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Le tragedie del mare PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Miani   
venerdì, 04 ottobre 2013 07:05
ImageBasta! Ha detto bene papa Francesco: “è una vergogna”. È un vergogna che queste maledette tragedie si consumino in modo continuo e costante:”Esse gridano vendetta! Non possiamo tacere, ogni uomo che muore è uno di noi.Non è più possibile parlare a vanvera, e aprire il teatrino delle inutili frasi di distinguo e di invito alla comunità europea affinché intervenga, perché Lampedusa è una frontiera europea e non solo italiana per queste migrazioni continue di persone desiderose di libertà, giustizia e di un po’ di benessere.Il problema non è limitare lo sbarco sulle nostre terre di una massa d’uomini disperati. Il problema è la ricerca di una soluzione che definisc alla base questo tema. Gli uomini partono dai paesi più vari per trovare condizioni di vita più umane. Non hanno condizioni migliori se non quelle di correre qualsiasi pericolo per Fuggire. L’esodo di intere popolazioni di  nazioni è stato sempre accompagnato da morti, le più tremende, ma mai si è fermato. Quando pure l’unione europea si facesse carico delle difficoltà italiane si risolverebbe tutto? Quando pure si desse audio alle proteste degli stolti uomini della lega, forse si avrebbero meno morti? I morti vi sono non perché mancano fondi finanziari, non perché i barconi della morte scavalcano i limiti territoriali delle nostre acque. I morti ci sono perché gli uomini sono sul mare in condizioni inumane, su mezzi non idonei.

Il problema non è il limite delle acque territoriali da non attraversare, il problema è cercare soluzioni stabili affinché queste persone non partano verso un’avventura che sa di morte.

Risolvere il problema è quello di intervenire alla fonte, gli uomini non devono partire alla merce di sfruttatori, di nuovi scafisti-schiavisti che approfittano delle disperazioni di esseri umani per ruberie, sopraffazioni e per commettere omicidi indisturbati su barconi stracolmi di persone, delitti su esseri inermi e disperati.

Il problema è di livello mondiale perché l’olocausto e continuo e non può interessare solo i paesi  Mediterranei, ma la comunità internazionale nel suo insieme. Vi sono delitti che devono interessare tutto il mondo perché quelle morti non sono il caso di un infortunio raro, sono continue, sistematiche, in un certo modo conosciute, previste e volute.

Che fanno i governi da cui partono gli uomini e le navi delle morti, si preoccupano di fermare questo commercio, si preoccupano modificare il loro modo di gestire il potere? In alcuni paesi africani non manca la ricchezza, non manca la possibilità di rendere più giusta la vita, di dare maggiore libertà e possibilità di sopravivenza al popolo. Perché chi è al potere non tenta di mitigare le condizioni di vita dei propri popoli?

Alla bisogna si devono creare le condizioni a che gli uomini al potere delle nazioni da cui si fugge governino in modo tale da non incentivare gli esodi, si deve fare in modo che questi si rendano responsabili delle fughe e delle partenze su mezzi inadeguati e con persone truffaldine che solo sfruttano, a loro beneficio, le speranze di un futuro migliore.

Ciò sarà possibile se gli organismi internazionali Onu e enti associati, diano la possibilità di crescita ai paesi in difficoltà, promuovano leggi atte a forzare la mano ai governanti per limitare ed annullare la possibilità di imbarchi pericolosi. Ogni governo di un paese rivierasco dovrebbe essere obbligato ad avere una task-force per un controllo sistematico delle spiagge ove si consumano le tratte di uomini e se ciò non avviene mettere sotto processo il governo, gli uomini che lo compongono per crimini contro l’umanità come avviene per l’uso del gas in guerra, per l’uso di armi contro i propri cittadini e così via. L’Onu potrebbe attuare leggi che costringono i governi che ricevono aiuti finanziari dalle nazioni più ricche a dare tornaconti giusti e veritieri sull’impiego di questi aiuti, con la possibilità di  controlli e di pene da infliggere ove queste sostanze vengano utilizzate per arricchire parassiti, ladri, furboni del potere.

Una volta Bossi disse una grande castroneria, a mio avviso imperdonabile e priva di buon senso “spariamo su chi oltrepassa le nostre acque”, mi pare che altri con acconce parole lo imitano piangendo i morti, ma non tollerandoli e non tollerando che questi uomini avanzano richieste di pane e libertà alle nazioni più ricche, le quali hanno ricchezze che sciupano in continuazione. Andiamo a controllare i contenitori di immondizie e ce ne rendiamo conto. Andiamo a controllare quanti di questi emigrati sono sfruttati con il lavoro nero, con orari impossibili, paghe ingiuriose (Ci ricordiamo di Rosarno), andiamo  a controllare le locazioni di alloggi con affitti da capogiro per una stanza con quattro, cinque persone e più ammassati come bestie, con servizi che di fatto hanno solo il nome.

Siamo un po’ più seri amici italiani, non solleviamo dei problemi di logica finanziaria, tabù e limiti d’ingresso non giustificati dai fatti, ma, che ha nulla servono e cerchiamo di convincere i nostri politici a gridare la loro vergogna al mondo intero, come ha fatto papa Francesco senza peli sulla lingua e senza timori di accusare questo o quell’altro paese che è carente per giustizia, libertà, uguaglianza senza la paura di ritorsioni per appalti non concessi, inviti a gare per costruzioni e ristrutturazioni non pervenuti e così via. Una chiarezza su questa problematica non ci renderà più poveri, ma, può essere la chiave di volta a che tanti morti non siano un inutile regalo a Molog dio della morte.

Miani Michele

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