Skip to content

Sibari

Narrow screen resolution Wide screen resolution Increase font size Decrease font size Default font size    Default color brown color green color red color blue color
Advertisement
Vi Trovate: Home arrow News arrow News di Sibari arrow Cronaca giudiziaria - Rossano
Skip to content
Cronaca giudiziaria - Rossano PDF Stampa E-mail
Scritto da R.Corrado   
lunedì, 31 ottobre 2011 06:00
ImageRischiava di essere condannata fino ad anni 5 invece è stata assolta con la formula “perché il fatto non sussiste”! E’ quanto ha stabilito il Giudice monocratico del Tribunale di Rossano, dott. Guglielmo Labonia, per la trentaduenne di Rossano M.M. dopo aver udito le arringhe dell'avvocato Ettore Zagarese e dell'avvocato Giuseppe Vena.  La donna era stata deferita presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Rossano per il reato di cui all’art. 95 del D.P.R. 30.05.2002 n. 115, per aver falsamente attestato, nella dichiarazione sostitutiva di certificazione, prodotta, contestualmente all’istanza per l’ammissione al gratuito patrocinio, nell’ambito di un processo penale a suo carico, di versare, in relazione all’anno d’imposta 2004, nelle condizioni richieste dalla Legge, laddove le  verifiche effettuate dalla Guardia di Finanza di Rossano, hanno accertato, alla stregua del tenore di vita e delle condizioni personali e familiari dell’istante, requisiti reddituali non rientranti in quelli richiesti per l’ ammissione al gratuito patrocinio dello Stato; con ciò conseguendo l’ottenimento dell’ammissione al patrocinio. (Fatto accertato in Rossano, il 28.12.2005).

All’udienza dibattimentale la donna era assistita e difesa dall'avvocato Ettore Zagarese e dall'avvocato Giuseppe Vena che procedevano all’escussione dell’agente della G.d.f. che aveva operato i controlli. Al termine dell’istruttoria il Giudice invitava le parti a concludere e l' avvocato Ettore Zagarese e l'avvocato Giuseppe Vena, unitamente al Pubblico Ministero Dott.ssa Mirella Gabrieli, chiedevano al giudicante, di assolvere la donna atteso che dall’istruttoria non era emerso, in maniera certa, la capacità reddituale della donna e che la stessa comunque – seppur aveva dichiarato una difformità nel rapporto economico – non superava la soglia prevista. Il Giudice Labonia, valutato il materiale acquisto assolveva la donna perché
il fatto non sussiste!

 

 

Si è celebrata l’udienza penale innanzi al Tribunale di Rossano in composizione monocratico, Giudice dott. Enrico D’Alfonso e Pubblico Ministero Leonardo Muraca, per gli imputati coriglianesi R.R. classe 1946 e G. P.C. classe 1971 chiamati a rispondere del reato di illecita coltivazione di piante di marijuana nonché detenzione di sostanze stupefacenti al fine di spaccio.
La donna R.R. e l’uomo G.P.C., venivano iscritti presso il registro degli indagati della Procura della Repubblica di Rossano, e nominavano quali propri difensori di fiducia, gli avvocati Ettore Zagarese e Giuseppe Vena – entrambi del Foro di Rossano – perché la donna con più azioni esecutive del medesimo
disegno criminoso, in concorso con l’uomo e con altri due figli, illecitamente coltivava, sulla terrazza dell’appartamento abitato dalla stessa e dagli altri concorrenti, n. 13 piantine di marijuana e nel medesimo appartamento , deteneva illecitamente , a fini di spaccio sostanza stupefacente di tipo hashish del
peso complessivo di grami 85 circa, che veniva rinvenuto all’esterno della  casa, sotto la finestra della stanza occupata dal figlio; n. 13 pezzi di hashish, del peso complessivo di grammi 1, 140 che venivano rinvenuti in un cofanetto custodito nella stanza occupata dal figlio; nr. 2 involucri trasparenti termosigilati, contenti semi di marijuana per complessivi grammi  1,400 circa, rinvenuti nella stanza occupata dall’altro figlio; nonché fiale di metadone.Entrambi gli imputati erano chiamati a rispondere della detenzione, in
concorso tra loro, senza averne fatta denuncia al locale ufficio di Pubblica Sicurezza, un pugnale della lunghezza complessiva di cm 28 e lama di cm 12,5.( fatto accertato in Corigliano Calabro il 02.06.2005 a seguito di perquisizione domiciliare dei Carabinieri di Corigliano Calabro).All’udienza dibattimentale gli imputati erano assistiti e difesi dall' avvocato Ettore Zagarese e dall'avvocato Giuseppe Vena, i quali hanno
proceduto ad interrogare - con un complesso ed articolato controesame, ponendo al teste  domande atte a minare l’ impianto accusatorio della pubblica accusa e ponendo al teste una pluralità di domande volte a far emergere la dubbiosità della  prova circa l’appartenza e la riconducibilità della sostanza stupefacente
agli  imputati tratti a giudizio, atteso la presenza di altri soggetti nell'immobile perquisito, - il Carabiniere intervenuto nelle operazioni di polizia giudiziaria nonché ad esaminare gli esami dell’Arpacal ove erano state inviate le sostanze stupefacenti per essere analizzate.  Il giudice valutate tutte le questioni processuali avanzate dall' avvocato Ettore Zagarese e dall'avvocato Giuseppe Vena, aggiornava il processo al prossimo 23.02.2012 per il prosieguo dell’escussione dei testi dell’accusa e della difesa.

 

 


Rosetta Corrado
< Precedente   Prossimo >