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Il troppo bravo non è gradito PDF Stampa E-mail
Scritto da administrator   
venerdì, 21 settembre 2012 05:36
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Umberto Rapetto
Se avete 2 minuti di tempo leggete con attenzione questo articolo... scoprirete come sarebbe facile uscire dalla crisi se i malfattori fossero assicurati alla giustizia, pagando i loro debiti, ma siamo in Italia... i TG non ne parlano, i giornali fanno finta di niente. Gli interessi in balllo sono enormi e chi ha scoperto gli scheletri negli armadi, dopo anni di onorato servizio è costretto a dimettersi. Leggete e se volete fatelo sapere a tutti in che paese abietto, nostro malgrado, viviamo, anche se purtroppo lo sanno gia' tutti, anche i neonati.
Umberto Rapetto. (breve biografia da wikipedia)  Alla guida del GAT - Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza da lui fondato e guidato, nel 2001 ha diretto le indagini che hanno portato alla condanna in via definitiva degli hacker protagonisti di attacchi sul web a danno del Pentagono e della NASA, nonché quelle delegate dalla Corte dei Conti sullo scandalo delle slot machine non collegate in rete all'Anagrafe Tributaria, inchiesta che ha portato alla condanna dei vertici dei Monopoli di Stato e delle società concessionarie al pagamento di 2 miliardi e mezzo di euro. È docente di "Tecniche di investigazioni digitali" nel Master in "Criminologia Forense" all'Istituto Universitario Cattaneo (LIUC) di Castellanza, di "Open Source Intelligence" alla NATO SCHOOL di Oberammergau (D) e di "Sicurezza nelle reti di telecomunicazioni" alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Genova. Il 29 maggio 2012, in seguito alla rimozione dal suo incarico, ha rassegnato le dimissioni dalla Guardia di Finanza. La sua rimozione è oggetto di nove interrogazioni parlamentari.

Umberto Rapetto non è più un colonnello della Guardia di Finanza. Ufficialmente e formalmente si è trattato di dimissioni. In verità, pare che desse parecchio fastidio ai “poteri forti”, alla politica e alla criminalità organizzata. Per questo è stato “gentilmente invitato” a farsi da parte. Chi è Umberto Rapetto?
Per i più si tratta di un nome insignificante. Eppure siamo di fronte a un super esperto di informatica e lotta alle frodi. Autore di numerose pubblicazioni, è anche docente universitario. Gli Stati Uniti ce lo invidiano. Le sue competenze e la sua intensissima attività hanno consentito al nostro Stato di individuare migliaia di evasori fiscali. Peccato che poi le somme concretamente recuperate sono minime. Per cinque anni, Rapetto ha seguito tutti i componenti delle organizzazioni che gestivano il gioco d’azzardo in Italia senza pagare le imposte. Finchè un giorno, ha chiuso il dossier, facendolo arrivare ai carabinieri: ha fatto arrestare quindici persone.
Rapetto si è presentato in giudizio con migliaia di pagine di prove e con conti precisi: le società dei videopoker sotto accusa devono restituire allo Stato 98 miliardi, 456 milioni, 756 mila euro. Cifra mostruosa, superiore persino alle ultime quattro manovre finanziarie messe assieme (con le nostre tasse e i nostri sacrifici). Gli imputati che sono stati tutti condannati penalmente hanno patteggiato, anche se Rapetto era contrario: il colonnello sosteneva che dovevano restituire fino all’ultimo centesimo di euro.
Alla fine i giudici si sono rivolti alla Corte dei Conti la quale ha preso atto della condanna penale della Cassazione e ha imposto agli imputati il pagamento di appena 2,5 miliardi di euro. Lo sconto è di quelli che nemmeno nel più pazzo dei supermercati: 96,5%!
Qualcuno ne ha parlato in TV? Ovvio che no, la farfallina di Belen, i dettagli delle cenette simpatiche di Arcore o il sole in Primavera sono argomenti ben più importanti.
In sintesi, l’attività del colonnello Rapetto consente di accertare 98 miliardi e mezzo di evasione fiscale ad opere delle società che operano nel gioco d’azzardo. E che fa lo Stato? Concede a loro uno sconto del 96,5% e a noi... sempre nuove tasse!
Già, perché se a non pagare le imposte è un piccolo imprenditore o un normale cittadino, si interviene con i carri armati.
Se ad evadere sono le grandi società, si va con i guanti, c’è il super premio. Quei 98 miliardi e rotti avrebbero alleggerito di molto i nostri sacrifici e avrebbero dato un enorme aiuto a risolvere tanti dei problemi in cui versa il nostro martoriato paese!
Quel premio che non c’è stato per Rapetto. Costretto a dimettersi perché faceva fin troppo bene il proprio mestiere.
Proprio sicuri che una Repubblica in cui l’immoralità è la norma debba essere festeggiata?
Decidete voi.

fonte: www.controcopertina.com
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