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Chiusi nella memoria (poesia) PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Miani   
sabato, 18 giugno 2011 11:57

ImageChi non ricorda gli anni passati della propria vita, senza un pizzico di nostalgia? Il nostro amico poeta Michele Miani ci ha inviato una bella poesia, in cui ognuno di noi può facilmente rispecchiarsi.  Il ricordo degli anni felici della fanciullezza, seppur  nelle difficoltà della vita quotidiana molto più misera di oggi, affiora alla mente contornato solo dai momenti gioiosi trascorsi in mezzo ai campi a rubacchiare qualche frutto. Le note tristi, la perdita dei genitori, dei nonni, ci appaiono a distanza di anni, come ineluttabili e quindi comprensibili, così come ineluttabile ci appare il momento del nostro personale addio alla vita terrena. Il trascorrere del tempo, quando si raggiunge l’età del riposo, sembra più leggero, meno ossessionante, anche se siamo coscienti che la luce verso cui viaggiamo da quando nasciamo si avvicina sempre più.

Chiusi nella memoria

Image
Michele Miani

Io chiusi nella memoria

Gli anni della fanciullezza

Relegai in un buio angolo

Il ragazzo indocile e ribelle

Nato da una madre che sola

Coltivava la morte.

Vi misi i fiori, le farfalle,

Gli uccelli che svolazzavano

Liberi nei cieli azzurri

Seguendo cinguettanti le mie fantasie.

Nascosi gli alberi dai rami ripiegati

Da rossi frutti, dalle foglie verdi.

L’ondulazioni delle messi

Le spighe gialle ripiene di chicchi

Che oscillavano sui gambi.

 

Nascosi nel profondo del mio cuore

Fanciulle profumate di dolce primavera,

Donne odorose di colonia, tenere belle sinuose

Che vociando cantavano armoniose

Le poesie delle muse compagne di venere.

Di tutto nella mente scolpii di quegli anni,

Le immagini non velate da grigi

O contrastate  di tenui sfuggenti luci

Ma solo illuminate di giorni solari d’agosto.

 Lasciai  passare il tempo veloce

I giorni, i mesi, gli anni cadevano

Avanti ai miei occhi

Che cercavano inquieti

Gesti amorosi, glorie incerte

Mai sicuri approdi, notti serene

Non offuscate da nuvole nere.

 

Per sopravvivere oggi oramai vecchio

Nel mio piccolo mondo chiuso

Da spesse paratie, da bui vetri

Ho bisogno di quelle memorie,

Ho necessità di godere

Dei cieli dai trilli festosi

Di quei  venti  che spostavano

Le nuvole bianche su cui cavalcavano

I miei lucidi sogni, le fantasie colorate.

Ho voglia dei ricordi scolpiti dagli occhi

Le fronde, i tronchi delle querce 

Che immense rubavano in parte

L’azzurro vivo dello spazio infinito.

Ho bisogno di accarezzare le chiome

Lisce oleate da profumi e da eau di coty e colonie 

Di quelle dee dalle marmoree curve ondulate.

 

Io ho sempre camminato senza voltarmi,

Cocciuto come un mulo ostile al morso, 

E ancora continuo verso quell’ora indifferente

Al mondo che inevitabilmente varia.

Ma  ho le memorie si docili

Che non tormentano, esse corrono

Dolci festanti ai miei richiami.

Le conosco una ad una nelle differenze.

L’animo mio da esse trae vita e ristoro,

Ancora illusioni verdi, azzurre e rosa

Liberano per  me il mio albero dalla corteccia bruna intarsiata

Lo puliscono dai segni, dalle  scorie dure lasciate

Dall’acqua, dal vento rendendo il tronco nudo verde.

Mi danno giovinezza effimera ma cara,

Che rende l’età, il cuore più forte

Ad attendere quella mia unica ora fatale.

 

Mi è caro il tempo anche se corre via veloce

Trascinando il mio spirito mentre sorrido,

Incerto lo seguo nel cammino in un tunnel

Ove non v’è luce, di cui non conosco il fine.

 

Michele Miani

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