Dai Serra all'Ente Riforma |
Scritto da G.Aloise | |
mercoledì, 12 giugno 2013 07:17 | |
Continuiamo la pubblicazione degli articoli apparsi sull'ultimo numero del "SIMPOSIO" il periodico edito dal Liceo Lombardi-Satriani di Cassano. E' la volta dell'intervento del dott. Giuseppe Aloise, che tratta dell'evoluzione del territorio cassanese dai tempi dei Duchi Serra fino alla distribuzione delle terre ai contadini degli anni '50. “Non contenendovisi cosa alcuna, che s’opponga ai sacri diritti della corona ed alla onestà dei costumi”, e “nulla essendovi che offenda la Chiesa, o lo Stato”, il 1795 veniva dato alla stampa l’Istorica descrizione del Regno di Napoli, diviso in dodici province. L’opera di Giuseppe Maria Alfano è un testo fondamentale non solo sotto il profilo geografico ma soprattutto sotto il profilo della determinazione del “preciso numero delle popolazioni d’ogni paese di tutto il Regno”. L’autore puntualizza, circa l’attendibilità dei dati esposti per i singoli paesi, che le notizie sono state fornite dai “propri Ordinari” e assicura che “questi l’abbiano fedelmente riferite”. I paesi vengono distinti in Città, terre, casali, villaggi. Nell’800, Cassano registra un notevole sviluppo demografico: in circa 60 anni (censimento del 1862) la popolazione passa da 5.200 abitanti – fine 700- a 8.872. (Una curiosità: gli elettori politici iscritti nelle liste elettorali nel 1863 erano 213). Si verificano però due fenomeni contrastanti: arretra Doria e cresce sensibilmente Lauropoli. Ma l’operazione riesce solo in parte. Eppure Doria era un casale, la cui costruzione era stata regolarmente autorizzata dalla Camera della Sommaria in un periodo in cui il regio assenso non era molto facile ad ottenersi non solo per motivi fiscali ma anche per i contrasti che potevono sorgere con le signorie confinanti. Doria aveva una sua autonomia e l’archivio Serra conserva addirittura assieme al Catasto Onciario di Cassano, il Catasto onciario del Casale(nota 1). Nonostante queste premesse, le condizioni del territorio e la scarsa salubrità ambientale non hanno favorito un processo di crescita dell’insediamento urbano. Infatti, dopo lo slancio iniziale si è registrata prima una stasi e poi una regressione. Eppure l’operazione in termini urbanistici era avveniristica perché puntava attraverso l’insediamento urbano a rendere più agevole lo sfruttamento delle risorse agricole. l territorio circostante a Doria era il punto di forza del feudo Serra per l’entità delle produzioni cerealicole, per il grano d’india, per le culture orticole e anche per il vino di qualità pregiata (nota 2), ma l’aria grossolana e poi cattiva di cui parla Alfano nell’Istorica descrizione del regno di Napoli non ha consentito che il Casale potesse prosperare ed espandersi. Resta un primo tentativo di superare i “presepi” ma i tempi non erano maturi perché la parziale insalubrità del luogo potesse essere debellata. Negli anni 50 con la Riforma agraria Cassano registrò un ulteriore e più massiccio tentativo di riequilibrio territoriale. Con il superamento del latifondo incolto attraverso l’assegnazione dei poderi si sperimenta un nuovo rapporto tra il coltivatore e la terra da coltivare. Si realizza, così, in maniera diffusa l’insediamento stabile dei nuovi coltivatori sui terreni assegnati. Molto si discusse allora sulla qualità e sulla tipologia dei nuovi insediamenti che avrebbero dovuto rappresentare l’elemento di rottura e di cambiamento per la piana di Sibari. Con la riforma si sperava anche nella creazione di una nuova classe aperta che doveva costituire la premessa per nuovi ceti imprenditoriali. Sulla dislocazione delle residenze forse sarebbe opportuno un ripensamento critico per valutarne la reale incidenza sugli assetti urbanistici. Si scontravano allora due posizioni: la prima favorevole all’insediamento sparso con la realizzazione della casa colonica nel rispettivo podere e la creazione dei cosiddetti “centri di servizi” all’interno della maglia poderale, la seconda ipotizzava la scarsa realizzabilità dell’insediamento sparso e puntava sui borghi di pianura “con funzioni residenziali e di servizio, veri e propri relais fra i poderi e le quote, da un lato, i vecchi affollati paesi, dall’altro, ma anche e soprattutto nuovi centri propulsori e di animazione di una campagna irrigata anche da fonti di vita civile”(Francesco Compagna). Le forze politiche locali, tutte impegnate in un acceso scontro ideologico e nella demonizzazione generalizzata degli “agrari” operata dalla sinistra, si astennero da qualsiasi partecipazione a questo dibattito di natura sociale ma soprattutto di natura urbanistica e civile. Si scelse la prima soluzione dell’insediamento sparso. Con il DDT e le opere di bonifica l’aria non era “grossolana “ o “cattiva” come quella di Doria del 700 ma il ritardo nella realizzazione della rete dei servizi civili costituì un forte elemento di condizionamento per la qualità degli insediamenti residenziali. Ancora oggi si discute della fognatura a Lattughelle!! Un’intera parte del territorio si è sentita a lungo estranea rispetto allo sviluppo urbano del nostro territorio, eppure questa operazione doveva essere utilizzata per superare in termini positivi i limiti dell’insediamento urbano realizzato nell’entroterra. Cassano ha registrato ancora un’altra operazione urbanistica sempre ad opera dei Serra: la fondazione di Lauropoli, destinata ad incidere pesantemente sulla dislocazione complessiva delle residenze e dei servizi sull’intero territorio comunale. Lauropoli, nella visione originaria, non era un nucleo urbano finalizzato all’appoderamento di contadini, come nel caso di Doria, ma aveva una funzione del tutto diversa. Cassano era una Università a se stante, con una ben precisa fisionomia territoriale. Il feudo dei Serra era invece una realtà di tipo economico, un feudo molto esteso con notevoli risorse agricole ed attività connesse alla coltivazione dei campi. Esso inglobava altri terreni al di fuori del perimetro di Cassano. La Duchessa Laura Serra, fondando Lauropoli, tentò di riorganizzare il feudo, accentrandone la direzione in un nuovo borgo(nota 3), destinato ad essere il centro direzionale degli interessi economici distribuiti sul feudo. Accanto alla nuova residenza dei Serra, si costruì un nuovo agglomerato che privo di autonomia, difatti si tradusse in un’espansione del vecchio nucleo urbano di Cassano, in grado di ospitare quanti erano disponibili a trasferirsi nei terreni del feudo caratterizzati dall’esistenza di notevoli risorse produttive. La crisi dei presepi di cui parla Francesco Compagna trova a Cassano una parziale conferma. L’esodo dalle zone interne è divenuto un fenomeno inarrestabile quando si sono recuperate alla residenza le zone pianeggianti una volta poco adatte ad ospitare insediamenti urbani. Alfano nella sua Descrizione del regno di Napoli evidenzia che San Lorenzo Bellizzi, alla fine del 700, di “aria buona fa di popolazione 1922”, un dato inverosimile per un borgo sperduto sul Pollino, inaccessibile se non attraverso le fiumare. Il dato diventa ancor più sorprendente se lo si raffronta con l’attuale consistenza demografica. Ed inoltre Cerchiara, sempre secondo il testo di Alfano, registrava una popolazione di 1.591 abitanti, quasi che allontanandosi dal mare e dalla pianura le condizioni miglioravano per favorire gli insediamenti urbani. Ora il carico si è rovesciato: forte insediamento della Piana di Cerchiara, calo del centro storico ed assoluto declino di San Lorenzo Bellizzi. Il nucleo di Cassano, di fatto, si è configurato come zona interna e marginale rispetto al resto del territorio che gode di una posizione più privilegiata. Nel 700, come si è detto, Cassano contava 5.200 abitanti di cui 4550 insediati nel più antico nucleo urbano che accoglieva oltre l’80% dell’intera popolazione. Nel 1971 l’intera popolazione è di 17.449 abitanti di cui 9854 residenti nel nucleo di Cassano mentre 8.595 risiedono nelle 3 frazioni. Nel 2011, 6470 risiedono a Cassano e la popolazione complessiva è pari a 17.587 abitanti: dunque solo 1/3 della popolazione risiede nel vecchio nucleo mentre i restanti 2/3 risiedono nelle 3 frazioni. In soli 40 anni il nucleo di Cassano registra una perdita di circa 3.400 residenti. La diversa distribuzione del carico della popolazione residente rispetto alla posizione iniziale testimonia anche a Cassano la volontà di riappropriarsi dei territori meglio vocati alla residenza, una volta debellate le avversità ambientali. Questa migrazione interna, però, tranne l’incidenza di alcuni fattori esterni frutto di decisioni meditate ( il Casale di Doria di G.F. Serra, Lauropoli di Laura Serra e l’Ente di Riforma per Sibari ) è stata per certi aspetti spontanea e, dunque, solo parzialmente governata ed ha prodotto gli assetti urbani che sono sotto i nostri occhi. Ora non è più tempo di espansioni difficilmente ipotizzabili in un territorio che in passato non ha intercettato consistenti migrazioni esterne e che possiede un patrimonio immobiliare parzialmente inutilizzato. Sicuramente la nuova fase di regolamentazione urbanistica dovrà interessarsi di altro, di razionalizzazione dell’esistente, di ristrutturazioni e dovrà compiere un salto di qualità per ricondurre ad unità funzionale gli insediamenti urbani esistenti tenendo ben presente la risorsa mare che con il suo immediato retroterra costituisce un punto di forza essenziale per lo sviluppo dell’intera realtà comunale. In una mia precedente nota apparsa sempre su questo autorevole Periodico sottolineavo che il rinnovo del Consiglio Comunale poteva essere l’occasione forse irripetibile per tentare il rilancio della nostra realtà economico-sociale auspicando un confronto politicamente e culturalmente impegnato sui temi dello sviluppo, di cui il riordino dell’assetto urbano in senso generale è la condizione preliminare. Purtroppo come sovente accade ed è accaduto la competizione si polarizza e si è di fatto polarizzata su altri temi. Di qui l’auspicio che le forze culturalmente più impegnate riprendano i temi dello sviluppo. Le nostre considerazioni sono del tutto parziali ed esprimono convincimenti sicuramente non in grado di cogliere la nostra realtà economico-sociale nella sua complessità e nella sua interezza: sono solo un tentativo di riflettere su alcuni accadimenti del passato per trarne delle indicazioni per l’oggi. Giuseppe Aloise Nota n. 1 Lo status di “casale” di Doria è abbondantemente documentato presso l’Archivio Serra. Infatti , sono tra gli altri, presenti i seguenti atti abbastanza significativi: a) 22 luglio 1688- Fede dell’Università di Doria sulle rendite e pesi. b) 1738-1740 – Nomina dei revisori di Conti delle Università di Doria e Cassano c) 1741 – Fede del Sindaco ed eletti dell’Università di Doria sulle rendite e pesi di quella terra. d) 20 febbraio 1744 – Cosenza – Fede del Regio Tesoriere Provinciale per i pagamenti fiscali di Doria e) 17 febbraio 1752 Conferimento dell’Arcipretura di Doria a favore di Gian Domenico Bellino . Circa l’edificazione di Doria l’archivio Serra contiene numerosi documenti che testimoniano anche le difficoltà e le opposizioni incontrate per la definizione positiva della richiesta di autorizzazione a costruire il casale. Si ritengono significativi i seguenti documenti: a) Istanza del Marchese Serra presentata nella Regia Camera della Sommaria contro le opposizioni del Principe di Tarsia b) Descrizione della zona dove si deve edificare il Casale di Doria; c) 4 novembre 1641 – Ordine di Alessandro Rovito per la sospensione dell’edificazione del Casale di Doria; d) 17 luglio 1644- Supplica del Marchese Serra per ottenere la richiesta autorizzazione; e) 29 aprile 1651 Cassano – Decreto della Curia Vescovile di Cassano con il quale si approva la costruzione della Chiesa di San Domenico al Casale di Doria da parte del Marchese G.F. Serra al quale si concede il diritto di Patronato; f) Bolla del Vescovo di Cassano Gregorio Carafa con la quale si concede il diritto di Patronato sulla Chiesa di San Domenico a favore di G.F. Serra.
Circa l’edificazione di Doria l’archivio Serra contiene numerosi documenti che testimoniano anche le difficoltà e le opposizioni incontrate per la definizione positiva della richiesta di autorizzazione a costruire il casale. Si ritengono significativi i seguenti documenti : Istanza del Marchese Serra presentata nella Regia Camera della Sommaria contro le opposizioni del Principe di Tarsia; Descrizione della zona dove si deve edificare il Casale di Doria; 4 novembre 1641 – Ordine di Alessandro Rovito per la sospensione dell’edificazione del Casale di Doria; 17 luglio 1644- Supplica del Marchese Serra per ottenere la richiesta autorizzazione; 29 aprile 1651 Cassano – Decreto della Curia Vescovile di Cassano con il quale si approva la costruzione della Chiesa di San Domenico al Casale di Doria da parte del Marchese G.F. Serra al quale si concede il diritto di patronato; Bolla del Vescovo di Cassano Gregorio Carafa con la quale si concede il diritto di Patronato sulla Chiesa di San Domenico a favore di G.F. Serra.
Nota n. 2) La qualità del vino di Doria è attestata anche nelle pagine di un libro pubblicato da poco da Rubettino nella collana Viaggio in Calabria dal titolo : In Viaggio. L’autore Giuseppe Orioli nel 1929 accompagnò Norman Douglas in Calabria. A Cassano l’autore dedica un capitoletto che inizia così: “Sulla nostra strada trovammo la stazione di Cassano. Non ci interessò salire fino al paese, a causa di quello che, alcuni anni fa, accadde a me e a Norman. Allora noi due eravamo andati a Cassano e il suo ricordo è per me come un brutto sogno. Penso che raccontare quella piccola storia può essere utile a qualcuno. Avevamo percorso, di sera, la strada che dalla stazione di Cassano sale verso l’alto, con un’unica piacevole pausa nella frazione di Doria, la quale non dista molto dalla stazione, dove trovammo della gente gradevole, con la quale parlammo e bevemmo il vero vino calabrese, quello con il gusto di viola che rimane cosi piacevolmente sul palato. Ci fermammo a Doria quasi fino a notte. Comunque c’era il chiarore della luna piena. Eravamo entrambi ansiosi di vedere Cassano, descritto in alcuni vecchi libri di viaggio come un luogo allegro ed elegante, pieno di palazzi e di turisti distinti, come la “Versailles della Calabria”. Non aggiungo altro ma sarebbe interessante una riflessione sul resto del capitolo perché tentare , come purtroppo alcune volte si continua a fare anche oggi attraverso artifici semantici, di proiettare un’immagine di Cassano legata a contenitori astratti ed inesistenti, è operazione del tutto negativa perché alla fine si risolve in una sorta di pubblicità ingannevole con il rischio non già di favorire i flussi turistici ma addirittura di condizionarli in termini estremamente negativi. Nota n. 3 L’archivio Serra, a proposito di Lauropoli, conserva un documento del maggio 1793 con il quale si evidenzia la “ domanda fatta al Vescovo dal quartiere di Lauropoli….. per la creazione dell’Economo Curato in quella Chiesa”. La qualificazione del borgo come quartiere fuga ogni dubbio sul ruolo e sulla funzione rispetto al nucleo esistente. La centralità prefigurata da Laura Serra all’interno di una realtà più ampia come il feudo si è successivamente spenta con la crisi della feudalità, ma le potenzialità urbanistiche rimasero intatte purtroppo non valorizzate appieno per l’insorgere di una contrapposizione tra uno strisciante e permanente centralismo rinvenibile nel tessuto del vecchio nucleo urbano e per la simmetrica contrapposizione di un ricorrente campanilismo autonomistico.
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