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Il Compagno Mussolini (libro) PDF Stampa E-mail
Scritto da administrator   
lunedì, 03 marzo 2014 19:03
ImageOvvero, La metamorfosi di un giovane rivoluzionario – Lo scopo di questo libro, uscito nel mese di novembre dello scorso anno, è quello di dimostrare una verità negata. La scelta di Mussolini - a causa della Prima guerra mondiale - di abbandonare il socialismo internazionalista a favore del socialismo nazionalista (che poi diventò fascismo), fu una tra le scelte più importanti del Novecento, non solo per l'Italia ma anche per l'Europa e per il mondo. La scelta che Mussolini fece nel 1914, però, non fu da cinico assetato di potere o da corrotto al soldo della borghesia, ma da devoto socialista rivoluzionario: la guerra gli aveva fatto capire che gli uomini sono più fedeli alla loro nazione piuttosto che alla loro classe. Per Mussolini dunque la Prima guerra mondiale fu una guerra rivoluzionaria e non reazionaria. Infatti il fascismo aveva molto più in comune col comunismo rispetto a quello che entrambi avevano in comune col capitalismo. Purtroppo, l'Europa oggi, a causa della crisi esistenziale del'Unione europea, si trova davanti a pericoli molto simili a quelli di 100 anni fa, pericoli provenienti dalla tensione perenne tra ideologie internazionaliste e realtà nazionaliste.(foto: il libro edito dall'editore calabrese Rubbettino)

(Il libro può essere acquistato presso la Sybaris Tour - prezzo € 19,00 - sconti per i clienti dell'Agenzia)

Recensione del libro apparsa su "Il Giorno" del 6 novembre 2013

Giancarlo Mazzuca, direttore de 'Il Giorno' e Nicholas Farrell raccontano in un libro impegno politico e amori del giovane Benito - Rimase zitto per i primi tre anni, e mamma Rosa si preoccupava, dottore, non parla. Poi si è rifatto. E ha inchiodato amici e nemici alla sua oratoria incendiaria. Così Benito messo a nudo da Nicholas Farrell e Giancarlo Mazzuca, “coppia anglo-romagnola”, come la definisce Vittorio Feltri nell’introduzione a “Il compagno Mussolini”, Rubbettino editore,  350 pagine, molta politica, molti testi inediti e molte donne.

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Mussolini a 20 anni - scheda segnaletica svizzera
Un viaggio: dalla nascita a Predappio, sulle colline di Forlì, terra di sangiovese, a Roma. Lo vediamo crescere. Il monello manesco diventa un giovane leader socialista, poi “processato” come voltagabbana — «arvultaja», gli gridavano dietro i compagni romagnoli — quando si converte dalla neutralità all’interventismo sulla Prima guerra mondiale. «Il punto di svolta della mia vita», confidò poi Mussolini a un giornalista americano.

Il piccolo Benito è tipo da prendere a schiaffi, sempre in giro a rubare frutta o a nuotare nei torrenti. Povero e scalzo, selvaggio e pure manesco ma di intelligenza vivacissima. È un attaccabrighe e impensierisce l’adorata mamma Rosa, maestra e devota credente. Cresce rivoluzionario e anarchico come il babbo Alessandro, fabbro, socialista testa calda. Però è un accanito lettore e a scuola, quando scrive, lascia tutti a bocca aperta. Il libro di Mazzuca e Farrell è anche una guida alla mostra sul «Giovane Mussolini», ospitata fino al 31 maggio a Predappio. E si chiude con una riflessione sulla continuità tra il socialismo di Benito e il suo fascismo.

Prima e dopo, il nemico è la borghesia. Il “figlio di Muslin” si diploma maestro, poi si farà chiamare professore. Ma per la gente è anche ‘e matt’, il matto. Ha un rapporto speciale, protettivo, con Arnaldo, il fratello più piccolo, proprio il suo opposto, l’unica persona di cui si fidasse ciecamente. Parte per la Svizzera, senza un soldo. Sarà lavapiatti e giornalista. Il futuro Duce gira per le strade di Forlì a testa bassa, un cappellaccio nero in testa, il volto pallidissimo, non dà udienza a nessuno perché non ha tempo da perdere. Fa molti chilometri a piedi per andare in biblioteca, rincasa di notte per non incontrare gente. Diventa direttore della “Lotta di classe”. Verranno poi i tempi dell’ “Avanti!” e del “Popolo d’Italia”.

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Mussolini, giovane socialista a 25 anni
Nel libro trova molto spazio anche un capitolo inesauribile, quello su Benito e le donne. Mazzuca e Farrell svelano un segreto odioso, da ragazzo Mussolini stuprò una vicina. La prima musa, Angelica Balabanoff, ebrea russa, rivoluzionaria socialista, brutta e buona. Margherita Sarfatti, bella e avara, un amore che durò quasi vent’anni, la Vela nel linguaggio cifrato che doveva aggirare le ire di Rachele, la moglie. Benito giovane collezionò spose e maestrine, locandiere e scrittrici come Leda Rafanelli, che un giorno ebbe persino il coraggio di respingerlo. Ma il futuro Duce alla fine fu uomo d’ordine anche negli affetti. Dopo tanto turbinìo la sintesi: «Solo tre donne contano, la madre la moglie l’amante».

di Rita Bartolomei

 

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