Immigrazione: Ricchezza da non disperdere |
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Scritto da R.Caracciolo | |
lunedì, 11 novembre 2013 06:09 | |
![]() L’approccio non è agevole con i nuovi abitanti perché sono vinti dalla timidezza e perché non amano infrangere la riservatezza che è tipica dei “forestieri”. Ma i nuovi ospiti non nascondono i loro volti sui quali si legge la nostalgia dei luoghi abbandonati e con i quali sono sempre a contatto perché la televisione compie il “miracolo” di collegarli con i paesaggi a loro cari, consentendo anche di ascoltare l’idioma della loro terra. E’ un’invasione, quella degli immigrati, che vivifica, che rianima luoghi ormai preda del silenzio e dell’abbandono anche se, di recente, riportati all’antico splendore da un rifacimento che ha scongiurato la definitiva distruzione di beni immobili che sono la testimonianza di un passato denso di cultura, tradizioni, d’arte che oggi si possono gustare visitando le chiese di S.Nicola e di S.Pietro nonchè il maestoso Castello fatto costruire dai Principi Spinelli. Naturalmente c’è chi recrimina sulle nuove ed “ingombranti” presenze portatrici di chissà quali malefici. Non sanno, gli scettici di oggi, che le nuove presenze costituiscono le premesse di un risorgimento delle fortune dell’antica Polis. Sono molteplici le ragioni che inducono a ritenere che la presenza di persone di culture diverse dalla nostra stimoleranno un raffronto serrato con le loro abitudini e la loro intraprendenza. Incoraggeranno a ricercare nuove possibilità di lavoro, disperdendo le remore che hanno costretto a non volgere lo sguardo oltre il proprio vicinato. I nuovi residenti si riveleranno una ricchezza non solo di ordine meramente bracciantile, stante la loro disponibilità in attività non più gradite dalle maestranze locali; ma promuoveranno la voglia di cambiamento del modo di essere, pur conservando il rispetto della tradizione e della cultura della Magna Grecia. |
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