Non è piazzata benissimo l’Italia, nella classifica dei 50 paesi più innovativi del mondo che il gigante dell'analisi e informazione finanziaria Bloomberg ha da poco pubblicato e che vede al primo posto gli Stati Uniti. Il Belpaese si attesta infatti su un modesto 24° posto, preceduto da praticamente quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale. Che cosa ci rende così poco innovativi, perlomeno in relazione a paesi vicini e simili al nostro? Per stilare il Most Innovative Countries Ranking, Bloomberg ha considerato 200 paesi e li ha analizzati in base a 7 parametri indicativi del grado di innovazione: ne è risultata una lista di 96 nazioni, quelle per cui è stato possibile recuperare dati sufficienti in almeno 5 degli ambiti analizzati. Il posizionamento in classifica di ogni paese è dato poi dalla media del punteggio conseguito nei 7 parametri: 1. intensità di ricerca e sviluppo in rapporto al Pil; 2. produttività, cioè Pil per occupato per ora lavorata; 3. densità di aziende innovative, cioè la percentuale di aziende che operano in comparti quali aerospaziale, difesa, biotecnologie, software e servizi internet, energie rinnovabili, hardware e software; 4. il numero di ricercatori per ogni milione di abitanti; 5. la capacità di produzione industriale, in rapporto al Pil, di prodotti che richiedono un alto livello di ricerca e sviluppo;
6. il livello di studi della forza lavoro, cioè la percentuale di iscrizioni all’università, la percentuale di laureati in materie scientifiche e ingegneria e la percentuale di laureati sul totale della forza lavoro; 7. attività di brevettazione, cioè richieste di brevetto per milione di abitanti e per milione di dollari spesi in ricerca e sviluppo. Al primo posto del ranking, quindi, gli Stati Uniti, che hanno un punteggio molto alto in ricerca e sviluppo, produttività e densità di aziende innovative; seguono la Corea del Sud, che si posiziona nella top ten in quasi tutti i parametri, escluso quello della produttività, e la Germania, forte nel numero di aziende innovative, nella produttività, nei brevetti e nella ricerca e sviluppo.
L’Italia si posiziona prima di Portogallo (25°), Ungheria (26°), Spagna (27°) e Polonia (30°), ma dopo tutti gli altri paesi dell’Europa occidentale, e più in basso di Slovenia e Repubblica Ceca, rispettivamente al 19° e 23° posto.
Il Belpaese non è fra le prime 10 posizioni in nessuno dei parametri considerati come indice di innovazione: quello dove si classifica meglio, al 19° posto, è la produttività. L’Italia è poi 22° per densità di aziende innovative e 25° per attività di brevettazione, ma il posizionamento peggiora quando si parla di ricerca e sviluppo, per il quale siamo 28° e, parallelamente, per numero di ricercatori, per il quale occupiamo il 34° posto. Gli ultimi due parametri si deducono da quelli precedenti: se in Italia si fa poca ricerca e ci sono pochi ricercatori, la capacità di produzione industriale di prodotti innovativi non potrà essere da record, e infatti siamo 36°. Drammatico, infine, il posto che l’Italia occupa, fra i 96 paesi del mondo considerati, per il livello di istruzione della sua forza lavoro: 56%, fuori persino dalla top 50.
Ultimo nella carrellata dei 50 paesi più innovativi è il Sudafrica, che si piazza dopo l’Iran, classificato al 47° posto. Per quanto riguarda gli altri BRICS, la Russia è 14°, la Cina 29° e il Brasile non è invece entrato nella top 50. fonte: eventreport.it
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