Uno dei miei "Primo Maggio" |
Scritto da A.M.Cavallaro | |
mercoledì, 01 maggio 2013 00:00 | |
Rispetto al 1° Maggio dello scorso anno, le cose di "casa nostra" sembrano cambiate, abbiamo un nuovo governo del tipo "minestrone misto", il premier Letta subito è andato a baciar la mano alla Kapò Europea Angela Merkel e noi, popolo bue, siamo sempre nelle peste della disoccupazione e del disagio sociale ormai al limite della sopportabilità. BUON PRIMO MAGGIO a tutti i lavoratori occupati e non, mi auguro che si capisca una volta per tutte che non si può andare più avanti con la speranza, bisogna "AGIRE". "Chi di speranza vive disperato muore", dicevano i nostri saggi avi e non avevano certo torto, la Speranza lasciamola alla religione, le cose di questo mondo non si aggiustano se non ci mettiamo la mano, anche se talvolta, questa deve essere necessariamente pesante. Non sto a tediarvi ulteriormente e vi propongo pari-pari il mio ricordo del 1° Maggio di quando ero "lavoratore emigrato" nella rubiconda Svizzera e che avevo già pubblicato lo scorso anno, ma ritengo che vada bene anche per questo. BUONA LETTURA Finchè non decisi di andare a provare di cercar lavoro oltre frontiera, non avevo compreso bene l’importanza di questa festa nel mondo intero. Avevo 23 anni, quando presi a Sibari il mitico treno (che oggi non c’è più) Crotone-Milano per raggiungere la Svizzera, pensavo di fare una breve esperienza e poi magari sarei tornato, invece ci restai per quasi 20 anni. Ma non è per raccontarvi della mia esperienza di emigrante che mi accingo oggi a scrivere, bensì per ricordare a me e anche a voi i tanti PRIMO MAGGIO, che ho vissuto veramente in festa nella nazione, che forse più di qualsiasi altra, è la culla del capitalismo. A nessun svizzero, ricco o povero, verrebbe mai in testa di andare a lavorare il 1° Maggio, è considerato un giorno di festa sacro quasi quanto il 1° Agosto, festa nazionale svizzera. Naturalmente la variegata comunità italica, presente numerosissima negli anni ’60 e ’70 sul suolo elvetico, organizzava la propria festa secondo la propria tradizione culturale e politica, ne ricordo una in particolare, quella del ’77. Le varie associazioni italiane organizzarono un grande raduno a Berna, capitale della Confederazione ; allora ero stato da poco eletto primo presidente della Confederazione delle associazioni calabresi e insieme alle organizzazioni siciliane, venete, pugliesi, liguri e toscane ci ritrovammo in circa cinquemila nella piccola ma bella città della Svizzera interna. Fu una manifestazione straordinariamente bella e ricca di significato, i connazionali residenti in città avevano allestito, in una grande area nei pressi di un parco cittadino, un enorme padiglione del tipo utilizzato per i grandi circhi, che poteva contenere più di duemila persone, e tra canti e cori nei dialetti di mezza Italia ascoltammo anche gli interventi di sindacalisti e politici sia italiani che svizzeri. Nel pomeriggio, sul palco, davanti ad una platea veramente enorme, mio fratello ed io ci esibimmo con i cosiddetti “canti di protesta” che all’epoca erano molto popolari, canzoni di Guccini, Gaber, Nomadi, l’immancabile internazionale, bandiera rossa e l’universalmente conosciuta canzone inno della rivoluzione cubana “guantanamera”, ma il brano che avevamo da poco imparato e che eseguimmo con grande emozione insieme ad un gruppo di profughi cileni fu “hasta siempre comandante Che Guevara”. Il pubblico alla fine della canzone approvò con un boato assordante di applausi che mi fece venire la pelle d’oca. Monti e i suoi quattro professoroni, degni rappresentanti del vero POTERE,quello delle banche e della finanza, non quello della politica, vorrebbe annullare, cancellare questo giorno che rappresenta la conquista più importante mai ottenuta dai lavoratori di tutto il mondo. Al solo pensarci mi si rivolta lo stomaco. Cari amiche ed amici, abituali visitatori di Sibari.info, scusatemi se mi sono fatto travolgere dall’onda dei ricordi e qualunque cosa succeda in questa nostra italietta, non dimenticate che tutto quello che si è conquistato per ottenere i diritti basilari di chi lavora è costato lacrime e sangue, non possiamo e non dobbiamo rinunciarci. BUON PRIMO MAGGIO. Se volete ascoltare il Brano “hasta siempre comandante Che Guevara” cliccate quì Eccovi anche il testo se volete provare a cantare durante l'ascolto: Hasta Siempre Comandante Che Guevara Aprendimos a quererte |
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