricerca della data di fondazione di Lauropoli desumibile da una prova documentale, resta ancora aperto a Cassano il problema del recupero del ruolo dei Serra nella storia locale.  Ma credo che su questo aspetto non mancheranno apporti importanti da parte di quanti sono interessati ad offrire un contributo significativo alla conoscenza del passato che non sia solo quello legato alla leggenda di Sybaris o di Cosa o Cossa.

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Costumi dell'epoca
La “scoperta”  del ritratto di Laura Serra rimarrebbe forse solo un modesto appagamento di una “curiosità”  se ad essa non si accompagnasse una riflessione complessiva sulla vita e sulle opere di questo straordinario personaggio  che ha inciso non solo sulla realtà del nostro territorio ma che si inserisce a buon titolo nella storia del settecento napoletano (per la storia napoletana basti solo ricordare l’apporto di Laura Serra alla realizzazione del Palazzo Serra Cassano – nota n. 2 -, attuale sede dell’Istituto di Studi Filosofici  e la Villa Serra di Cassano a Portici – nota n. 3- ).

Sulla vita di Laura Serra un notevole contributo è stato offerto da Francesco Augurio e Silvana Musella nel Volune “I Serra”  a cura di Alessandra Serra Cassano. L’intero capitolo  quinto dell’opera   è dedicato, appunto, alla “ duchessa Laura e Giuseppe Serra”.

Ci pare del tutto superfluo riprodurre o sintetizzare la narrazione, fra l’altro ben documentata, frutto del lavoro di Augurio e Musella anche perché a scopo divulgativo altri amici  ne hanno riprodotto ampi stralci.

Ci pare, però, opportuno richiamare una vicenda legata alla fanciullezza di Laura Serra che abbiamo avuto modo di accertare attraverso la lettura di alcuni documenti esistenti nell’Archivio Serra Cassano e riprodotti in un testo di Carolina De Falco, dedicato a Giuseppe Astarita ed edito dalle Edizioni Scientifiche Italiane.

Com’è noto Laura Serra è nata il 19 luglio del 1723 a Cassano dal breve matrimonio tra  Giuseppe Maria Serra II Duca di Cassano e Maria Rosa Caracciolo che aveva appena 15 anni quando era andata a nozze con il Duca. L’improvvisa morte di Giuseppe Maria Serra nel 1726 determinò una situazione molto complessa e delicata. Laura Serra era la primogenita di tre figlie femmine: alla morte del padre aveva solo tre anni, la secondogenita Eleonora 2 anni mentre la terza Giovanna era nata “postuma”. L’assenza di eredi maschi pose un inevitabile problema di successione .

Sulla base della tradizione federiciana che con le Costituzioni di Melfi promulgate nel 1231, aveva regolamentato le successioni feudali (Ut de successionibus Comitum et Baronum..)nota n. 4 -  ammettendo l’esclusiva successione femminile nei feudi in assenza di maschi, la Gran Corte della Vicaria di Napoli aveva stabilito nel marzo del 1726 appena dopo due mesi dalla morte del 2° Duca di Cassano che la figlia Laura fosse l’erede del titolo di Duca e del Feudo.

Francesco Caracciolo, padre di Maria Rosa vedova all’età di 18 anni, divenne di fatto il dominus del feudo poco interessato ad una sana gestione delle abbondanti risorse esistenti nel vasto territorio che amministrava ma preoccupato  solo di  prefigurare  soluzioni e promesse matrimoniali per la piccola Laura.

Dal capitolo V del lavoro di Augurio e Musella – pag. 403- riportiamo testualmente:

“ Non si hanno notizie precise della primissima infanzia della futura duchessa; sappiamo che trovò alloggio presso il Monastero della Sapienza a Napoli.

 I documenti che si conservano sul baliato – nota n. 5-  della piccola Laura, sono emblematici della violenza e della cupidigia di coloro che la circondavano, in particolar modo dei nonni paterni. Proprio nel Monastero della Sapienza cominciò un rutilante girotondo di promesse matrimoniali che tuttavia non andarono in porto”.

L’ Archivio Serra Cassano in Napoli conserva, fra i tanti,  un documento di particolare interesse  per capire il grado di violenza che fu esercitato su una fanciulla di età tenerissima per estorcerle un consenso su alcune proposte matrimoniali.

Il documento è conservato nella parte seconda vol. 3 n. 15 e la parziale trascrizione che riportiamo è contenuta a pag. 186 del testo di C. De Falco su Giuseppe Astarita :

A dì sette Dicembre decima quarta Indizione millesettecento trenta cinque in Napoli, e proprio nel Real Monastero di Santa Chiara davanti le crate di ferro di detto Real  Monastero. Costituita nella nostra presenza  L’Ecc.ma Signora Duchessa di Cassano Donna Laura Serra di età minore per esser di soli anni quindici compiti à dì dicinove del mese di luglio prossimo passato del presente anno 1735” Fatta la preliminare costituzione , il verbale dà atto che Laura Serra è “governata anche per ordine di Sua Maestà”  dai tutori che vengono individuati nella Principessa di Torella, sua zia paterna, e nel Duca di Tursi, suo zio materno.”

Dopo aver rimarcato l’interevento e l’assistenza della Rev.ma Signora Madre Badessa Donna Anna Capece, Il verbale testualmente annota  : “ Dal detto Regio Consigliere della Real Camera Don Franco D’Onofrio si è asserito d’esserci stato ordine a lui comunicato dall’Ecc.mo Signor Marchese Montalegre Segretario di Stato e guerra, che avendo la S.M. assunto la paterna cura e protezione di detta Duchessina Donna Laura, anche fra il tempo della stessa pupillare età della medesima e sin da che pervenne in questo suo regno non abbiasi ad aver ragione di qualunque dichiarazione  per atto pubblico o scrittura privata, alla quale sia stata indotta o possa indursi anche al presente tra la sua minor età la detta Signora Duchessa di sponsali ed elezzione di sposo , e maggiormente essendosi essa Signora Duchessa dichiarata di voler dipendere in una risoluzione di tanta importanza per matrimonio nel quale si tratta della successione dej discendenti  aj stati di sua casa dalla suprema clementissima direzione di Sua Maesta.  ……Attesa la quale  suddetta assertiva essa Signora Duchessa Donna Laura è stata interrogata dal detto Consigliere della Real Camera di quanto le sia occorso fra tempo ….. e se li fusse stata estorta dichiarazione o firma  per atto pubblico o scrittura privata per matrimonio e sponsali. Dalla quale suddetta Signora Duchessa di Cassano Donna Laura Serra si è avuta risposta di sua propria bocca. Che nel mentre stava nel detto Venerabile Monastero della Sapienza ove si trattenne per circa un mese e mezzo una sol volta sele permise di trattare e parlare con l’Ecc.ma Signora Marchesa sua madre , e fu verso un’ora di notte la quale portò con sé anche un uomo  che essa la Signora Duchessa  stimò essere di Casa dell’Ecc.mo Signore Principe di Cariati, mentre altra volta avea veduto tal uomo in Roma nel Monastero ove siede insieme coll’Ecc.mo Signor Duchino di Seminara che si dicea dover essere suo sposo. E la detta Marchesa sua Madre li disse che si vi fusse stato allora presente il detto Duchino di Seminara si avrebbero potuto dare le parole de sponsali, alche essa Signora Duchessa  rispose che ciò non si potea fare per non essere di età abile e le soggiunse la detta marchesa Madre , che non importava e che se ne sarebbe parlato in altro tempo”. Nel verbale si narra ancora che nello stesso Monastero un Padre Religioso indusse Laura Serra a ricopiare di sua mano una dichiarazione con la quale “prendeva per suo marito” il Duchino di Seminara , figlio primogenito del Principe di Cariati. Ma la dichiarazione sottoscritta da Laura Serra non era valida perché  all’atto della firma non aveva ancora compiuto  12 anni sicché fu indotta a firmarne altra con l’indicazione della data di luglio e la specificazione che il Duchino di Seminara si chiamava Giò Battista Spinelli. Dal verbale emerge ancora che la “Signora Duchessina” aveva fatto una grande confusione mentale e che aveva sottoscritto documenti  anche per timore reverenziale verso la “ Ecc.ma Signora sua Madre”.

Da questo importante documento non solo si evince la pressione esercitata  su Laura Serra per indurla a sottoscrivere qualche promessa matrimoniale ma appare evidente l’importanza che rivestiva il Feudo di Cassano sul piano degli equilibri della feudalità calabrese tanto da indurre S.M. il Re Carlo di Borbone in persona ad assumere  la protezione della Duchessa Laura Serra e a decidere che tutte le dichiarazioni eventualmente sottoscritte per sponsali erano prive di efficacia.

Con l’intervento diretto di Carlo di Borbone, di fatto Maria Teresa Caracciolo non poteva più esercitare alcun potere sulla figlia Laura in materia di sponsali e l’attribuzione al Sovrano delle decisioni che avrebbero influito sulla prospettiva di governo del feudo cassanese dimostra che la vicenda matrimoniale di Laura Serra era diventata una sorta di affare di stato.

ImageNel 1738 all’età di 15 anni Laura Serra sposa un cugino Genovese, Giuseppe Maria Serra. Luca Covino nel suo libro dal titolo Governare il Feudo, esaminando le vicende matrimoniali di Laura Serra così si esprime : “ Nel 1738 acconsentì agli sponsali con Giuseppe Maria Serra”. Dopo aver rifiutato di contrarre matrimonio con il figlio del Principe di Cariati, appartenente al potente casato degli Spinelli di tendenze filo asburgiche e, quindi,  invise alla corte napoletana dei Borbone, Laura Serra accolse l’indicazione a contrarre matrimonio con un Serra del ramo genovese.

Questa scelta consolida e rafforza  il ruolo dei Serra nella feudalità meridionale rimarcando l’originaria identità genovese, fatta di mercanti e finanzieri accreditati presso la Corte di Spagna e assai potenti presso la Corte napoletana.

Con questa scelta Laura Serra si proietta verso Napoli senza però abbandonare gli interessi e la direzione del feudo cassanese, aspetti che necessitano – per la loro importanza e per i riflessi sulla condizione economico sociale di Cassano -  di un’autonoma e più approfondita  trattazione.

Sulla presenza fisica dei Serra a Cassano tra il 1750 ed il 1760 abbiamo raccolto un elemento che induce a ritenere  che per alcuni anni i figli di Laura e Giuseppe siano rimasti stabilmente a Cassano.

Presso la Biblioteca Comunale di sala Consilina abbiamo reperito un interessante volume curato da Michele Esposito ed Enrico Spinelli dal titolo “ Domenico Alfeno Vario – un Giurista critico al tramonto dell’Antico regime”.

Nel volume si narrano gli apporti culturali di Alfeno Vario , famoso giureconsulto nato a Sala C. divenuto poi Professore di Diritto Civile all’Università di Pavia dal 1780 al 1789.

A pag. 246 si legge testualmente : “Fallito il primo tentativo (aveva partecipato al concorso per la cattedra di fisica sperimentale all’Università di Napoli ), Vario ripiega sugli studi giuridici e si mantiene come precettore”. Nella stessa pagina alla nota n. 38 si legge : “Per una testimonianza della sua attività di giurista nel 1759, vd p.194 GIUSTINIANI , Memorie istoriche degli scrittori legali, pp 237-240: Vario è appunto precettore dei figli del Duca di Cassano Serra e si trasferisce per alcuni anni (si direbbe , nella prima metà degli anni 60, cui corrisponde una totale stasi produttiva) nei feudi calabresi del Duca.”

La nota biografica su Domenico Alfeno Vario, precettore illustre e giovane professore di Filosofia prima che divenisse insigne giureconsulto, è un elemento che ha riscontri documentali e, quindi, può essere ritenuta attendibile per provare la presenza della famiglia Serra a Cassano nei primi anni del 1760.

NOTE

Nota 1) Il ritratto trovato nella Biblioteca , per la persona raffigurata, indica  testualmente : D. Giuseppe Serra – Duca di Cassano.

Il nome rinvia immediatamente o a Giuseppe Serra, primo Duca di Cassano, figlio di Giovan Francesco Serra e di Donna Giovanna Doria di Tursi, nato tra il 1640 ed il 1642 e morto il 1715 oppure a Giuseppe Serra quinto Duca di Cassano, nato a Napoli il 22 maggio 1771 e morto il 1837, figlio di Luigi quarto Duca di Cassano.

Ma la collocazione , la dimensione e la tecnica di riproduzione dell’incisione richiamano senz’altro il ritratto di Laura Serra e, quindi, è da ritenersi che si sia di fronte ad una sorta di due ritratti di famiglia.

La dimensione è la stessa 110X85 mm; trattasi di due foto incollate su cartoncino beige di 200x155mm decorato a secco con motivi floreali.

Né può sorprendere che il nome del marito di Laura Serra sia indicato come Giuseppe e non già come Giuseppe Maria. Nei riferimenti documentali al marito della Duchessa Laura Serra, spesso il nome si abbrevia e diventa solo Giuseppe.

Ma c’è di più :  Nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano, riconosciuto dal Regno di Napoli ed inserito nell’Elenco Storico del Sovrano Militare Ordine di Malta,  il marito di Laura Serra viene così indicato:  Giuseppe Serra  (* Genova 21.V.1714 † 3-1763), Patrizio Napoletano dal 1741 aggregato al Seggio di Portanova, Patrizio Genovese; Duca di Cassano, Marchese di Rivadebro, Marchese di Strevi, Marchese di Amendralexo e Barone di Civita maritali nomine.

Sussistono perciò validi motivi per ritenere – allo stato - che il ritratto sia riconducibile al marito di Laura Serra. Ulteriori approfondimenti potrebbero confermare questa attribuzione.

Giuseppe Serra sposò Laura all’età di 24 anni e morì all’età di 49 anni nel 1763. Non si conosce il luogo dove avvenne il decesso , ma l’anno di morte richiama un altro evento assai importante per  la storia urbanistica del nostro Comune: coinciderebbe con la fondazione di Lauropoli.

Laura Serra morì invece a Napoli nel 1790 all’età di 67 anni e riposa nella Chiesa di San Nicola da Tolentino a Napoli.

Nota 2) Il Palazzo Serra Cassano sorge in Via Monte di Dio sulla collina di Pizzofalcone e fu acquistato nel 1679 da Giuseppe Serra, figlio di Gianfrancesco , che legato alla corte di Spagna aveva ricevuto un anno prima e cioè nel 1678 il titolo di Duca di Cassano da Carlo II di Asburgo. La costruzione del Palazzo fu ripresa nella seconda metà del 700 da Laura Serra che ne aveva ereditato  la proprietà. Il palazzo era stato progettato da Ferdinando Sanfelice ma gli interventi più significativi sono stati realizzati sotto la direzione dell’ing Giuseppe Astarita, per oltre un ventennio architetto della Duchessa di Cassano.

Nota 3) Come si rileva dal testo su Giuseppe Astarita , “il primo degli interventi intrapresi dai Duchi di Cassano negli anni 50 riguarda la costruzione della residenza di Portici , sita nella località allora detta San Iorio”.

Laura Serra per questo edificio di grande rigore formale  che appariva “ nobilissimo per la sua grandezza, sue pitture, quadri e giardini fabbricato nel 1753”  sostenne una spesa di Ducati 12.000.

Questo palazzo è ,fra l’altro, famoso perché vi nacque il nipote di Laura Serra, Gennaro Serra, figlio di Luigi Serra e di Giulia Carafa dei Principi di Roccella, decapitato nel 1799 in piazza Mercato a Napoli.

Nota 4)  Sulla diffusione del Latifondo e sulla concentrazione in poche mani di vaste proprietà agricole nel mezzogiorno  ha pesato indubbiamente la tradizione feudale con una diversa incidenza rispetto al resto del Paese.

Infatti il feudo che si è consolidato nel mezzogiorno è di tradizione francese e si è tramandato con i feudi istituiti dai Normanni. E’ il feudo franco , indivisibile e trasmissibile in genere per primogenitura.

Il feudo di tradizione italica invece viene definito “feudo longobardo” perché si sviluppa nell’italia centro-settentrionale.

Questo feudo è divisibile fra tutti i figli maschi ed è alienabile.

E, dunque, nel Sud si sviluppa una geografia dei feudi molto statica, mentre al Nord gli assetti fondiari mostrano un’evidente maggiore dinamicità.

Questa breve considerazione evidenzia come molto spesso al  Sud vengono addebitati dei ritardi e delle colpe che invece hanno una profonda ragione storica.

La stessa mancanza di un vasto ceto di medi e piccoli proprietari terrieri nel nostro Comune all’inizio del novecento è senz’altro riconducibile al peso esercitato dalla vasta concentrazione terriera prodotta dal feudo dei Serra.

Nota 5)  Pasquale Liberatore, studioso dei diritti e degli abusi della feudalità così definisce il baliato:

“Dal nome del Bajulo custode dei fanciulli e amministratore dei loro beni ebbe origine la voce Baliato col quale designavasi la tutela e la cura dei feudatari minorenni.”

Federico II con la Costituzione “ in aliquibus” disciplinò la materia riservando al principe il “diritto di ritenersi il feudo durante l’età minore del feudatario o di conferirlo a chi gli fosse piaciuto”

 

Giuseppe Aloise  

Articolo Pubblicato su “Il Simposio” rivista del Liceo Classico Lombardi Satriani di Cassano Ionio – Giugno 2014
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