AUGURI a DON SILVIO LA PADULA |
Scritto da F.Doni | |
mercoledì, 27 giugno 2012 17:56 | |
Domenica 8 Luglio prossimo, il parroco della nostra cattedrale di Cassano mons. don Silvio La Padula festeggerà il suo cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Un traguardo importante, come importanti per molti giovani di oggi e di ieri sono stati gli anni della sua intensa attività pastorale, vissuti tutti nella nostra amata diocesi. Il mio ricordo personale è legato all’Azione Cattolica di cui egli è stato per lunghi anni assistente diocesano. Sempre disponibile e sorridente, il volto mai adombrato anche quando la vita gli ha riservato pene e dolori non solo fisici. Autentico “apostolo della Fede”, secondo il mio modestissimo parere. L’8 di luglio ci saranno certamente giuste e meritate cerimonie in suo onore, ma mi permetto in anteprima di rinnovargli tutta la mia stima e il mio profondo affetto, mentre nella seconda parte il comune amico Ciccio Doni, gli ha dedicato una commovente pagina di ricordi riguardanti gli anni della loro comune giovinezza e della sua prima entusiastica risposta alla Chiamata del Signore. AUGURI don Silvio, che il Padre Celeste ti conservi a lungo per la Sua Maggior Gloria. (A.M.Cavallaro) Lettera aperta al mio parroco: don Silvio La Padula Quando a distanza di anni, volgendo lo sguardo al passato, ci si rende conto di aver vissuto esperienze che hanno lasciato il segno nella propria coscienza , allora si scava nella memoria per tentare di recuperare le sia pur minime sensazioni che all’epoca erano appena percepite. E così oggi ripercorrendo l’ 8 luglio del 1962 , la data della Tua ordinazione sacerdotale e volendo rivivere l’essenza di un rapporto di amicizia e di stima con un compagno di giochi della fanciullezza , un compagno buono , semplice e di specchiata moralità cristiana, mi piace scriverti e dirti cosa sento per Te: Ma voglio andare ancora più indietro nel tempo: tra l’8 settembre del 1943 , la data dell’armistizio firmato a Cassibile e l’anno santo il 1950, quando Papa Pacelli rivolse alla Beata Vergine quella stupenda preghiera: “Rapiti dal fulgore della vostra celeste bellezza e sospinti dalle angosce del secolo, ci gettiamo tra le vostre braccia, o Immacolata Madre di Gesù e Madre nostra , Maria , fiduciosi di trovare nel vostro Cuore amatissimo l’appagamento delle nostre fervide aspirazioni e il porto sicuro fra le tempeste che da ogni parte ci stringono. Benché avviliti dalle colpe e sopraffatti da infinite miserie , ammiriamo e cantiamo l’impareggiabile ricchezza di eccelsi doni , di cui Iddio vi ha ricolmata al di sopra di ogni altra pura creatura , dal primo istante del vostro concepimento fino al giorno, in cui, Assunta in cielo, vi ha incoronata Regina dell’universo . O Fonte limpida di fede, irrorate con le eterne verità le nostre menti ! O Giglio fragrante di ogni santità, avvincete i nostri cuori col vostro celestiale profumo! O Trionfatrice del male e della morte, ispirateci profondo orrore al peccato, che rende l’anima detestabile a Dio e schiava dell’inferno! Ascoltate , o prediletta di Dio, l’ardente grido che da ogni cuore fedele s’innalza in quest’Anno a voi dedicato. Chinatevi sulle doloranti nostre piaghe. Mutate le menti ai malvagi, asciugate le lacrime degli afflitti e degli oppressi, confortate i poveri e gli umili, spegnete gli odi, addolcite gli aspri costumi, custodite il fiore della purezza nei giovani, proteggete la Chiesa santa, fate che gli uomini tutti sentano il fascino della cristiana bontà. Nel vostro nome, che risuona nei cieli armonia, essi si ravvisino fratelli, e le nazioni membri di una sola famiglia, su cui risplenda il sole di una universale e sincera pace. Accogliete , o Madre dolcissima , le umili nostre suppliche e otteneteci soprattutto che possiamo un giorno ripetere dinanzi al vostro trono, beati con voi, l’inno che si leva oggi sulla terra intorno ai vostri altari: Tutta bella sei, o Maria ! Tu gloria, Tu letizia, Tu onore del nostro popolo! Così sia” Ferenc Molnar nel 1906 scriveva il romanzo <<I Ragazzi della Via Pal>> , un romanzo per ragazzi ma destinato agli adulti , perché voleva essere una denuncia alla mancanza di spazio per il gioco dei ragazzi. La nostra via Pal era via Duomo: la strada dei preti. Vi era il caffè Maffia , un giornalaio , una sala da biliardo, un sarto , un calzolaio, un negozio di generi alimentari, Placco Rango, e uno di tessuti, una rivendita di sale e tabacchi , due falegnami , due enoteche e tanti ragazzi. Voglio ricordare per prima Antonio Armentano e Antonio Piscitelli, che ora dormono sulla collina , in attesa di fare il girotondo con quelli che li raggiungeranno per godere assieme a loro la luce eterna e la pace del cuore. Tra quei ragazzi c’era un monello; ero io e poi tu, Silvio, modesto e schivo. E, poi, Alfredo ed Enrico Di Tarsia, Vincenzo e Giuseppe Fasanella , Attilio Malomo e tanti di cui ora mi sfuggono i nomi. Anche una signora, Carmela Graziadio, che ai militari tedeschi offriva i fioroni e la frutta di stagione con il sorriso aperto, perché anche loro erano <<cristiani>>. Nel caffè faceva bella mostra la propaganda della TALMONE – due vechietti simpatici dinanzi a una tazza di cioccolato fumante: E due vecchietti, in carne ed ossa, erano zio Francesco Arcidiacono e sua moglie Giuseppina Verbicaro. Li ricordi ? E resta ancora vivo il ricordo di Maria Varcasia, la voce sola, che durante le processioni del venerdì Santo, testimone una strabocchevole folla, cantava al passaggio della statua dell’Addolorata il suo straziante lamento di morte così come le madri negre nei campi sterminati dell’Alabama, durante la raccolta del cotone, cantavano per liberarsi della loro condizione di miseria.
Via Duomo , la via dei preti: don Enrico Bruno , don Gaetano Bruno , don Raffaele Bruno, don Giacinto Bruno, don Carlo Maria Di Francesco. Ma era stato don Luigi BRUNO, piccolo di statura e che camminando reclinava il capo sul lato destro, a tenermi a battesimo. Via duomo, la via dei preti, la loro divisa, la tonaca nera e il colletto bianco. era austera ma nell’immaginario collettivo, specie di noi ragazzi , accendeva speranze e timori. . Tutti conoscevano il latino e molti erano dottori in teologia. <<Tota pulchra es Maria>> era stato un altro prete ad insegnarmela ; don Gaetano Altieri che celebrava nella Chiesa di S. Agostino. e che abitava in via Salvatore Rago. Ora voglio fare l’appello per tornare a giocare con la palla di pezza: una vecchia calza riempita di stracci e che era il nostro tesoro . Era un tesoro una sola fetta di pane, erano un tesoro un paio di sandali che venivano confezionati con le borse di pelle delle nostre mamme. Il tempo è passato ma la memoria, la seconda pelle della nostra esistenza resiste perché, come la libertà, è l’altro dono che il RE dell’universo ci ha elargito. Dal 1962 sono trascorsi 50 anni e ben otto vescovi si sono avvicendati : Barbieri, Vacchiano, Grillo, Pala , Mugione , Graziani , Bertolone , Galantino. L’8 luglio del 1962 non ero presente alla cerimonia della tua prima Messa, perché già impegnato nel lavoro nella lontana e rossa Longobucco. Ma mio padre, deceduto nel novembre di quell’anno, partecipò alla cerimonia e, poi, in seguito, quando tornai per le vacanze, mi raccontò nei minimi particolari l’intera cerimonia. Era rimasto contento perché via Duomo si era arricchita …. DI UN ALTRO SACERDOTE . . Due anni dopo venne ordinato anche don Domenico Cirianni. Ma cosa posso dirti che tu già non sai? Voglio metterti a parte di un piccolo segreto: in occasione degli esami di maturità classica, che da privatista sostenesti a Castrovillari assieme al confratello Renne, monsignor PENNINI un “maestro” ed educatore di tanti giovani, parlando di voi due, quasi fosse un vaticinio mi disse: “sono modesti, semplici ma saranno buoni sacerdoti”. Le loro famiglie hanno pregato tanto e il Signore le ha esaudite. San Giovanni apre il racconto della passione di Gesù con l’episodio della lavanda dei piedi fatta agli apostoli . Le mani di Gesù nelle quali sono poste tutte le cose e dalle quali tutte le cose dipendono sono le stesse mani che alcuni istanti dopo lavano i piedi degli Apostoli perché , nella lavanda dei piedi , un compito riservato agli schiavi, Gesù assume una condizione di servo , umiliando se stesso facendosi obbediente fino alla morte, alla morte di croce. La lezione appresa dal Maestro torna ogni giorno, in ogni angolo della terra a dirci che il sacerdote è chiamato ad offrire lo stesso servizio per espiare i peccati del popolo , mediante la rinnovazione del mistero pasquale. E T u, Silvio, continui a far vivere l’Eucarestia come un servizio totale, assoluto, incondizionato per rendere testimonianza del tuo amore e poter ripetere <<in verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone né un inviato è più grande di chi lo ha mandato>>. Come buon testimone di Cristo hai cercato di camminare a fianco della tua gente, asciugando lacrime di dolore, promuovendo parole credibili di consolazione, incoraggiando gli sfiduciati, rianimando le speranze, dando più dignità ai più poveri e agli umili: in una parola hai cercato la buona novella della pace per mezzo di Gesù Cristo che è il Signore di tutti . Per tanto tempo mi sono chiesto quale poteva essere stata la motivazione profonda della tua vocazione. Solo oggi, alla luce del tuo operato posso dire che la tua è stata una vocazione autentica: IL SIGNORE TI HA CHIAMATO E TU LO HAI SEGUITO INCONDIZIONATAMENTE. In Cristo, fratello, un abbraccio Ciccio Doni Domenica 8 luglio 2012 “ Illi iuge fluat de te tua gratia, Christe “ |
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