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Pasta e fasuli - Ritorno alle origini PDF Stampa E-mail
Scritto da A.M.Cavallaro   
venerdì, 15 febbraio 2013 18:16
ImageSul quotidiano "La Repubblica" di domenica scorsa sono state dedicate due intere pagine al piatto che unisce l'Italia da Nord a Sud: "La Pasta e Fagioli". Con piccole varianti questo piatto popolare attraversa l'intera penisola e per generazioni ha salvato interi popoli dalla fame. Da quando i fagioli giunsero in Europa quasi immediatamente, la coltivazione e il l consumo del fagiolo ha invaso l'Italia intera, dalla campagna romana, dove sotto il pontificato di Clemente VII, si diffuse in Veneto e in Campania per poi sconfinare in tutte le rimanenti regioni. I fagioli  sostituirono una specie di fagiolino con l'occhio, che apparteneva però alla famiglia dei piselli, già presente sulle nostre mense e che ora si riesce a trovare con qualche difficoltà. Il giro d'Italia della pasta e fagioli può risultare particolarmente interessante, la pietanza la si trova oggi con tante varianti più o meno azzeccate, con l'aggiunta di variabili a seconda della località in cui ci troviamo. In coda all'articolo noi vi proponiamo una variante del nostro Chef di Fiducia, l'ormai conosciuto dai nostri visitatori, Luigi Ferraro. Prima vi proponiamo la lettura di un trafiletto comparso sempre su "La Repubblica" firmato da Marco Lodoli che in buona sostanza conferma la necessità proprio fisica, tra tante manipolazioni culinarie moderne, di un bel piatto di pasta e fagioli ogni tanto. 

QUEL GRIDO BARBARO E FELICE

Tutto procede per aggiustamenti progressivi, spinte e contro spinte: abbiamo appena letto un complicato romanzo francese, abbiam visto il film che ha vinto un festival asiatico, roba d'autore, perpalati fini,e abbiamo anche conversato con il nostro amico più intellettuale, quello che cita, che ribalta, che ci invita nei suoi labirinti. Ecco, ora abbiamo veramente bisogno di pasta e fagioli. È il nostro organismo che lo pretende, quella parte ignorante e vitale, barbara e felice, infantile e affamata, dobbiamo assolutamente rimettere in pari i piatti della bilancia e così sul piatto vuoto scarichiamo questa meravigliosa pietanza.   Quando i soliti ignoti, dopo aver· abbattuto l'ultima parete, si ritrovano nel posto sbagliato, in una semplice cucina, tutta la loro delusione viene immediatamente ripagata dal pentolone di pasta e fagioli, premio di consolazione ma comunque sempre premio. E nei tanti film . western in cui la carovana, che presto o tardi sarà attaccata dagli Apache, si ferma per un'ultima cena attorno al fuoco, c'è sempre un pentolone di fagioli che bolle:  una zuppona che sorniglia alla sola pace possibile.
Pasta e fagioli rimanda a un bisogno di semplificazione, è un punto fermo dopo tanti progetti inutili. Se siamo fatti anche di quello che mangiamo, la pasta e fagioli ci riporta a casa, ovunque siamo, ci restituisce alla nostra piccolezza: è la sostanza contro la finzione, la verità contro la menzogna, la realtà contro la recita. Da qualche parte della memoria  risorge una nonna, un casale in campagna un'aria fresca e un buon umore. Non eravamo niente ed  eravamo felici, ancora non erano apparse le complicazioni del sushi e della nouvelle cousine, dei pensieri astratti, delle serate sofisticate e tristi. Avevamo corso tutto il giorno e adesso c'era solo la fame, cioè voglia di vivere, di crescere, di mangiare pasta e fagioli.  (Marco Lodoli)



ED ORA LA RICETTA DELLO CHEF GIGI FERRARO

200 g fagioli borlotti, mettere a bagno la sera prima e cuocere con un pizzico di sale, aglio in camicia ed un rametto di rosmarino.

50 g cipolla rossa, 5 g aglio, 1 g salvia, 2 g rosmarino, 50 g olio extravergine, 50 g lardo, 50 g pancetta, 30 g vino rosso, 2 g peperoncino, 300 g pomodori di collina, 200 g brodo,  400/500 g di pasta a piacere.

far rosolare la cipolla tritata con il lardo, la pancetta, il peperoncino e la salvia,sfumare con il vino e far evaporare. Aggiungere i fagioli borlotti precedentemente cotti, poi versare i pomodori di collina e far cuocere a fuoco lento, versare il brodo e regolare di sale e pepe. A fine cottura preparare la fumata, che sarebbe olio, aglio in camicia e rosmarino, far scaldare per bene e versare solo l'olio nella salsa, questo serve per dare un profumo intenso.

Cuocere la pasta e versare nella salsa, oppure cuocere direttamente la pasta nella salsa facendo rimanere tutto l'amido nella salsa ottenendo un primo gustoso e denso, naturalmente decidendo di cuocere la pasta insieme alla salsa la fumata va aggiunto alla fine.

Buon appetito

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