L’Istituto d’istruzione superiore di Cassano-Lauropoli, alle ore 16,30 del prossimo 18 maggio, ospiterà la cerimonia di premiazione della quarta edizione del premio “Lelia Risolé”. Nello scorso anno scolastico, il concorso ha invitato gli studenti degli istituti superiori della Regione Calabria a cimentarsi nella produzione di un video sul tema: “Un “Io”per tutti: inclusione e alterità”. La finalità dell’iniziativa era, ed è, quella di promuovere una riflessione sull’alterità, sulla diversità e sull’handicap/svantaggio che, in qualsiasi modo si manifestino, sono da considerare delle risorse per una società a misura d’uomo. Quella finalità traspare dai video prodotti con passione dagli studenti che hanno raccolto l’invito del bando. Durante la cerimonia del 18 si conosceranno i nomi dei vincitori dell’unico premio messo in palio e assegnato dalla giuria presieduta dal regista Giuseppe Papasso. Oltre ai dirigenti, ai docenti e agli studenti delle scuole partecipanti al premio, interverranno alla cerimonia di premiazione: Mimmo Lione, presidente del Consiglio di amministrazione delle Terme Sibarite; Luigi Sauve, imprenditore; Giovanni Spedicati, editore; Giuseppe Papasso, regista; Antonio Morabito, dirigente scolastico, Carlo Rango, presidente dell’Irfea. Coordinerà la manifestazione Antonella Marino, dell’Irfea.
 Lelia Risolé Oltre ai dirigenti, ai docenti e agli studenti delle scuole partecipanti al premio, interverranno alla cerimonia di premiazione: Mimmo Lione, presidente del Consiglio di amministrazione delle Terme Sibarite; Luigi Sauve, imprenditore; Giovanni Spedicati, editore; Giuseppe Papasso, regista; Antonio Morabito, dirigente scolastico, Carlo Rango, presidente dell’Irfea. Coordinerà la manifestazione Antonella Marino, dell’Irfea. Giovane affetta da distrofia muscolare, Lelia Risolè, amante della cultura e dell’arte, oltre a lasciarci molti suoi scritti, poesie e opere pittoriche, nel 1995 ha fondato il bimestrale Esserci, i cui principi ispiratori sono racchiusi tutti in una frase tratta dal Siddharta di Hermann Hesse, che funge da sottotitolo: “L’anima tua è l’intero mondo”. È stata l’ispiratrice della meritoria associazione di volontariato al femminile “Il Sorriso”, che dopo tanti anni raccoglie l’eredità di un “Centro recupero handicappati” (1980-92) e dal 2003 dà speranza a tante persone organizzando occasioni d’incontro e vari laboratori. Durante la sua stagione terrena ha organizzato molti eventi, tanti quali finalizzati a promuovere una nuova cultura della solidarietà, nel rispetto dell’altrui diversità. Sue sono state le tante battaglie contro le barriere architettoniche e suoi sono stati i tanti colloqui con i giovani sia nelle aule scolastiche sia nei territori. Il premio, voluto dalla sua famiglia e dall’Irfea, nell’onorarne la memoria, intende continuare la sua opera di sensibilizzazione verso una cultura dell’inclusione e dell’accoglienza di ogni forma di diversità. Carlo Rango «Un “Io” per tutti» Il titolo di questa rubrica vuole sottolineare il fatto che ognuno di noi ha il suo “io”, una sua identità, personalità, diversa dagli altri, con i suoi bisogni e diritti, tra questi c’è quello di essere considerato, riconosciuto e rispettato. Questa può sembrare una considerazione scontata, ma se pensassimo con profondità ai rapporti interpersonali, che viviamo quotidianamente, ci accorgeremmo di non fare abbastanza per conoscere l’io del nostro interlocutore. Questa rubrica si è sempre occupata delle diversità e delle problematiche sociali. Mi è sembrato giusto affrontare la “Diversità” anche dal punto di vista culturale e razziale. «Un “io” per tutti», significa, appunto, che qualunque sia la condizione di vita dell’essere umano: fisica, sociale, culturale, ... razziale, ha una sua identità e dignità da rispettare. Ho sempre creduto che per cambiare una mentalità chiusa, poco aperta al nuovo, al diverso e poco sensibile ad argomenti come la disabilità, fosse necessario educare soprattutto i più piccoli a una cultura della diversità intesa come valore aggiunto. Solo così una società può definirsi tale. Vivendo insieme e confrontandosi con gli altri in modo costruttivo [...] si abbattono le barriere culturali, mentali e architettoniche. (Lelia Risolè in Esser-ci)
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