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Omaggio a Giordano Bruno PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Bertelli   
domenica, 20 novembre 2011 19:40
Image(Nel 412esimo anniversario della sua tragica morte, ricordiamo un grande uomo) E' il 17 febbraio del 1600. A Roma, Campo dei Fiori, una mesta processione conduce verso il rogo un eretico. Il suo nome è Filippo dei Bruni, da Nola, dove nasce nel 1548. Il mondo , però, lo conosce col nome di Giordano Bruno. Lui è lì perchè il Tribunale dell'Inquisizione di Santa Romana Chiesa, lo riconosce colpevole del peggiore di tutti i crimini. Egli, col suo pensiero e con i suoi scritti, nega le verità dogmatiche che sono alla base della religione Cattolica, e, di fatto, disconosce alla Chiesa Cattolica il diritto di rappresentare il potere Divino in Terra.
Egli sostiene che  Dio è presente  in tutto l'Universo, e che tutti noi  umani  possediamo una parte di Natura Divina. E' quella parte che  ci rende una cosa sola con  tutte le creature viventi e tutta la materia inanimata che compone l'Universo stesso. E' quella parte che ci permette di identificare e plasmare  la nostra realtà, di far si che accadano quegli eventi che  forgiano poi il destino della nostra vita terrena. Tale teoria è inaccettabile per Santa Romana Chiesa, che però, ispirata da sentimenti di pietà, sente comunque l'obbligo morale di dover redimere un'anima persa. Deve ricondurre alla ragione chi, con tali teorie, tenta di destabilizzare la Verità Cattolica. Giordano Bruno deve abiurare, rinnegare cioè, tutto il suo pensiero eretico e i suoi scritti. Per riuscire a raggiungere tale scopo, però, a nulla valgono 7 anni  di prigionia, stenti e fame, 7 anni di interrogatori durante i quali Giordano Bruno è costretto a rispondere al collegio dei suoi accusatori, indossando una "mordacchia", ovvero una palla di spine accuminate di ferro , da tenere in bocca. Nonostante ciò Giordano Bruno non cede e non pronuncia la sua abiura. E' un eretico. Deve essere condannato, il suo corpo bruciato e così i suoi scritti, affinchè nessuno possa mai conoscere il suo scellerato pensiero. Alla lettura della sentenza di condanna Giordano Bruno si rivolge così ai suoi giudici:
"Tremate più voi a pronunciare la vostra sentenza, che io ad ascoltarla. Voi potete bruciare il mio corpo che è mortale, ma non potete bruciare la mia Anima ed il Mio pensiero che sono Immortali".

E' il 17 febbraio del 2000. A Roma c'è un gruppo di turisti stranieri che arriva ad una delle classiche mete  di chi visita la "Città Eterna": Campo dei Fiori. Trovano però una sorpresa. Tutta la piazza è recintata, non vi si può accedere. Dai limiti della recinzione osservano che Campo dei Fiori è effettivamente una piazza completamente cosparsa di petali di fiore, ed al centro campeggia un monumento: è la statua di Giordano Bruno. Questi turisti rimangono a guardare, ammirati, questo insolito spettacolo. Si stupiscono, un po' , perchè è  strano per loro vedere attribuire un onore così grande  ad un personaggio di cui solo raramente si legge sui libri scolastici. Loro stessi lo conoscono appena. Eppure in tutto questo spettacolo percepiscono qualcosa di familiare. Anche se  loro non sono filosofi come Giordano Bruno. Loro sono scienziati, di diverse nazionalità. Si trovano a Roma perchè partecipano ad un congresso assieme ai più eminenti colleghi scienziati di tutto il pianeta.

Loro discutono delle nuove frontiere della scienza. Loro sostengono che la vera nuova frontiera della scienza, è una nuova concezione dell'Universo. Dicono di  essere in grado di individuare una nuova forma di "materia", che chiamano "Energia Oscura". Dicono che è un'Energia presente in tutto l'Universo, dicono che questa Energia rende una cosa sola tutte le creature viventi e tutta la materia inanimata che compone l'Universo stesso. Dicono che è questa Energia che rende possibile la Vita, e che l'essere umano, usandola è in grado di plasmare la propria realtà. Ma anche se portano esperimenti con tutti i crismi della scientificità, a suffragio delle proprie tesi, si rendono conto  di essere considerati dalla comunità scientifica alla quale appartengono, un po' degli eretici, in quanto le loro teorie si contrappongono in maniera troppo netta, a quelle che sono le teorie predominanti della scienza.
Loro comunque vanno avanti per la propria strada, forti della loro convinzione e della loro volontà, e consci anche del fatto che, seppur eretici, non rischiano  certo il rogo. Ora questi turisti/scienziati sono lì,  a Campo dei Fiori , davanti a questo strano ed inspiegabilmente familiare Spettacolo. Attaccato alla recinzione c'è una targhetta con una frase incisa, e leggendo la frase capiscono perchè hanno l'impressione che ci sia qualcosa di familiare.  La frase recita:

"VERRA' UN GIORNO CHE L'UOMO SI SVEGLIERA' DALL'OBLIO E ALLA FINE SCOPRIRA' CHI E' VERAMENTE E A CHI HA CEDUTO LE REDINI DELLA PROPRIA ESISTENZA. A UNA MENTE FALLACE, MENZOGNERA, CHE LO RENDE E LO TIENE SCHIAVO.
L'UOMO NON HA LIMITI E QUANDO UN GIORNO SE NE RENDERA' CONTO, SARA' LIBERO ANCHE QUI, IN QUESTO MONDO".

 Dedicato a Giordano Bruno che nasce a Nola nel 1548 e che a Roma dal 17 febbraio 1600, non muore mai più.

Marco Bertelli
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