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Attenzione!Non sempre il bello è buono. PDF Stampa E-mail
Scritto da A.M.Cavallaro   
giovedì, 02 maggio 2013 09:20
ImageFare  gastronomia, oggi, non è più un'attività che si può "arrangiare" con una discreta esperienza di cucina, magari "casereccia" o casalinga che dir si voglia e pretendere di preparare i gustosi manicaretti "della domenica", che tanto piacevano ai propri figli e parenti per soddisfare le richieste ed i palati di clienti paganti e speranzosi di degustare piatti gradevoli e soprattutto "SICURI". Si, cari lettori,  non vi spaventi quest'ultimo aggettivo, perchè la sicurezza alimentare, oggi, deve essere sempre al primo posto. E' necessaria, quindi, una profonda conoscenza delle qualità organolettiche di tutti i prodotti che si utilizzano per la preparazione dei cibi e avere particolari conoscenze dell'arte culinaria per la conservazione degli stessi, prima, durante e dopo la loro "lavorazione". Purtroppo, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla proliferazione "orizzontale" di pseudo "agriturismi", che in effetti sono poi dei veri e propri ristoranti, a volte con più di cento e passa posti, nei quali si spacciano di continuo piatti cosiddetti "caserecci" per piatti "tipici", la preparazione dei quali avviene in cucine talvolta non perfettamente a norma, in assenza spesso delle più elementari norme di igiene. Prima di mettere piede e "bocca" in queste strutture, accertatevi dell'autenticità dei loro prodotti, della loro genuinità e se quanto utilizzato in cucina provenga effettivamente dalle loro aziende agricole. (Nella seconda parte: Cucina di qualità a Mosca)

Fino a qualche anno fa l'introito di un'attività agrituristica non poteca per legge superare del 20% quanto incassato con l'attività agricola, oggi, in Calabria per esempio, basta dimostrare che le giornate lavorative dell'agricoltura siano maggiori di quelle dell'attività turistica e per far questo cosa fanno i più furbi? Impiegano al servizio ai tavoli o in cucina ex-pastori, ex-contadini ecc, per preparare e servire pietanze spesso per più di 100 e avolte anche 200 avventori, quando la norma prevede che non possono essere serviti contemporaneamente più di 60 coperti.  Tutto ciò alla faccia di chi per poter aprire un ristorante deve ottenere qualifiche specifiche, partecipare a corsi lunghi e impegnativi o studiare presso gli istituti scolastici per la ristorazione e conseguire i giusti titoli, e tutto ciò non basta ancora, perchè poi ci vogliono anni di esperienza per poter raggiungere livelli di eccellenza. Con l'agriturismo tutto ciò è by-passato: se hai un pezzo di terra, anche se non hai mai fatto  il contadino, ma hai un parente coltivatore diretto, eccoti in grado di aprire il tuo bel ristorante in campagna.

Recentemente alcuni amici decisero di passare una serata in una di queste strutture molto reclamizzata,  giunti sul posto si trovarono in una sala grande quanto la hall di un grand hotel e varie salette private, mangiucchiarono qualche porzione di "antipasti" (anche questo sistema di servire una miriade di cibi spacciati per antipasti, diventato abituale da noi, non ha nulla a che vedere con la tradizione e la tipicità della nostra accoglienza), bevvero del discreto vino "della casa" e andarono via. Immediatamente uno di loro, quello che aveva approfittato maggiormente dei cibi serviti,   cominciò ad avere senso di oppressione allo stomaco e, costretto a rientrare precipitosamente a casa, per tutta la notte fu assalito da conati continui di vomito e, per finire all'alba, dovette sopportare tremende scariche diarroiche che lo lasciarono completamente debilitato per diversi giorni. Occhi aperti quindi e informatevi bene prima di rimanere anche voi vittime di questi autentici e pericolosi trabocchetti.

Per farvi ritornare il sorriso e il gusto per la buona, sana e sicura cucina preparata con i prodotti della nostra terra elaborati sapientemente da un giovane Chef, di cui scriviamo spesso sul nostro sito, vi proponiamo un link che vi porterà sulla pagina di un'importante rivista di cucina che presenta il nostro concittadino Gigi Ferraro e alcune sue straordinarie preparazioni culinarie nel ristorante dove lavora a Mosca. Alta Classe.

Antonio Michele Cavallaro

(Cliccare quì per l'articolo su Gigi Ferraro)

 

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