Benedetto XVI e le profezie di Nostradamus |
Scritto da A.M.Cavallaro | |
martedì, 12 febbraio 2013 11:20 | |
La notizia del momento è sui giornali e sulle reti di tutto il mondo: "Le dimissioni del Papa, Benedetto XVI". Anche noi, nel nostro piccolo, non possiamo esimerci dal commentare un fatto che certamente è di portata universale. Ormai tutti sappiamo che ci fu già un caso più o meno simile, nella storia della Chiesa nel XIII sec., quello che il gran vate Dante stigmatizzò con versi ormai famosi: "Che fece per viltade il gran rifiuto", non svelando, però, l'identità del personaggio cui voleva riferirsi. Lasciò il rovello ai suoi lettori. La tesi più avvalorata è che si trattasse di "Pietro da Morrone, l'eremita che il 5 luglio del 1294 un conclave di 11 cardinali riunito a Perugia elesse papa e assunse il nome di Celestino V: incoronato il 29 agosto successivo, rinunciò al papato il 13 dicembre 1294"(wikipedia). Ci furono altri commentatori della "Divina", che ipotizzarono personaggi diversi. Ma restando sempre su Celestino V, ci piace riflettere su quanto scritto da Jacopo della Lana (1326): "Pietro da Morrone era un frate di grande penitenza che «sdegnava le baratterìe e simonie di corte» e si mise, per questo motivo, in urto con la corte pontificia. I cardinali, non riuscendo a convincerlo con i ragionamenti che «le ricchezze mondane acquistate, usurpate e tolte» erano necessarie alla Chiesa, escogitarono l'inganno di parlargli di notte nella sua camera, fingendosi angeli inviati da Dio, per esortarlo a rinunciare al pontificato finché, «questo udito per più notti», Celestino «mise in cuore, credendo sé insufficiente essere e cattivo, di rifiutare; e così fece». Non crediamo che Benedetto XVI abbia subito questo tipo di sollecitazioni, certo è che la sua scelta di "abbandonare" per motivi di precarietà fisica, se così è e non vogliamo dubitarne, è segnale di grande senso di responsabilità e non ci deve meravigliare. Quanti giocatori scendono in campo per orgoglio anche quando non sono in perfette condizioni? Quanti illustri , o presunti tali, luminari della medicina non mollano il proprio posto prestigioso pur sapendo di non essere più in grado di sostenere il peso delle proprie mansioni? Papa Ratzinger ha ragionato da "tedesco", ha messo da parte il cuore e si è comportato da uomo di questa terra, quale egli è, perchè ha capito che la sua "resa" sarebbe stata insufficiente e avrebbe, molto probabilmente, dovuto andare avanti nel suo pontificato non più in modo autonomo, ma seguendo "consigli", indicazioni e magari "pressioni" di altri. Ha fatto BENE.
Antonio Michele Cavallaro (noterella a margine: Il vero nome di Nostradamus era Michele di Nostra Donna, nato in Francia in Provenza il 14 dicembre del 1503, figlio di Pietro di Nostra Donna, medico e astrologo che si trasferì in Francia al seguito di Renatro D'Angiò, e che latinizzò più tardi il suo nome com'era usuale in quei tempi) |
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