Vangelo e Santo di oggi Domenica 11 Nov. |
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domenica, 11 novembre 2007 02:58 |
Simone Martini: San Martino San Martino di Tours Martino, poco più che quindicenne, cavalcava, fiero della rutilante divisa di guardia imperiale, con il rosso mantello che il vento scompigliava. All´improvviso sul ciglio della strada apparve un poveraccio malvestito e tremante di freddo. A quella vista, il giovane cavaliere si fermò impietosito e, sguainata la spada, tagliò il proprio mantello in due e ne diede metà al povero. Quella notte a Martino apparve in sogno Gesù che lo ringraziava della cortesia usatagli. La leggenda racconta che a quel gesto di carità seguì un insolito mitigarsi del clima, che si perpetuò nel tempo diventando «l´estate di san Martino». Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia, ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Il termine latino per "mantello corto", cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di san Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all'oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella. AUGURI A TUTTI I "MARTINO"
Martino di Tours (in latino: Martinus), (316 o 317 – Candes, 8 novembre 397, funerali l'11 novembre a Tours), venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da quella copta, era nativo di Sabaria, in Pannonia (l'odierna Ungheria). Secondo alcune fonti San Martino sarebbe nato a Pannonhalma. Suo padre, che era un importante ufficiale dell'esercito dell'Impero Romano, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Con la famiglia si spostò a Pavia, e quindicenne, in quanto figlio di un ufficiale, dovette entrare egli stesso nell'esercito. Venne mandato in Gallia; qui, ancora adolescente, si convertì al cristianesimo e divenne un monaco nella regione di Poitiers. Piero della Francesca: Risurrezione Domenica 11 Novembre 2007 XXXII Domenica del Tempo OrdinarioLc 20,27-38. Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». Gesù rispose: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui». | |
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