i Vescovi scrivono agli studenti |
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Scritto da administrator | |
lunedì, 16 settembre 2013 10:39 | |
![]() Ciao, ragazzi! Questa volta non mi limito a "passarvi" un augurio molto bello ma non mio, come ho fatto lo scorso anno. No! l'augurio per il nuovo anno scolastico lo scrivo tutto io perché ve lo devo! Lo devo a tanti di voi, con i quali mi sono incontrato e che, oltre a dirmi la loro attesa, mi hanno dimostrato aetto e amicizia! Con tanti di voi, poi, mi incontro spesso in piazza, quella piazza virtuale che è Facebook. Ma la lettera è tutta un'altra cosa! Soprattutto se con essa riesco a farvi sapere quanto sia vicino a ciascuno di voi, ai vostri genitori e a quanti, con ruoli diversi, incontrerete a Scuola. A una ragazza che mi ha chiesto: «... ma perché devo andare a scuola?», non ho saputo dire altro che: «Dipende da te, cosa vuoi andarci a fare!». E poi ho aggiunto: «Se dovessi dirti come vivere l'esperienza della Scuola quest'anno, se dovessi farti un augurio per l'inizio di questo anno scolastico, mi piacerebbe vederti impegnata - con l'energia che ti porti dentro e con tutta la passione che talvolta ti fa scoppiare il cuore - a dare una spallata a una malattia che si sta diffondendo in maniera endemica: la mediocrità ! A Marina - si chiama così la mia interlocutrice - ho detto e lo dico anche a tutti voi che la mediocrità mi sembra la nuova e incontrastata regina nelle nostre relazioni! Il mediocre è uno senza sogni e impegnato con grande fervore a spegnere i sogni degli altri, attraverso la pratica dell'invidia e della maldicenza. Sì! E’ questo il mio augurio per questo nuovo anno scolastico: un tempo, dei luoghi e soprattutto un esercito di ragazzi e di giovani che combattono la mediocrità, mettendo al bando l'invidia e la maldicenza. Che tristezza - ce lo ha ricordato qualche giorno fa Papa Francesco - vedere ragazzi e adulti rosi dall'invidia. Persone che, non avendo sogni da coltivare e da realizzare perché tristemente appiattiti, si impegnano perché nemmeno altri ne abbiano. Così si vive malissimo, ragazzi! La faccia degli invidiosi e dei mediocri è brutta! E non esistono creme o trucchi capaci di nascondere questa bruttura e di disperdere la puzza che emana!Che bello invece incontrare - come mi è capitato soprattutto questa estate - ragazzi e giovani belli, solari, presi dai loro progetti e disposti a condividerli con gli altri La scuola può essere una palestra per esercitarsi a sconfiggere la mediocrità e a prendere le distanze da comportamenti invidiosi. C’è bisogno, per questo, di figure di riferimento credibili: i vostri insegnanti, i vostri prèsidi. Alcuni cambiamenti, intervenuti nel sistema scolastico a più riprese, a diversi livelli e in modo non sempre coordinato, hanno influito talvolta anche pesantemente sulla loro identità e sul loro ruolo, sino quasi a snaturarli. Ne diventano allora comprensibili il disorientamento, la sensazione di delusione e di stanchezza e per molti versi anche la frustrazione. Ma nel faticoso cammino della quotidianità, amici, non siete soli: il vescovo e la Chiesa sono al vostro fianco per trasformare con voi in concretezza l'esigenza urgente di ridefinire secondo un più alto profilo la figura dell'educatore nella scuola, perché diventi sempre più un interlocutore accogliente e preparato, capace di motivare i giovani a una formazione integrale; di suscitare e orientare le loro energie migliori verso una positiva costruzione di sè e della vita; e anche di essere un testimone serio. di responsabilità e di speranza. Di questo c’è bisogno, ragazzi. Di responsabilità e di speranza, di fantasia e di sogni. Sapete? Alcuni artisti, letterati, politici e molti altri - pur dotati - non sono mai emersi perché hanno sprecato il loro tempo e le loro energie a parlare male degli altri, senza nulla costruire! Si sono accontentati di una vita mediocre «senza infamia e senza lode». A scuola e nei vostri gruppi di aggregazione avete una bella possibilità: coltivare sogni, aiutarvi e farvi aiutare a realizzarli. Così aiuterete anche noi adulti - anche me, vostro Vescovo - a darci una mossa e a seminare con voi un po' di speranza per le strade delle nostre belle - ma spesso intristite ed appiattite - città. Come ho già fatto lo scorso anno, spero di potervi incontrare nelle vostre scuole per dialogare con voi e, se vorrete, anche per pregare con voi e perché i vostri sogni possano realizzarsi Vostro
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