Come ti distruggo l’Alto Jonio |
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sabato, 22 febbraio 2014 08:39 | |
![]() l'arch. Maurizio Silenzi “A certificare la situazione è il Mibac che precisa che il sito archeologico di Sibari si estende per oltre 500 ettari ma di questi solo l'1 per cento è stato studiato e la colpa e dell'assetto idrogeologico. L'acqua è il primo nemico di Sibari non solo quando allaga ma anche quando impedisce di scavare. ...E tutto questo, sempre secondo i progettisti incaricati dal Mibac, proprio a causa del complesso assetto idrogeologico del sito: “La principale criticità che ha rallentato lo sviluppo dell’area della Sibaritide - decretano - è sicuramente il complesso assetto idrogeologico , che ha reso finora estremamente difficili gli interventi di scavo ed il loro prosieguo”. Si capisce allora bene come il progetto che fa capo alla misura 3 del “Pacchetto Sibari” da 18 milioni di euro si ponga come quello che, più di ogni altro, potrà non solo risolvere la criticità “acqua”, ma aprire anche una nuova fase di scavi e fruibilità del sito...”. Altro che con le mani in mano! Come dicevamo, gli "esperti" scopritori di Sybaris (se lo confermano soddisfatti l'un l'altro con grandi pacche sulle spalle), non contenti di avere scavato per quarant'anni estraendo soltanto una piccola parte della colonia romana di Copia (192 a.C.), ed una ancor più piccola parte della precedente Thurii (445 a.C.), ed assolutamente nulla, se non scarse vestigia del separato centro portuale dell'arcaica Sybaris, e non soddisfatti del loro umano "errare", con questi nuovi altri stanziamenti intendono diabolicamente "perseverare". Questa volta vogliono scendere più sotto ancora della Thurii, per trovare, finalmente, la Sybaris. Inutile dire che troveranno soltanto l'acqua del porto sibarita e qualche coccio delle anfore che si ruppero durante i vari trasbordi dalla banchina alle navi. Ma per far questo vogliono delle potenti idrovore che riescano a prosciugare il mare. Perché lì sotto, è proprio quello che troveranno: il mare. Resteremo all'asciutto! Addio belle spiagge del Sinus Thurinus. Addio Mare Jonio. Potremo, finalmente, a piedi, raggiungere il nord Africa. Costoro avrebbero fatto la felicità di Annibale che, invece, con i suoi ingombranti elefanti, dovette fare un lungo giro fin sulle Alpi per cercare di invadere Roma. Pescatori, cambiate mestiere, vendete le vostre presto inutili imbarcazioni. Un sospiro di sollievo lo tireranno anche i migranti, basta con le disagevoli traversate sulle carrette del mare: ci sarà un più comodo esodo appiedato. Mosè sembrerà un dilettante, con il suo semplice prosciugamento del Mar Rosso. Sosteniamo i nostri valorosi pionieri nel loro viaggio al centro della terra, dove, tra breve, esausti, ma sempre soddisfatti, inevitabilmente, arriveranno. P.S. Questa novella dell’orrore si arricchisce di una notizia dell’ultim’ora. Il viadotto Pagliara, a Trebisacce, sarà (sempre a spesa pubblica) completamente demolito dall’Anas, in quanto “pericoloso ed inquinante”. Chi fa, e poi disfa, non perde mai tempo, diceva Pulcinella. Quindi, per logica conseguenza di questa encomiabile ammissione, l’Anas riconoscerà certamente un risarcimento pro capite ai Trebisaccesi per i danni subiti in questi lunghi anni. Somma (demolizione e risarcimento) che sarà sborsata personalmente da chi ha perfidamente progettato l’opera. Quindi, come vedete, e come giustamente diceva il filosofo Pangloss nel Candido di Voltaire, veramente “noi viviamo nel migliore dei mondi possibili”. Certo il povero Candido, spaventato, confuso, smarrito, tutto insanguinato dopo essere stato frustato a sangue per futili motivi ed aver visto ogni genere di nefandezze, aveva forse una qualche ragione per contestare fra sé: “Se questo mondo è l’ottimo dei possibili, che mai saranno gli altri?”. Ma lasciamo cuocere i pessimisti nel loro stesso brodo.
Maurizio Silenzi Viselli architetto. |
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