Candaule,re vizioso, e la casta Nyssia |
Scritto da A.M.Cavallaro | |
venerdì, 09 marzo 2012 16:31 | |
Sul web impazzano una moltitudine di siti contenenti annunci per incontri ravvicinati fra erotomani di varia natura, si tratta quasi sempre di annunci a sfondo erotico-sessuale. Alcuni propongono scambi di mogli, mariti, fidanzate, conviventi ecc ecc. Non c'è giorno che sulla posta elettronica non giungano proposte, a pagamento, per entrare in chat o in siti del tipo descritto. Osserviamo il fenomeno con disgusto e disapprovazione e la domanda ricorrente è: "Ma dove siamo andati a finire?", come se quel che avviene oggi sia il massimo della perversione, beh non è proprio così, perchè nei bei tempi andati ne succedevano di cotte e di crude, nè più e nè meno di quanto avvenga oggi. Certo l'evoluzione tecnologica ha amplificato e messo alla portata di tutti "l'offerta" di prestazioni particolari e la possibilità di comunicare le proprie "tendenze" ad un pubblico vastissimo, cose che secoli fa avvenivano solo nel segreto delle proprie alcove e riflettendo su questi avvenimenti mi è venuta in mente un "storiella" di Erodoto, nostro concittadino sibarita di qualche millennio fa, nella quale si racconta di un re sporcaccione e di una regina bellissima, castissima e cattivissima, se leggerete la seconda parte avrete tutti i dettagli.
Intorno al VII sec. a.C. circa 500 anni dopo la guerra di Troja, nell'attuale Turchia vi era una città chiamata Sardi il cui re Candaule, ultimo rampollo di una dinastia durata più di 500 anni, si innamorò di una bellissima ragazza persiana di nome Nyssia figlia del satrapo Megabazo. Si diceva avesse una perfezione di forme meravigliosa e dei tratti del volto di una purezza incomparabile, nessuno, se non il padre e le sue ancelle, aveva mai visto da vicino le sue sembianze, in quanto nell'antica Persia le fanciulle vivevano protette e lontano da occhi indiscreti, com'era costume allora e ancora oggi in molti paesi islamici. Al giovane re Candaule, di cultura greca, molto meno puritana di quella orientale, fu concesso, durante una visita in Persia, di vedere da vicino quella giovane, la cui bellezza era solo immaginata e per questo divenuta quasi leggendaria. Candaule rimase folgorato dal sorriso, dal volto e dal corpo da dea di Nyssia e chiese al padre di averla in sposa. Il vecchio Megabazo acconsentì e così dopo gli scambi di doni rituali, visite e accordi si giunse al fatidico giorno. I due giovani si sposarono e Nyssia si trasferì nella magnifica reggia di Sardi, dove, su esplicita richiesta della giovane moglie, furono allestiti gli appartamenti privati dove l'accesso era possibile a pochissimi servi, ancelle e ovviamente al marito. Dicevo prima che nessuno aveva mai visto da vicino le divine fattezze della giovane sovrana, ma così proprio non era; perchè un giorno durante il quale Nyssia era uscita con le ancelle a raccogliere fiori in un prato poco distante dalla sua città (non era ancora andata in sposa), un cavaliere transitava da quelle parti per una ambasceria, alla cui vista le ancelle e la loro padrona si coprirono il volto come loro costume imponeva, malauguratamente, però, un improvviso colpo di vento fece volar via i veli della bellissima Nyssia e rivelò il suo splendido viso al cavaliere, che era Gige, capitano delle guardie di palazzo del re Candaule. Inutile dire che Gige s'innamorò di quel volto e che sognava di poter abbracciare un giorno quella donna, ma non era stupido e sapeva benissimo che, a causa del suo stato, sarebbe rimasto un sogno inesaudito e non raccontò mai a nessuno quanto aveva visto. Il giorno dell'arrivo di Nyssia a Sardi fu proprio Gige a guidare il drappello d'onore e mentre gli uomini cercavano di scorgere il viso della cui bellezza si poteva solo favoleggiare, le ragazze si mangiavano con gli occhi Gige, che nell' antica lingua della Lydia significa bello. Dopo i festeggiamenti i due sposi cominciarono la loro vita insieme e mentre Nissya, pur continuando a mantenere le sue abitudini di grande riserbo nei confronti di tutti, era sempre disponibile ai capricci del marito che ogni giorno di più era innamorato di lei. A poco a poco però Candaule non fu contento di non poter mostrare a tutti quanto bella fosse sua moglie, che resisteva sempre con ferma dignità alle sue richieste di scoprirsi almeno il volto, magari da lontano, per mostrare al popolo la sua beltà. Cominciò a chiederle di posare nuda davanti a lui affinchè la potesse ammirare in tutto il suo splendore (come i guardoni di oggi) e lei docilmente acconsentiva, pur di malavoglia, a questo innocente desiderio del marito. A un certo punto, però, Candaule non ce la fece più a tenere solo per sè le fattezze della sua consorte, non sopportava di non poter condividere con nessuno il tesoro di bellezza che possedeva e allora chiamò Gige, di cui si fidava ciecamente, cominciò a descrivergli le bellezze di Nassya e alla fine gli chiese se gli sarebbe piaciuto poterla ammirare. Gige tremava di desiderio al pensiero di poter riguardare anche per una sola volta il bel volto che aveva intravisto anni prima complice il vento, ma rifiutò sdegnosamente e rispose che così facendo avrebbe offeso il suo re, anche se egli stesso glielo chiedeva, ma alla fine cedette alle insistenze di Candaule. Qualche sera dopo il re lo chiamò e gli spiegò il piano che aveva architettato per poter far in modo che il capitano potesse ammirare sua moglie non visto. Al momento giusto l'avrebbe fatto penetrare di nascosto nella camera della sua alcova e, nascosto dietro lo stipite di una porta attraverso uno spiraglio avrebbe potuto osservare senza essere visto. Gige così fece. Nassya ignara di tutto si avvicinò al letto, dove il marito già era sdraiato e che, contrariamente al solito, le chiese di spogliarsi completamente e di farsi rimirare prima di raggiungerlo. La richiesta le apparve strana, ma ubbidì e piroettando su se stessa intravide, però, al riverbero tenue della lampada, due occhi quasi fosforescenti che la osservavano concupiscenti. Riconobbe Gige, ma riuscì a mantenere il solito contegno e si coricò a fianco al marito senza esternare emozione alcuna. Il giorno dopo, però, fece in modo di far venire Gige al suo cospetto e senza reticenze gli disse che era al corrente della sua presenza nella sua stanza la notte prima e di quanto grave fosse stato il suo gesto. Il povero Gige confessò tutto alla sua regina, che aveva comunque subodorato la complicità del re. Nyssia ferma nei suoi principi, mise Gige davanti ad un'alternativa senza scampo, essere ucciso o uccidere il suo re, se avesse accettato di sopprimere Candaule, sarebbe divenuto egli stesso re e legittimo consorte della vedova. Di fronte alla prospettiva di morire, pur ripugnandogli l'idea di assassinare Candaule, Gige scelse di vivere e di coronare il suo sogno d'amore. Così, con la complicità di Nyssia uccise Candaule. Alla notizia della morte del re il popolo accennò ad una sommossa ma Gige provvide subito a calmarlo con regalie e grandi festeggiamenti in onore dell'oracolo di Delfi, che dietro lauto compenso, si pronunciò in favore del nuovo re, che visse felice a lungo iniziando una nuova dinastia a fianco all'amata Nyssia che non fece vedere mai più a nessuno, non dimenticando quel che poteva costargli. Care amiche e amici avrete capito che certi "vizietti" sono sempre esistiti, ma non dimenticate che possono costare molto cari. Erodoto insegna. (da Erodoto: Le storie 1,7-13) |
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