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Sibari

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News dalla Gazzetta del 10 giugno PDF Stampa E-mail
Scritto da administrator   
sabato, 11 giugno 2011 06:28
ImageRaccolta di articoli della Gazzetta del 10 Giugno: Aeroporto di Sibari , proseguono gli appelli sempre più numerosi e accorati - Mancano le fogne a contrada Lattughelle nel comune di Cassano, opera ultimata ma mai entrata in funzione, Giuseppe Carrozza del SEL ne chiede i motivi - A Castrovillari consegnate le firme raccolte dai cittadini contro i tagli alla sanità, questo è uno dei modi di protesta civile - La paventata notizia è giunta a Corigliano. L'incubo commissariamento diventa realtà. L'assessore Curia parla durante il trasloco dei suoi beni dal Municipio: il ricorso al Tar è d'obbligo - Un trentottenne a Terranova tenta il suicidio in un modo atroce, Punta la motosega sul collo, per sua fortuna il progetto va a vuoto - La rassegna culturale "Sabato nerl villaggio" a Lamezia è giunta al suo culmine con un personaggio che è accusato di apostasia dagli integralisti islamici ed è costretto a una vita "blindata". Buona lettura. Aggiungiamo una notizia che sarà oggi su tutti i quotidiani: arrestate a Lauropoli e Cassano 11 persone che progettavano di uccidere il procuratore antimafia Luberto.

 «Saluto con favore la nascita di una cordata di imprenditori agricoli e di operatori turistici pronti a contribuire alla realizzazione dell'aeroporto, ma è necessario che la Regione investa sul progetto». Di soldi non si vede l'ombra. Di ruspe ed operai nemmeno. Non mancano, invece, le prese di posizione. L'ultima giunge dal consigliere regionale democratico Carlo Guccione. Oggetto: l'aeroporto di Sibari. «Il protagonismo delle forze sociali e culturali e delle istituzioni – dice Guccione – può far sì che lo scalo aereo si concretizzi al più presto, contando sulla sinergia tra gli imprenditori, la Provincia, la Camera di commercio e la totalità dei comuni della Sibaritide. Esempio virtuoso di unità attorno ad un progetto che qualcuno vorrebbe far cadere nel dimenticatoio, facendo finta di non capire che questa infrastruttura è fondamentale per il decollo dell'intera economia calabrese». Aggiunge l'esponente del Pd: «Sono questi i motivi per cui la giunta regionale guidata da Scopelliti ha il dovere di investire le risorse necessarie per la sua realizzazione. In questo senso nei prossimi giorni intensificheremo la nostra battaglia e ci faremo promotori di un'interrogazione urgente al presidente Scopelliti per conoscere quali iniziative si intendano assumere perchè si possa, nel più breve tempo possibile, assegnare le risorse regionali necessarie alla realizzazione di quest'importante opera».(g.iacobini) - 10 giugno


Sibari«Perché non è ancora entrata in funzione la rete fognaria di contrada Lattughelle?». A sollevare il quesito è la cellula cittadina di Sel guidata in città da Giuseppe Carrozza. Al centro della vicenda, la fognatura di contrada Lattughelle, realizzata con finanziamenti concessi dalla Regione nel 2006, ma non ancora entrata in funzione. «Tutta colpa dell'Enel», aveva spiegato lo scorso febbraio Palazzo di città, rendendo noto d'aver diffidato la società elettrica a procedere all'allaccio dei contatori necessari al funzionamento dell'infrastruttura, regolarmente richiesti (e pagati) ma solo in parte installati. «Ad oggi – osserva Sel – quell'opera di elementare civiltà, finanziata dalla giunta regionale di centrosinistra, non è ancora realtà, e gli increduli cittadini della contrada continuano a scaricare i liquami nei pozzi neri e nei canali di scolo. Al sindaco e consigliere regionale di centrodestra Gianluca Gallo chiediamo di sapere come mai la rete fognaria non sia ancora entrata in funzione, se si sia proceduto al suo collaudo, che cosa ne impedisca il funzionamento». Concludono i vendoliani cassanesi: «Sindaco, giunta e maggioranza dovrebbero provare almeno un pizzico di vergogna: non si può prendere in giro così la gente. I cittadini attendono una risposta».(g.iacobini.) 10 giugno



Sono state consegnate, al responsabile del Piano di rientro della Regione Calabria, dott. Gianluigi Scaffidi, le oltre 10mila firme raccolte dal Comitato teritoriale che sta lottando per evitare in dimensionamento dell'ospedale di Castrovillari. L'incontro si è tenuto ieri mattina a Catanzaro in un clima di collaborazione e cordialità, tra una folta delegazione del Comitato territoriale per la tutela della salute. Il Comitato, composto da numerose associazioni cittadine e di volontariato (Medici cattolici italiani, Avo, Avis, Non più soli nella lotta contro i tumori, Amici del cuore, Afd, Solidarietà e partecipazione) è stato costituito con lo scopo di tutelare il diritto alla salute delle popolazioni dell'area del Pollino-Sibaritide e di impedire che l'ospedale di Castrovillari possa essere ridimensionato, malgrado sia da tutti verbalmente apprezzato, primo tra tutti il Governatore Scopelliti. «Al dottor Scaffidi - è scritto in una nota del comitato territoriale - sono state consegnate le diecimila firme raccolte da una Petizione Popolare ad hoc, che stanno a indicare la partecipazione ferma e democratica della popolazione nella richiesta del diritto inalienabile e costituzionalmente garantito alla salute». I rappresentanti del Comitato, inoltre, hanno sostenuto e fatta propria la proposta, elaborata dalla Commissione costituita dal Consiglio comunale di Castrovillari con le amministrazioni del territorio, per un riordino della sanità dell'area, che prevede il mantenimento ed anzi il potenziamento dell'ospedale di Castrovillari -assieme al rispetto dei vincoli economici- e la sua integrazione con gli ospedali di Lungro e Mormanno. E' stato anche sollecitato il raccordo con quello di Trebisacce, storicamente e funzionalmente collegato con quello di Castrovillari. «Oltre alle ragioni tecniche, alla base delle richieste esposte, al dottor Scaffidi è stato anche rappresentato – si continua nella nota - il timore che aree più "forti" politicamente, della debole area Pollino-Sibaritide, possano essere a quest'ultima "preferite" nell'allocazione di risorse, per ragioni che poco avrebbero a che fare con le evidenze tecniche e le necessità organizzative della sanità».
A Scaffidi, che ha mostrato attenzione e disponibilità, è stato infine richiesto un nuovo incontro, che dovrebbe concretizzarsi a breve, questa volta presso l'Ospedale di Castrovillari, per tornare a discutere sul posto, di proposte e soluzioni. Ulteriore richiesta di incontro urgente verrà inoltrata al commissario dell'Asp di Cosenza, dottor Gianfranco Scarpelli, cui è affidata la redazione del Piano attuativo in cui le caratteristiche della sanità cosentina verranno sistematizzate. Angelo Biscardi - 10 giugno



La notizia dello scioglimento del consiglio comunale di Corigliano non è stata commentata a caldo ieri dal sindaco Pasqualina Straface, né dall'onorevole Giovanni Dima e dal consigliere Giuseppe Policastri. I tre esponenti del Pdl si sono "limitati" a non rispondere al telefono nel caldo e frenetico pomeriggio di ieri. La notizia della decisione assunta dal Governo è piombata in città intorno alle 16.30 e all'Ariella, già verso le 18.30, erano presenti alcuni assessori comunali tra questi Petrone, Morano e Curia alle prese con il "recupero" dai propri uffici di alcuni effetti personali. Proprio Giuseppe Curia, assessore ai lavori pubblici fino a ieri pomeriggio, si lascia andare ad una breve e repentina dichiarazione: «Il ricorso al Tar è d'obbligo perché lo dobbiamo alla città la quale non merita un marchio d'infamia come questo, non possiamo permetterlo». In città sicuramente c'è poco da gioire, si tratta di una brutta battuta d'arresto. «Prendiamo atto della decisione del consiglio dei ministri – è il commento di Cataldo Russo (Udc) – bisogna ora comprendere il dispositivo e ricercare le responsabilità dei singoli. Corigliano che è la città di Mortati, Palma, Colosimo e Tieri certamente non meritava un tale marchio. Bisogna regolarsi adesso se ci sono le condizioni per un ricorso al Tar e successivamente al Consiglio di Stato, questo lo dovrà valutare Pasqualina Straface oramai ex sindaco della città. Sulle dimissioni se ci dovevano essere prima o no ormai è dietrologia bisogna guardare avanti». Invita a non strumentalizzare il momento a livello politico il capogruppo di Polis Amica Giuseppe Geraci: «Quello che è successo è di una gravità inaudita speriamo bene per Corigliano, io parlo da cittadino, da consigliere comunale e da ex amministratore e come candidato sindaco che nel 2009 si è schierato contro la Straface. Adesso bisogna guardare avanti al futuro della città ci aspetta un periodo assai duro». Sembrano indirizzati a guardare oltre anche quelli del Pd e il capogruppo Aldo Algieri: «Sono mortificato come cittadino e come capogruppo del Pd per questo scioglimento che rappresenta una brutta esperienza che ci segnerà per sempre. La classe politica che ha rappresentato questa maggioranza ha decretato anche lo scioglimento, noi adesso dobbiamo ripartire dalle forze buone sia a destra che a sinistra per lavorare al fine di risollevare le sorti della città e combattere il malaffare presente nelle istituzioni». «È stata scritta la pagina più nera della storia di Corigliano Calabro – ha commentato il consigliere Carlo Di Noia – occorre ora fare una seria riflessione sul rapporto malato tra politica e società civile e ripartire facendo leva sulle forze sane». «Sono profondamente amareggiata ancora una volta a pagare un prezzo alto è la città – dice Rosalba Ardito di "Per Corigliano" – sono senza parole per chi come me crede nella politica fatta con onestà». Meno docile il consigliere di "Un volto nuovo" Giorgio Aversente: «È da oltre un anno che chiedo le dimissioni del sindaco. Oggi la città si è liberata da questi signori che hanno rovinato economicamente e politicamente Corigliano. La colpa oltre che del sindaco è di chi l'ha costretta a rimanere su quella poltrona per interessi personali creando danni incalcolabili al nostro territorio».Emilia Pisani - 10 giugno




È in condizioni gravi, ma per fortuna pare non sia in pericolo di vita, il 38enne di Terranova da Sibari che ieri pomeriggio, avrebbe tentato di suicidarsi utilizzando la sua motosega. In un primo momento, tuttavia, s'era diffusa la convinzione che si fosse trattato di un terribile incidente, con lo sfortunato V. N. rimasto seriamente ferito dall'improvvisa rottura della catena dell'attrezzo. La lama rotante lo ha colpito al collo e ad un braccio, provocando un'abbondante fuoriuscita di sangue al punto che sin dalle prime cure apportate si è subito optato per l'elisoccorso e per il conseguente trasporto d'urgenza all'Annunziata di Cosenza. Stando a quanto si è ricostruito, l'uomo si trovava davanti all'uscio di casa, in via Metaponto, con la motosega in mano. V. N. è quindi piombato per terra con una brutta ferita sul collo. Presa coscienza dell'accaduto, scatta l'allarme. Sul posto arriva subito un medico, Giorgio Acamotachis, che presta le prime cure, ma come detto le condizioni dell'uomo risultano subito più gravi del previsto. Viene quindi richiesta l'eliambulanza, tutto sotto il controllo dei carabinieri del posto, guidati dal maresciallo Annichiarico. L'elicottero arrivato da Cosenza atterra intorno alle 17 nel piazzale "Falcone e Borsellino", in cima al paese e, in un batter d'occhio, V.N. prende quota verso il nosocomio bruzio, dove è tuttora ricoverato e monitorato. Naturalmente le sue condizioni restano gravi, poiché le ferite riportate sono risultate profonde, ma una prima prognosi esclude il pericolo di vita.Johnny Fusca - 10 giugno



Gran finale per la decima edizione della rassegna culturale "Il sabato del villaggio". A chiudere in bellezza la serie di incontri programmati per questa stagione è stato Magdi Cristiano Allam, giornalista e scrittore di fama internazionale. L'illustre ospite di fine rassegna ha raccontato la sua vita di musulmano convertitosi al cattolicesimo, di intellettuale che da anni vive sotto scorta per le minacce ricevute.Una conversazione amabile e scorrevole quella tra Gaetano ed Allam che ha catalizzato l'attenzione del numeroso pubblico vista l'attualità e l'importanza degli argomenti. Il famoso giornalista ha ripercorso la sua vita di bambino nato in Egitto, fin dalla prima infanzia affidato dalla madre alle cure di una famiglia italiana nell'intento di costruire un avvenire sicuro e lontano dalla terra dei faraoni. Allam è arrivato nel nostro Paese nel 1972 e dal 1987 è fiero di essere cittadino italiano. La sua permanenza in Occidente, il suo lavoro che lo ha portato a viaggiare in tutto il mondo, gli ha fatto maturare delle idee ben precise sull'integralismo islamico che incita le folle alla guerra santa. «Osama Bin Laden – ha fatto notare Magdi Allam – ha globalizzato il terrorismo. Io distinguo i terroristi "tagliagola" che sono quelli violenti e sanguinari e quelli "taglialingua" che chiedono continuamente nuove moschee e scuole coraniche». Secondo lo scrittore «con queste spinte sempre più forti mirate a "colonizzare" l'Occidente, si vogliono creare delle vere e proprie roccaforti islamiche e ciò che è inquietante – ha sottolineato Allam – è il fatto che gli occidentali hanno perso la capacità di

usare la ragione. Sembra quasi che i nostri paesi siano diventati lande desolate che non aspettano altro che essere invase dagli stranieri». Ha espresso tutta la sua preoccupazione per la ribellione popolare che sta attraversando in questi mesi gli Stati del Maghreb. Si tratta di nazioni dove la maggior parte della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà; paesi dove la fuga dei disperati ha ormai preso le connotazioni dell'esodo biblico.«C'è il forte rischio – ha affermato Allam – che queste rivolte non portino all'avvento di governi democratici ma di regimi teocratici, radicali che potrebbero definitivamente porre fine alla democrazia». Il giornalista che è stato per anni inviato del "Corriere della sera" e di "Repubblica", ha fatto una netta distinzione tra cattolicesimo e islamismo: «Il cristianesimo è la religione del Dio che si fa uomo. L'islam è il credo del Dio che si fa testo e si incarta nel Corano e come religione non è certo moderata». Per la sua presa di posizione contro la legge coranica, da qualche anno Magdi Allam è stato accusato di apostasia dagli integralisti islamici. Un'accusa che è diventata condanna a morte, una sentenza che lo costringe a vivere blindato. La conversazione è stata ancora più segnata dall'emozione quando Allam ha ricordato la sua conversione che ha avuto in Papa Benedetto XVI un vero e proprio padre spirituale. Il battesimo ricevuto in Vaticano la notte di Pasqua. Maria Scaramuzzino - 10 giugno

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