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Sibari

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15 Agosto data funesta per Sibari PDF Stampa E-mail
Scritto da Staff.redazione   
mercoledì, 14 agosto 2013 17:42
ImageRicordiamo con grande cordoglio il bombardamento della Stazione Ferroviaria di Sibari, da parte degli anglo-americani, avvenuto il 15 agosto del 1941. Un episodio gravissimo durante il quale persero la vita circa ottanta persone che avevano tentato scampo nel rifugio che si trovava proprio nella piazzetta antistante la Stazione. Alcuni testimoni, che vivono ancora a Sibari, ricordano perfettamente il terribile evento bellico, di cui noi ci siamo già occupati. Nella piazzetta antistante la stazione ferroviaria, proprio sotto la statua della Madonna c'era una lapide che ricordava il tragico evento, ora dopo la "rivisitazione" cementificata del sito, è sparito tutto, la lapide non c'è più e degli 80 morti circa, che stanno al di sotto , mai riesumati,nessuno parla più. Non dimentichiamo e vorremmo che le autorità preposte non facciano la solita espressione di fastidio quando si ricordano fatti tristi e azioni che si ha voglia di affrontare. Cassano esulta perchè il Crocifisso ha protetto la città dai bombardamenti, ma quelli di Sibari cosa sono stati, fuochi d'artificio? Sibari forse non ricade nel comune di Cassano? Possibile che nessuno in questo territorio ha il coraggio di sollevare questa pesante pietra tombale che copre un fatto storico inequivocabile? Nel seguito il commento alla festività della Madonna Assunta di mons. Vincenzo Bertolone e il link che vi porta ad un nostro articolo  di qualche anno fa. BUON FERRAGOSTO per NON DIMENTICARE. 

 Cliccare quì per il primo articolo di Giapaolo Iacobini

Cliccare quì per il secondo articolo di A.M.Cavallaro

 

ImageAssunzione della Beata vergine Maria

15 Agosto 2013

Una zolla di terra trapiantata in Paradiso

Introduzione

Tutte le domeniche sono importanti. Esse sono i dies Domini, i “giorni del Signore”, il tempo dedicato a Dio, nel quale ci si dovrebbe astenere da ogni attività per celebrare nella gioia e nel riposo il mistero della salvezza, ringraziando e lodando in modo unico Colui che la rese possibile e certa.Se poi al “giorno del Signore” si associa la celebrazione di una celebrazione come quella dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, allora il gaudio è grande. L’annunzio pasquale, che risuona di domenica in domenica nelle nostre chiese, non solo diventa speranza, ma si colora di certezza. Infatti, l’esperienza vissuta dalla Vergine rende certa la meta finale di tutti noi: Maria con la sua assunzione in cielo ci dice che la meta ultima non è solo sognata e sperata, è anche raggiunta. Ma ed essere celebrata oggi, giorno di ferragosto, acme dell’estate, non è solo l’ultima tappa della vita della Vergine. In questo giorno, ricordiamo un’intera esistenza nella quale accade il compimento della promessa e della speranza: Maria “assunta” in cielo perché sulla terra già “associata” al cielo. Per questo potremmo definirla una celebrazione “provocatoria”. In una stagione completamente  votata  allo  svago,  al  disimpegno,  alle  ferie,  tutto  vissuto spensieratamente e superficialmente, con assoluto disimpegno da qualsiasi cosa “seria”, l’Assunzione, ci rimanda ad una ben altra libertà: quella dello Spirito. Ci invita ad una diversa immersione, quella in Dio; ci richiama non al disimpegno, ma alla totale auto donazione. Ci ricorda in definitiva che noi credenti, discepoli dichiarati del Signore, dovremmo conformarci al modello di vita della Vergine, assumendo un contegno e uno stile di vita da “associati”, ovvero improntato all’essenzialità, alla povertà, teso alla scoperta del cielo, dal quale fino a poche ore fa abbiamo visto “cadere le stelle”. L’Assunzione è il tratto riepilogativo d’ogni altro suo tratto, del Suo volto Materno che con amore, premura e pazienza, infaticabilmente, insegna a noi, tiepidi credenti, l’abbandono fiducioso all’ardire di Dio, alla follia dell’Assoluto.

 

“Anello del tempo e dell’eterno”

In un bellissimo carme, Padre David Maria Turoldo canta: “Vergine,/ anello d’oro/del tempo e dell’eterno,/tu porti la nostra carne in paradiso/ e Dio nella nostra carne”, in un tempo in cui la lotta fra materialità e spiritualità è dichiarata, dire che in una creatura, in particolare in una donna tempo ed eternità si innestano l’uno nell’altro, può sembrare in controtendenza. Eppure, proprio questa affermazione, cioè l’Assunzione in corpo della vergine, offre una grande speranza: la saldatura fra una visione terrena, immanente del mondo e l’altra, quella spirituale e trascendente. Ogni tentativo di supremazia della prima visione, con tutte le sue conseguenze, sulla seconda, che non può pretendere di risolvere tutto in chiave spiritualistica, perdono di rilevanza di fronte alla perfezione dell’opera di Dio realizzata in Maria, è sintesi meravigliosa di cielo e terra: carne di donna in Paradiso, carne di Dio sulla terra. L’accettazione di un simile mistero affascina per carica di speranza di cui è portatore e riduce al silenzio i nichilista. Con l’inabitazione nella carne e l’assunzione in corpo della Vergine, Dio intende mostrarci che Egli occupa cuore e corpo. Questo, anche trasfigurato, parteciperà allo stesso destino dell’anima. In altri termini, Dio ama tutto, della sua creatura. persino questo corpo così fragile, dolente, offeso, oltraggiato è sacramento d’amore, è miracolo di vita, e, per quanto possa recare sofferenza, dolore e violenza, risanato e liberato diventerà, nell’ultimo giorno, porta aperta, soglia spalancata alla comunione, sacramento dell’incontro perfetto. Di questo contenuto è carico il messaggio prevalente della celebrazione odierna. Non è il solo, in quanto il corpo di Maria assunta in cielo, è sì profezia del nostro destino, ma è anche la tappa finale di un cammino che ha reso possibile e certo tale destino. Un cammino fatto solo con i passi della fede, ed è speranza, vita, amore, apertura continua al mistero di Dio, accettazione gioiosa della Sua volontà e desiderio ardente di trovare ovunque e sempre i segni del Suo amore. È, dunque, la fede il segno distintivo di questa meravigliosa creatura. Infatti, volendo cercare le radici profonde della “beatitudine” della Vergine, con sorpresa si scopre che esse non affondano nella sua singolare maternità, né nei suoi privilegi, ma nella sua straordinaria fede. Una fede che l’ha resa donna dell’attesa, della speranza, oltre ogni misura; donna saggia, capace di guardare con umiltà nei segreti del disegno di Dio; donna che ha avuto il coraggio di non respingere il mistero, che anzi, ha accettato nel cantuccio del suo cuore. Per  tutto  questo  quella  dell’Assunzione  è  anche  la  festa  in  cui  celebriamo  la  vera Discepola, l’Associata per eccellenza al mistero di Dio

 

La bellezza di Dio

Comunque, per quanto possa essere straordinaria la fede della Vergine, è la stessa che ce la fa riconoscere nostra compagna di viaggio, ce la fa prossima come madre tenera e amorevole, come sorella maggiore, attenta e saggia, come maestra di vita, pronta a condividere con i suoi figli, fratelli e discepoli la verità sul senso dell’esistenza, con i valori che la contraddistinguono veramente e la meta finale cui tende.E dalla straordinaria visione dell’Apocalisse scopriamo che per Lei il senso dell’esistenza è partorire il Messia, l’Unto, il Cristo. Questo ci suggerisce l’affresco della donna partoriente: come dal grembo di Maria esce la vita, l’amore e la salvezza, il Figlio, il Principe di liberazione e di pace, così dalla fecondità della nostra fede deve scaturire una vita perfetta, anticipazione della vita eterna immersa nella visione beatifica di Dio. Nel Magnificat, si celano i valori che danno senso all’esistenza, tra i quali l’essenzialità, la povertà, la purezza interiore, l’amore aperto e generoso, la volontà di lasciare che Dio si insedi nella nostra vita e vi compia le sue meraviglie. E, per finire, il testo paolino desunto dal finale solenne della Prima Lettera ai Corinzi, designa la meta finale di tutto l’essere, quella che Maria prefigura gloriosamente nella sua assunzione: una vita in Cristo piena, perfetta, eterna, “associata” sulla terra e “assunta” poi in cielo. Volendo  trovare  un  sinonimo  di  “Assunta”,  potremmo  ricorrere,  non  senza qualche forzatura, ad “Associata”, giacché Maria è stata assunta in cielo per essersi associata, legata a Cristo. Alla luce di questo mistero, non solo scopriamo chi siamo oggi e saremo domani, ma anche  ciò  che  dobbiamo  fare:  unirci  a  Cristo,  come  Sua  Madre  nella  fede  e  nella speranza perchè lontano da Lui non c’è futuro, non c’è speranza, non c’è luce, non c’è amore. Nella Creatura che oggi contempliamo, invece, troviamo tutto questo, perciò Ella è dotata di quella divina bellezza per cui Dante scrisse: “Vergine madre, figlia del tuo figlio,/umile e alta più che creatura/termine fisso d’etterno consiglio, […] In te misericordia, in te pietate,/in te magnificenza, in te s’aduna/quantunque in creatura è di bontate” (La Divina Commedia, Paradiso XXXIII, 1-3;19-21).

 

Conclusione

Ha scritto un grande maestro di spiritualità (P. Vannucci): “Nel cuore degli esseri Dio sogna il suo sogno e di amore e di tenerezza si adornano le sue creature”. “Si adornano”: in altri termini, si rivestono di bellezza. E nelle creature, abitate da tanta bellezza, traluce quale segno o rivelazione il divino. Ovvero quella bellezza è riverbero della bellezza assoluta, alla quale diamo il nome di santità. Per cui, contemplando la santità, contempliamo la bellezza infinita di Dio. Ora, se sul volto della Vergine è il segno più forte della bellezza di Dio, allora, più di tutti, va contemplato il suo volto, che della bellezza di Dio, della Sua santità, non solo reca il segno, ma ne è genitrice luminosa e generosa. Infatti, in quanto Madre, intercede per noi presso il Figlio affinché ogni uomo abbia da Dio una parte di quella bellezza, che gli rammenti le proprie origini. Così, per Sua intercessione e seguendo il Suo materno consiglio, possiamo tendere anche noi ad incarnare il sogno di Dio, recando le stesse tracce di quella bellezza che un giorno porterà anche il nostro corpo, trasfigurato, ad essere epifania del mistero di Dio. Un ultimo pensiero. Qualcuno ha scritto: “Fissa il cielo attentamente e il cielo scenderà a rapirti”. Maria, soprattutto, dopo l’ascensione del Signore, ha fissato ardentemente il cielo e, forse, il cielo, suo Figlio Gesù, è sceso a rapirla. Riscopriamoci anche noi contemplatori di quello stesso cielo, non per fuggire il mondo, ma per viverci meglio sapendo che quella un giorno sarà la nostra meta finale.

Serenadomenica.

 

+ Vincenzo Bertolone

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