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Stalking, 118 casi in due anni PDF Stampa E-mail
Scritto da G.Pastore   
sabato, 10 settembre 2011 03:40
ImageStalking, 118 casi denunciati in due anni (a Cosenza) Il persecutore non ha età: tra gl'indagati un 19enne abbandonato dalla ragazza e un "Otello" di 63 anni - Come infelicitare l'altrui esistenza: istruzioni per l'uso. In cattedra lo "stalker". Uomini o donne che si nascondono dietro un capo della cornetta telefonica o del cellulare. Gente ossessiva, pervasiva, molesta. In molti casi anche violenta, manesca. Un grande popolo formato dai respinti, dai frustrati, dai rancorosi arrabbiati, da quelli che assumono atteggiamenti persecutori perché convinti di aver subìto un torto dalla vittima designata. La loro offensiva sembra costruita seguendo le linee d'uno schema delirante. Spesso, l'obiettivo è l'ex, "colpevole" d'aver troncato la relazione. Con l'atteggiamento persecutorio assunto, il partner abbandonato vorrebbe voluto colpire l'immaginazione dell'ex donna nel tentativo di riannodare il filo irrimediabilmente spezzato. Ma quel crescendo d'iniziative fastidiose diventa ossessivo fino a detonare in autentiche aggressioni. In molti casi, tuttavia, il mirino dei molestatori si sposta su vicini di casa, colleghi di lavoro, concorrenti in affari. L'ultimo caso censito nei registri delle notizie di reato degli uffici giudiziari cittadini è quello che riguarda un uomo, M.M., già colpito nel recente passato da altre due ordinanze applicative di misure cautelari. Ieri, l'indagato ha dovuto lasciare l'abitazione di famiglia perchè troppo violento con la moglie e il figlio. Il provvedimento giudiziario nei suoi confronti è stato emesso dal gip Francesco Luigi Branda su richiesta del pm Antonio Tridico che è uno dei magistrati dello speciale pool anti-molestatori (gli altri sono: Giuseppe Casciaro, Donatella Donato, Salvatore Di Maio e Paola Izzo) creato dal capo della Procura cittadina, Dario Granieri, proprio per investigare su un reato che è andato assumendo dimensioni di vero e proprio fenomeno di rilevanza sociale. Solo nel 2010 sono stati aperti 57 fascicoli per "stalking". Quest'anno siamo già a 61. In tutto, 118 denunce in un biennio. Sono in genere casi di molestie telefoniche, di ingiurie, di minacce, di calunnie, di danneggiamenti e, persino, di lesioni. Fino a due anni fa, la normativa non offriva grandi forme repressive (spesso le denunce contro i molestatori si concludevano al massimo con l'applicazione di blande misure cautelari o sfociavano in decreti penali di condanna a multe). Poi, la svolta, grazie al ministro Mara Carfagna che ha voluto una legge efficace per limitare l'azione degli stalker. Dal 25 febbraio del 2009, infatti, l'accusa di molestie e minacce realizza il reato di atti persecutori che viene riconosciuto come tale e sanzionato dal codice penale. Una norma pensata proprio per arginare quei comportamenti tipici degli "stalker", uomini e donne che si rendono protagonisti di vessazioni d'ogni genere. Comportamenti seriali che portano allo sfinimento psicologico quelli che li subiscono. E capita spesso che per diffondere il terrore l'oppressore si affidi agli strumenti offerti dai "new media": sms telefonici e messaggi online di posta elettronica.
Dai fascicoli d'inchiesta sembra affiorare una certezza: la molestia non ha età. Tra le storie investigate dai pm cosentini emergono quelle d'un uomo che a 63 anni avrebbe perso la testa per una badante poalacca di 45 anni. Una donna costretta a subire quotidiani squilli, appostamenti sotto casa, pedinamenti, richieste insistenti di incontri, corteggiamenti incessanti per tentare di ricostruire una storia di sentimenti e passioni ormai sfumata. Davanti all'ennesimo rifiuto, l'uomo immaginò l'ingombrante presenza d'un terzo incomodo nel pensionato ottantenne, non completamente autosufficiente, che la polacca assisteva.
C'è, poi, la storia della vendetta d'un ragazzino, appena maggiorenne, che, per amore della sua "donna" che l'aveva lasciato, spedì il cugino diciannovenne, e già "malandrino" a minacciare il rivale in amore. In che modo? Facendogli ritrovare davanti alla propria attività commerciale pallottole di pistola. Un "invito" a... farsi da parte.
Lo stalking
Le condottetipiche dello stalking configurano il reato di "atti persecutori", introdotto con il D.L. 23 febbraio 2009, n. 11 (decreto Maroni). La norma introduce nel codice penale l'articolo 612-bis, dal titolo "atti persecutori". Il reato, «salvo che il fatto costituisca più grave reato», è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Una pena inflitta nei confronti di «chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita». A ciò si aggiungono alcune norme accessorie.
Questa fattispecie di reato è normalmente procedibile a querela, ma è prevista la procedibilità d'ufficio qualora la vittima sia un minore, una persona disabile, quando il reato è connesso con altro delitto procedibile d'ufficio e quando lo stalker è già stato ammonito precedentemente dal questore.

Giovanni Pastore - Gazzetta del Sud
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