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TESTIMONI E PROTAGONISTI PDF Stampa E-mail
Scritto da F.D'Elia   
giovedì, 07 novembre 2013 07:40

ImageCon questo articolo termina la pubbli cazione degli interventi nell'ultimo numero del "Simposio" , il periodico pubblicato dal Liceo "Lombardi-Satriani" di Cassano. Il dott. Francesco D'Elia ricorda alcuni grandi personaggi di Cassano che varrebbe la pena ricordare perchè, ognuno nel campo della propria competenza, sono stati degli innovatori, in taluni casi, di livello nazionale come il prof. Agostino Diana, l'avv. Francesco Drago e l'ing. Camillo Toscano. Buona lettura. (clicca sulla foto per ingrandire)

1) Quando nascevano i nostri testimoni, di cui più che tracciare "una laudatio ... post mortem", si vuole abbozzare semplicemente un profilo, an­corché inadeguato, acchè ne resti vivo un ricordo che non solo tratteggi il loro significativo percorso di vita ma anche, e soprattutto, rievochi lo spaccato di una stagione della nostra comunità all'interno della quale gli stessi sono stati non anonimi protagonisti, l'Ottocento romantico scorreva gli ultimi anni del suo, per più aspetti, ora esaltante, ora contraddittorio, sviluppo storico. Ricordarli, per come ammonisce Tacito, per consegnarli alla posterità.

I successivi anni giovanili degli stessi si collocheranno, quindi, nei primi decenni di un Novecento complesso ed inquieto che nel suo avvio sembra­va dovesse disegnare un nuovo mondo, "un mondo senza fretta", per come scrive Stefan Zweig, ove il tempo e l'età avevano altre misure, ove diffusa era la speranza di poter vivere più comodamente ed in pace ..... Non sarà così. ... Passeranno, infatti, pochi anni ed il Novecento conoscerà le tragedie di due immani conflitti, il massacro, i campi di sterminio, la bomba atomica, la violenza diffusa, il mutare della carta geografica d'Europa e del mondo, il progresso tecnologico, la conquista della luna, la mutata condizione umana, sociale, civile, la fine delle ideologie, lo smarrimento delle certezze e dei valori consolidati, la sconfitta delle utopie ..... per come annota Corrado Sta­iano (Il Novecento - Introduzione) .

L'Italia vive l'età postumbertina quando ancora riecheggiano le cannonate di Bava Beccaris sui manifestanti milanesi e gli spari del regicidio di Monza e si snodano gli anni del giolittismo nella affannosa ricerca di una possibile sintesi tra difficili equilibri della vecchia classe dirigente postrisorgimentale e forti rivendicazioni sociali e spinte nazionaliste. Erano i fermenti - per dirla con Silvio Bertoldi (Vittorio Emanuele 111) - "di un paese giovane, orgoglioso, in cerca - a tentoni - di una sua strada".

Cassano, nel suo piccolo mondo, tessera di un mosaico meridionale tradito nelle sue speranze di riscatto di CUI SI era nutrita l'epopea risorgimentale, vive di queste realtà: da un lato una ristretta borghesia, sostenuta ora da una vasta o a volte più limitata rendita fondiaria, ora dall' esercizio delle professioni tradizionali, e dall'altro un diffuso mondo operaio e braccian­tile, senza tutele e diritti, faticosamente proiettato ad iniziare il nuovo e difficile cammino del suo riscatto.

Non a caso i primissimi anni del Novecento cassanese conobbero diffusi episodi di "jacquerie" che troveranno nell'incendio del Municipio del 1902 il momento culminante, che meriterà risonanza nazionale, consacrata in una tavola illustrata di prima pagina di una Domenica del Corriere. Cas­sano vive prevalentemente di risorse dell'agricoltura, riconducibile preva­lentemente alla presenza di latifondi ed, in parte a piccoli possedimenti, cui si aggiunge ancora la corposa presenza di un artigianato geniale e creativo che sarà destinato a rappresentare una peculiarità dell' economia locale, per lungo tempo costante per poi lentamente scomparire con l'av­vento dei processi di industrializzazione che l'intero Paese dovrà registrare negli anni futuri. "Giuri sta di singolare statura ..... temperamento critico .... spirito libero, nel mutare delle vicende dei tempi .... " così il professore Giovanni Battista Fumaioli ricorda il suo Maestro, AGOSTINO DIANA, in memoria nell' Annuario dell'Università di Pisa. Correva l'anno 1875 quando (il 15 Marzo) In Villapiana il dottor Giovanni Battista Diana, cassanese a quel tempo medico condotto nel vicino paesino, e Giulia Natale davano alla luce il piccolo Agostino che la principessa Adelaide del Balzo Pignatelli porterà al fonte battesimale. Brillante studente univer­sitario nella Facoltà di Giurisprudenza nella prestigiosa Università di Pisa, ventiduenne, si laureò a pieni voti. Ma particolarmente, va sottolineato che, a distanza di appena sei anni dalla laurea e, quindi, a soli ventotto anni, divenne titolare della Cattedra di Procedura Civile all'Università di Urbino. Nel 1906 venne chiamato nello stesso incarico presso l'Università di Siena e successivamente nel 1919, per voto unanime del Corpo Acca­demico dell'Università di Pisa, venne chiamato a sostituire il Professore Carlo Lessona sulla cattedra di Diritto Processuale Civile. Incarico svolto ininterrottamente fino al 1947 , quando, per raggiunti limiti di età si ritirerà dall'insegnamento, stabilendosi definitivamente nello storico Palazzo dei Cappuccini costruito da un avo della Famiglia Serra, don Stanislao, venduto in anni successivi al Prof. Diana dal Conte Enrico Basta. Piace ricordare che detto Palazzo, acquistato anni addietro dagli Ammini­stratori dell'adiacente Istituto per Anziani, Casa Serena Santa Maria di  Loreto, già nel passato storico Convento dei Cappuccini e quindi, Ospizio, vive oggi una non facile opera di ristrutturazione. In detto Palazzo il 26 febbraio 1956 Agostino Diana concluderà la sua prestigiosa giornata terrena.

Chiarissimo Maestro di diritto per lunghissimi e fecondi anni ad Agostino Diana è stato sempre unanimemente riconosciuto il merito di essere stato tra i primi e più illustri innovatori del diritto processuale civile in Italia e studioso profondo del comparato diritto tedesco. Unitamente ad una corposa raccolta delle sue lezioni di diritto, si sottolineano scritti come "La giu­risdizione volontaria" e "La funzione del Presidente nel processo civile", oltre a numerosi saggi sul contratto giudiziale, sui rapporti processuali e la confessione giudiziale nel processo civile.

Il prestigioso ruolo accademico ricoperto in lunghi anni lo portò inevi­tabilmente ad incrociare personalità tra le più illustri del suo tempo ed ad intessere con molti di loro solidi e fecondi rapporti di amicizia e di reciproca considerazione. Tra i tanti, piace ricordare Luigi Einaudi, futuro Presidente della Repubblica, l'avvocato Frugoni, fratello del celebre clini­co Cesare, il professore Vassalli, insigne studioso di diritto, padre di Giu­liano protagonista tenace della Resistenza, politico di spicco nella Prima Repubblica, penali sta di elevato spessore, indimenticato Maestro e rela­tore di laurea di chi scrive queste note. Stretta e feconda amicizia legò il Diana ad uno dei più illustri storici dell' Arte, il professore Toesca. Nella chiara ricostruzione storica di Carlo Rango "Momenti e protago­nisti della vita culturale del Novecento” (nota 1) viene opportunamente ricordata la chiara e manifesta libertà di pensiero che animò sempre il Diana e che lo porterà ad essere uno dei firmatari del "Manifesto di Croce" in risposta a quello di Gentile.

Il ricordo del Professore Diana non può non portare chi scrive a non associare opportuna, pur se rapida, annotazione di altri illustri studiosi ed interpreti del diritto di anni successivi, perle del patrimonio cassa­nese, quali Arturo Vellutini, Nicola Groppa e Silvio Lione, vertici della Magistratura italiana, ed Alfonso Oriolo, Francesco Drago ed il più gio­vane Antonio Bellusci, figure di spicco del Foro di Castrovillari. Oltre al doveroso ricordo del Diana nella toponomastica cassanese, voluto tenace­mente ed apprezzabilmente dall'Amministrazione Gallo, con l' intitolazione del piazzale antistante il citato Palazzo, lo scrivente non può non auspicare che, "a latere" della prestigiosa biblioteca di cui è dotata e fiera Casa Serena, si affianchi una specifica" fondazione" in memoria che conservi quelle tracce e testimonianze che le nipoti dirette dell'illustre giurista, Giulia ed Anna, hanno amabilmente dichiarato disponibilità ad offrire.

 

 

2 - Agli inizi del 1884 nasceva in Cassano FRANCESCO DRAGO. Lau­reatosi giovanissimo all'Università di Roma si avviò alla professione foren­se che esercitò brillantemente e fino al momento della sua dipartita, datata 1964. Giovanissimo, sarà immediatamente protagonista della vita politica e culturale cassanese e provinciale dirigendo più periodici, tra cui si ricor­da, in particolare, "La Fiaccola"(l914). Interprete dell'aspra contrapposi­zione tra prorompenti istanze socialiste e potere agrario sarà portato, nel primo decennio del Novecento, ad essere attenzionato dalle forze di polizia, nonché destinatario di taluni provvedimenti di prevenzione. Lo scoppio della Grande Guerra lo vede attivamente impegnato come Uffi­ciale sul fronte del Carso e del Montello, ove venne fatto prigioniero. Rientrato in Cassano, dopo la sofferta esperienza bellica, drammaticamente vissuta, le ricordate forze socialiste conquisteranno il Comune, con Sin­daco Drago, nel 1920. La successiva evoluzione, per non dire involuzio­ne della vita politica italiana, porteranno, come tantissimi, primo tra tutti lo stesso Mussolini, ad interpretare la nuova e nefasta esperienza politica che caratterizzerà il ventennio fascista, conclusosi per come è noto nel 1943, con il prosieguo dei due anni successivi, tragicamente vissuti fino alla Liberazione. Nel corso dell'intero ventennio ininterrottamente l'av­vocato Drago sarà Amministratore del Comune di Cassano Ionio prima da Sindaco e successivamente, con la trasformazione istituzionale del 1926, da Podestà, "caso raro in tutta la Calabria", per come annota­no Fulvio Mazza e Luciana Rossi nella puntuale analisi "L'evoluzione politica-amministrativa dal primo dopoguerra ai nostri giorni"(nota 2). Sicuramente risulta determinante ed incisivo nella vicenda politica di Dra­go lo stretto rapporto di amicizia che lo legava a Michele Bianchi, noto Quadrunviro della Marcia su Roma e successivamente Sottosegretario e Ministro nel Governo Mussolini, a partire dalla comune esperienza universitaria, così come determinante e decisivo detto rapporto si riverbererà su gran parte dell'attività amministrativa svolta nel Comune cassanese. Ne sono in proposito tracce evidenti nel conferimento a Michele Bianchi della cittadinanza onoraria già nel 1923, la successiva intitolazione del Teatro Comunale, l'accorato epicedio pronunciato da Drago in occasione della prematura morte dello stesso, avvenuta nel 1930.

In tale contesto si colloca altresì la vasta opera di bonifica promossa e realizzata dal Governo che investì decisamente il territorio, attraverso la realizzazione di importanti opere di sistemazione idraulica e stradale le quali incentivarono radicalmente la produttività di grandi aree della Piana di Sibari e dell'intero territorio circostante.

E nel ricordato contesto si collocano gran parte delle grandi opere di civiltà realizzate dall' Amministrazione Drago, sia nel primo che nel secondo decennio del ventennio, e che non possono non meritare doverosa ed op­portuna menzione. Si ricordano, in proposito, il radicale ammodernamen­to del servizio idrico e fognario, il vasto intervento di pavimentazione dell'intero percorso del centro storico con pietra lavica, la costruzione di un monumentale e funzionale Edificio Scolastico al centro del paese, non­ché la realizzazione del Teatro Comunale che negli anni trenta conobbe i fasti di più manifestazioni teatrali di risonanza nazionale. Determinante risulterà l'attivo ruolo svolto da Drago nella nascita e nello sviluppo del Consorzio di Sibari per la cui permanenza nella località locale del suo primo insediamento si batté, e con iniziale successo, strenuamente. Fonte non sospetta e, perciò, particolarmente significativa, quale lo storico castrovillarese Vittorio Cappelli pone in giusto risalto, scrivendo su Drago,  "i meriti in termini di governabilità      espressione di un notabilato che si mostra in grado di garantire a lungo l'ordine amministrativo e sociale, aderendo attivamente, al contempo, ai profondi percorsi di trasformazio­ne dell' intervento pubblico"(nota 3). Il Vescovo del tempo, l' indimenticato mons. Raffaele Barbieri, volle Drago, Presidente Diocesano dell' Azione Catto­lica e Commendatore dell'Ordine di San Gregorio Magno, onorificenza tra le più prestigiose conferite dalla Santa Sede, privilegiando indiscussi meriti e capacità in favore di una collettività tanto prediletta da portado a rifiutare altri più prestigiosi incarichi ed opportunità sempre offertigli.

In tale contesto si colloca altresì la vasta opera di bonifica promossa e realizzata dal Governo che investì decisamente il territorio, attraverso la realizzazione di importanti opere di sistemazione idraulica e stradale le quali incentivarono radicalmente la produttività di grandi aree della Piana di Sibari e dell'intero territorio circostante.

In età avanzata, quando ormai si erano spenti i limiti legati all'esperienza fascista, la dirigenza provinciale della Democrazia Cristiana lo solle­citò fortemente ad una ripresa dell'attività amministrativa che non si concretizzò per un risultato di parità intervenuto tra le due forze allora contrapposte.

In conclusione, senza che faccia velo al redattore di queste note lo stretto rapporto di sangue che lo lega al nostro Ricordato, si può tranquillamente affermare che, se il suo percorso politico appare, per tanti aspetti, a dir poco discutibile, pur trovando una sua lettura interpretativa alla luce delle diverse temperie ideologiche, politiche e culturali che hanno attraversato lo snodarsi del primo cinquantennio del Novecento, le tracce dei grandi meriti acquisiti in termini di realizzazioni compiute risultano sicuramente indelebili così come risulta chiaramente manifesto un radi­cato attaccamento alla propria comunità di origine, intensamente vissuto nella tenace promozione di più occasioni di sviluppo. E, soprattutto, non possono non rivendicarsi e sottolineare con forza e con legittimo 'Orgoglio’ le chiare note di assoluta integrità morale di chi, pur sulla ribalta per tantissimi anni dello scenario politico ed in primissimo piano, ha vissuto, senza alcuno arricchimento, solo di attività professionale dignitosamente interpretata per una intera vita. Ne è di tanto il migliore retaggio cui si vuole, segnatamente per i tempi che andiamo vivendo, legare il valore di un ricordo.

 

3 - Il 2 Giugno del 1889 nasceva in Cassano CAMILLO TOSCANO. Laureatosi in Ingegneria, in giovanissima età, si trovò ad assumere le redi­ni della gestione di un vastissimo patrimonio famigliare. Sin dall'avvio si distinse nelle spiccate capacità di innovare e trasformare nello spazio di po­chi anni l'antico latifondo ereditato esteso prevalentemente nella Piana di Sibari, attraverso la realizzazione di diversificate grandi Aziende Agrico­le, quali, più in dettaglio, Torre della Chiesa, Volta del Ponte, Le Caselle, Pollinella, unitamente ad altre realtà agricole. Le stesse sperimenteranno, con sempre crescente successo, le più moderne ed avanzate coltivazioni, ponendosi quale punto di riferimento nel contesto di un' agricoltura di eccellenza non solo calabrese ma dell'intero Meridione. A tale intenso programma agricolo-imprenditoriale si legano diffusi processi di disbo­scamento destinati a recuperare a migliori produttività vastissime aree, massicci interventi di bonifica del salmastro, utilizzazione di innovativi impianti di irrigazione a pioggia, accurate selezioni di nuove razze di bovini, sperimentazione di nuove coltivazioni e trasformazioni dei prodotti destinati ad avviare un attivo processo di commercializzazione in Italia e, soprattutto, all'estero. Ed in tale contesto si collocheranno la realizzazione di un moderno Oleificio dell'Eiano ed un connesso Sa­ponificio. Di poco successiva si registrerà la realizzazione di un grande impianto di Tabacchificio, destinato a conferire una dimensione indu­strializzata a gran parte del bracciantato cassanese. La decisa volontà di dotare le proprie Aziende di fonti autonome di approvvigionamento energetico porterà l'ing. Toscano ad acquistare, sul finire degli anni quaranta, un piccola Società elettrica che verrà trasformata in una nuova Azienda idroelettrica, La Garga, dal nome di un piccolo fiume che ali­mentava gli impianti di produzione. La stessa, opportunamente ampliata ed ammodernata, sarà, quindi, destinata non solo ad alimentare le Aziende Toscano ma anche diversi piccoli centri di un vasto circondario. Con il processo di nazionalizzazione, intervenuto agli inizi degli anni settanta, detta Società sarà assorbita dall'Enel che ingloberà nel suo interno im­pianti e manodopera.

La presenza di tante ricordate realtà sul territorio rappresenteranno, in particolare per il Comune di Cassano, un decisivo volano di sviluppo economico diffuso sull'intero territorio in raffronto con altre realtà, specie quelle montane limitrofe che, invece, conosceranno diffuse sacche di depressione, pur doverosamente ricordate le difficili e limitanti condizio­ni del tempo all'interno delle quali si esercitava la prestazione d'opera, specificatamente quella bracciantile.

Va ricordata, infine, la significativa partecipazione dell'ing. Camillo alla vita politica locale con una diretta partecipazione alle elezioni comunali del 1946 quando una votazione plebiscitaria di più del 75% del corpo elettorale lo elesse Sindaco del Comune con una schiacciante maggio­ranza di 20 seggi conquistati (PLI - DL - UQ) su un totale di 30 e di cui cinque assegnati alla Sinistra e 5 alla nascente DC cassanese.

Sindaco della cittadina si distinse marcatamente specie perché, consi­derate le scarse risorse allora assegnate agli Enti locali non mancò generosamente di attingere al suo patrimonio personale per incentivare una serie di interventi pubblici, e spesso anche privati, a favore della sua collettività.

Va ricordato, in conclusione, l'apporto determinante del Toscano nella ideazione, direzione e programmazione del già menzionato Consorzio di Sibari di cui difese ad oltranza la diffusa ed intensa attività di bonifica nonché la stessa permanenza in zona, contrastando con forza una tenace volontà cosentina di accentramento, risultata successivamente, purtroppo, vincente.

Cassano non può non ricordare le testimonianze di suoi non lontani percorsi, segnatamente decisive nell'arco della sua evoluzione, forse o senza forse, utili, in parte, a capire un non felice presente ed illumi­nare un augurabile, pur se incerto, migliore futuro.

 

Francesco D' Elia

 

NOTE:

1)        Carlo Rango e Giovanni Spedicati in Fulvio Mazza, Sibari Cassano al Jonio - Storia cultura ed. economia, Rubbettino ed. Soveria Mannelli 2011 pp. 613.

2)         op. cit. pagg. 6 e segg.

3)        Vittorio Cappelli, Il fascismo in periferia. Il caso della Calabria. Editori Riuniti, Roma, 1992 p.68 e cfr. dello stesso Autore "Politica e politici", in Pietro Bevilacqua - Augusto Placanica (a cura di) La Calabria. Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità a oggi. Einaudi,Torino,1985 pp.540-541.

 

 

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