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"Conso" dio delle messi PDF Stampa E-mail
Scritto da A.M.Cavallaro   
giovedì, 31 maggio 2012 08:26

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Luca Giordano:Ratto delle Sabine
Quando Romolo, col colpo di mano che ricordiamo tutti, dopo aver ucciso il fratello Remo, fondò Roma, per poter poi  popolare la nuova città accolse sul colle capitolino ogni tipo di sbandati e di esuli dei villaggi vicini che avevano commesso colpe per le quali erano stati banditi dai loro stessi popoli; e anche schiavi, fuggiti dalle case o dalle terre dei loro padroni in cerca di libertà. Fu con l’ausilio di una massa variegata di fuoriusciti, ladroni e scontenti che Romolo fondò la città che sarebbe diventata nei secoli successivi, la più potente del mondo. Il problema più importante nella Roma dell’ottavo secolo a.C. era la mancanza di donne. Un centro urbano abitato da soli uomini non avrebbe potuto sopravvivere, un po’ per le tensioni che si creavano ma innzitutto per l’impossibilità di avere eredi che potessero dare continuità al sorgente stato.

Per risolvere il problema, Romolo pensò bene di procurare ragazze ai suoi uomini con l’astuzia e la forza.

C’era un dio venerato dai Romani che si chiamava Conso, al quale era consacrato un altare sotterraneo tra il Palatino e l’Aventino (il luogo ove , secoli più tardi, sarebbe stato edificato il Circo Massimo). Conso era una divinità dell’agricoltura, proteggeva i campi coltivati, la semina e le messi. Secondo alcuni storici il culto del dio Conso era antecedente alla fondazione di Roma e risaliva ai tempi di Albalonga (XII sec. A.C.) Romolo e i suoi sudditi ripresero la tradizione dei loro avi.  Le feste di Conso, chiamate “Consualia”, si svolgevano in agosto e in dicembre. La festa estiva era dedicata alla mietitura, mentre la festa invernale rivestiva un significato propiziatorio ed era considerata la più importante, dal momento che vi prendeva parte anche il re

Fu in occasione proprio della festa di dicembre che Romolo invitò i vicini Sabini a partecipare con le loro figlie. Finite le cerimonie dedicate al dio Conso e dopo ricche libagioni, dalle quali i romani furbescamente si astennero, quest’ultimi ad un cenno del loro re, si lanciarono sulle ragazze e le portarono verso le loro capanne, i Sabini tentarono di ribellarsi, ma vuoi per il vino che avevano trangugiato vuoi, forse per inferiorità numerica, furono messi facilmente in fuga.

Fu quindi approfittando di una allegra festa dedicata alla divinità della terra “Conso”,  protettore della crescita rigogliosa dei prodotti agricoli, che si sviluppò e crebbe il popolo romano.

Il resto lo ricorderete tutti: i Sabini mossero guerra ai Romani e ci furono sanguinosi scontri,  ma alla fine furono proprio le donne rapite, che si trovavano ormai bene con i loro compagni, ai quali  avevano dato  i primi figli, a mettersi in mezzo e a far cessare le ostilità.

Il culto del dio Conso, a poco a poco andò scemando soppiantato dalle nuove divinità importate dalla Grecia e così il suo ricordo rimase legato soprattutto all’atto di vera e propria pirateria col quale il popolo di Roma iniziò a crescere e moltiplicarsi.

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