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Sibari

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C'erano una volta i Laghi .... PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Baglioni   
mercoledì, 24 agosto 2011 19:02
ImageFra qualche anno i nonni inizieranno così a raccontare ai loro nipotini quel che è stato, quel che poteva essere e che non è più. Parliamo dei Laghi di Sibari, il "fiore all'occhiello" del nostro territorio, assurto alle glorie della stampa nazionale con un articolo comparso sul "Fatto Quotidiano" di oggi con un titolo a 5 colonne a piè di pagina particolarmente significativo: "LAGHI DI SIBARI, IL PORTO FANTASMA DELLA VENEZIA DEL SUD". Il comm. Gianni Furlanis sicuramente si rivolterebbe nella tomba se potesse vedere lo scempio che è stato fatto del suo straordinario progetto. A Cassano c'è un detto molto esplicativo: "a spica i greane 'mmucc u puorcu" (la spiga di grano in bocca al porco) a voler significare che la struttura ipotizzata e realizzata dal compianto imprenditore veneto era troppo innovativa, troppo bella, troppo elegante, per poter essere affidata a un comune che non sa vedere aldilà del cosiddetto "monte" e di "Timpone rosso", altro che bellezza del territorio a vocazione turistica e tanti, tantissimi bla bla bla dei governanti che si sono succeduti negli anni nella più alta assise locale. La giornalista non scrive "balle" porge una disamina precisa, senza fronzoli, della situazione triste in cui si trova quel che doveva essere "Il centro Nautico d'eccellenza" della Calabria. Leggete e meditate.

 Image Se si trovasse qualche centinaio di chilometri più a nord, probabilmente darebbe ricchezza a un'intera regione. E invece il più grande porto turistico del Mediterraneo non solo si raggiunge con una media di 7/8 ore d'auto da Roma, ma soprattutto è impraticabile via mare. Laghi di Sibari, Comune di Cassano allo Ionio, splendida cornice del Massiccio del Pollino sullo sfondo e un mare in cui si fa il bagno con i delfini. I complessi residenziali occupano oltre 500mila metri quadri, ogni villa ha il suo attracco per la barca, in tutto cinque darsene e nove chilometri di banchine, quattro ettari di cantiere nautico. Una piccola Venezia calabrese nata, alla fine degli anni Settanta, proprio su iniziativa dell'imprenditore veneto Giannino Furlanis che, impegnato nei lavori di costruzione dell'autostrada, scoprì gli acquitrini di Sibari e li bonificò, rendendo l'antica colonia ellenica una meta gettonata per il turismo dei croceristi di tutta Europa.
OGGI la Salerno Reggio Calabria impone una serie di infinite soste sotto il sole agostano tra Lagonegro e Lauria, ma questo non fa più notizia. Quello che sgomentaè che un luogo nato per ospitare duemila e ottocento posti barca (suscettibili di un aumento di mille e duecento, recita il sito dell'associazione Laghi di Sibari) abbia un canale di navigazione classificato come "collettore di boinifica delle acque meteoriche" quindi vietato alle imbarcazioni.
"All'inizio la natura giuridica era quella di porto turistico di seconda categoria - spiega il presidente dell'associazione, Nunzio Masotina -, poi invece, per volere di qualcuno, i Laghi sono diventati uno specchio d'acqua privato". Negli anni 2003-2005 la magistratura ha posto sotto sequestro l'intero canale, ostruito dalla sabbia e dai detriti del vicino fiume Crati.  ll nuovo consiglio direttivo dell'associazione nel 2005 ne ha ottenuto il dissequestro, impegnandosi a provvedere privatamente alla ripulitura.
"Oggi abbiamo 4 milioni di euro di fondi Fas già stannziati per la bonifica della foce del fiume - prosegue Masotina -, ma ce ne servono altri 5 per la sistemazione del porto. Alla fine del 2010, per la prima volta, con l'approvazione del bilancio la Regione Calabria se n'è assunta la paternità. Quindi finalmente abbiamo un interlocutore".
IL PROBLEMA è che, intanto, i Laghi di Sibari stanno morendo. A differenza di quanto accadeva nei primi anni Novanta, le ville sono semi-deserte e le barche a vela inglesi hanno lasciato il posto a piccoli gommoni. Non esistono attività commerciali  (neanche un supermercato), l'unica attrazione è un' arena estiva, si fanno le collette per coprire il tetto della chiesa. Pd, Psi e Psdi di Cassano denunciano il fatto che l'associazione sia diventata covo dell'Udc, che ha la maggioranza schiacciante in consiglio comunale e che avrebbe piazzato parenti e amici tra le darsene. Ma guai a parlare di  'ndrangheta: "L'unico problema è quello delle speculazioni edilizie", conclude Masotina .  Come se a Palermo si parlasse di traffico.

Marta Baglioni

da "Il Fatto Quotidiano" di mercoledì 24 agosto.

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